Il primario Storti: "Curva dei malati
stabile, in T.I. il 70% di non vaccinati"
“I non vaccinati”, ha fatto notare il primario, “sono mediamente più giovani, più sani e occupano più a lungo la terapia intensiva”.
I vaccini, e soprattutto la somministrazione della terza dose, stanno delineando un quadro nettamente diverso da quello dell’anno scorso. Ne è convinto il primario della terapia intensiva dell’ospedale di Cremona Enrico Storti, che ha parlato di “curva di malati in sostanzialmente stabile” nonostante l’aumento del numero di positivi. “Prima”, ha dichiarato il primario all’Adnkronos, “il 10% dei positivi finiva in terapia intensiva, ora non più”.
“Cremona”, ha spiegato Storti, “ha 10 posti letto di terapia intensiva dedicati sia al servizio dei pazienti che arrivano direttamente al pronto soccorso sia al coordinamento delle terapie intensive di Regione Lombardia, ciò significa che riceviamo pazienti da altre province“. I 10 posti letto, di cui 9 occupati nell’ospedale di Cremona e uno in quello di Casalmaggiore, sono stati sempre “saturi” ma, ha osservato il primario, “ora vediamo che in relazione al numero di positivi, salito in maniera importante in questi ultimi 15 giorni, gli ingressi in terapia intensiva restano stabili. Significa che si è creata una differenza tra il numero di positivi che non vanno in terapia intensiva e che stanno nei reparti ‘non ad alta intensità’ e quelli che entrano in terapia intensiva”.
Quanto allo stato vaccinale di chi finisce oggi in terapia intensiva, “a livello regionale”, ha ricordato Storti, “siamo intorno a un 70% di non vaccinati ricoverati e a un 30% di vaccinati. Di questi ultimi, si tratta per due terzi di pazienti vaccinati con oltre 150 giorni dall’ultima somministrazione e per un terzo di vaccinati da meno di 150 giorni”.
“I non vaccinati”, ha fatto notare il primario, “sono mediamente più giovani, più sani e occupano più a lungo la terapia intensiva”.
Sara Pizzorni