Chiese, il Presidio 9 agosto chiede
al nuovo prefetto un segnale
Ciò eviterebbe l’incancrenirsi dei rapporti sociali che già mostrano attriti pesanti tra le varie comunità del Chiese e del Garda a causa di quel concetto di trasferimento della depurazione da un bacino all’altro, che genera di fatto una discriminazione a danno della gente dei Comuni del Chiese
Il 9 febbraio prossimo saranno 6 mesi di Presidio. Sei mesi di testimonianza, di presenza attiva, alle porte della Prefettura di Brescia, a favore del Chiese. Sei mesi di battaglie, “di civile permanenza”, sei mesi di tentativi di invertire la rotta. Da una parte gli interessi di chi vede il Chiese come elemento secondario, sacrificabile agli interessi dell’economia del Garda. Dall’altra gli amanti del fiume, associazioni, cani sciolti, ribelli. 6 mesi per il fiume e il suo lago, per l’ambiente e la bellezza. E il presidio va ed andrà avanti ad oltranza, per tutto il tempo che si renderà necessario.
A Brescia è cambiato il Prefetto ed il presidio chiede alla nuova figura istituzionale la possibilità di un confronto, di esporre le proprie ragioni che sono ragioni supportate da tanto di progetti alternativi e da concretezza. Lo fanno con una lettera, indirizzata direttamente alla dottoressa Maria Rosaria Laganà, che assume direttamente anche la carica di Commissaria alla depurazione del Garda.
“Una settimana fa – scrivono i rappresentanti del presidio – s’è insediato il nuovo Prefetto di Brescia, la signora dott.ssa Maria Rosaria Laganà, che assume anche il ruolo di Commissario alla depurazione del Garda.
Il nostro Presidio, adiacente all’ingresso principale della Prefettura, il prossimo 9 febbraio compirà ben 6 mesi di civile e costante permanenza quale protesta corale, eclatante, e d’informazione permanente, 24 ore su 24.
Con il presente Comunicato stampa vogliamo esternare pubblicamente l’auspicio che dalla dott.ssa Laganà venga un segno, mai venuto in precedenza, di riconoscimento delle competenti e ampiamente rappresentative istanze di opposizione al concetto di trasferire nel bacino idrografico del Chiese la depurazione del lago di Garda, istanze di cui noi siamo portatori.
Lo facciamo a nome dell’alleanza delle 5 entità sociali che hanno avviato e sostengono questo Presidio popolare, che a loro volta raggruppano molte decine di associazioni e comitati di cittadini dei Comuni dell’intero bacino idrografico del Chiese.
Confidiamo, profondamente, in un concreto segnale che dia inizio ad un nuovo passo nel rapporto con le realtà sociali che da mesi sono impegnate nel Presidio.
Ciò eviterebbe l’incancrenirsi dei rapporti sociali che già mostrano attriti pesanti tra le varie comunità del Chiese e del Garda a causa di quel concetto di trasferimento della depurazione da un bacino all’altro, che genera di fatto una discriminazione a danno della gente dei Comuni del Chiese. Ricordiamo che lo sversamento della depurazione del lago di Garda nel fiume Chiese, oltre a non avere alcun senso ambientale e naturale, induce a far pensare a speculazioni per interessi nemmeno troppo reconditi, che la gente del Chiese non accetterà mai. Auspichiamo. Con ogni cordialità“.
A firmare il nuovo documento Alessandro Scattolo, in rappresentanza del Comitato Ambiente Territorio Basso Garda, Piera Casalini, in rappresentanza del Comitato mamme del Chiese, Sergio Aurora, in rappresentanza del Comitato Referendario Acqua Pubblica Brescia, Gianluca Bordiga, in rappresentanza della Federazione delle Associazioni che amano il Fiume Chiese ed il suo Lago d’Idro, Pietro Zanotti, in rappresentanza del Tavolo provinciale Basta Veleni e da Alessandra Zanini, Vincenzo Chianese, Raffaella Giubellini, Mirko Savi, nel ruolo di coadiuvatori al coordinamento.
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