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Annamaria Piccinelli: "La nostra Casa
di Comunità non ha spazi adeguati"

"Lo spazio ideale per la nostra Casa di comunità, con tutti i crismi voluti dalla Regione (di proprietà di Asst, 1500 mq, parcheggio) ossia l’ospedale vecchio di via Cairoli, è messo all’asta. Sarebbe bastato un briciolo del super finanziamento per l’ospedale nuovo di Cremona per farci la nostra Casa di comunità". GUARDA IL SERVIZIO TG DI CREMONA 1

Annamaria Piccinelli (Vivace & Sostenibile)

Casalasco sempre più ai margini, Casa di Comunità di piazza Garibaldi senza idonei spazi e con meno servizi visto che anche la medicina legale è stata spostata in Oglio Po, rischio (reale, alla luce del DM 70/2015, quello che per inciso ha permesso la chiusura del Punto Nascite) di ridimensionamento e chiusura di reparti ospedalieri. Interviene, dopo lo spostamento della Medicina Legale dallo spazio di piazza Garibaldi all’ospedale Oglio Po, sulla materia Annamaria Piccinelli.

Avevo già scritto al Sindaco – spiega – e l’ho detto nell’ultimo Consiglio e nei giorni scorsi ho scritto anche all’Assessore regionale Moratti, infine la notizia del trasferimento della Medicina legale in Oglio Po, mi è sembrata una conferma. Da un lato mi fa piacere che non si debba più andare a Cremona e che il servizio sia tornato a Casalmaggiore, ma c’è un – ma – che mi preoccupa. Questo servizio è uno dei tanti previsto per le neo istituite Case di comunità. La nostra Casa di comunità ha sede in piazza Garibaldi 3, in cui l’Asst Cremona è in affitto e dove non ci sono spazi adeguati, tanto che si stanno affittando spazi esterni per i prelievi e altri servizi“.

Lo spazio, ASST Cremona, lo aveva. Ma, troppo preoccupata del nuovo ospedale del capoluogo, non ha pensato a soluzioni alternative per i confini dell’impero: “Contemporaneamente – prosegue Piccinelli – lo spazio ideale per la nostra Casa di comunità, con tutti i crismi voluti dalla Regione (di proprietà di Asst, 1500 mq, parcheggio) ossia l’ospedale vecchio di via Cairoli, è messo all’asta. Sarebbe bastato un briciolo del super finanziamento per l’ospedale nuovo di Cremona per farci la nostra Casa di comunità, con la conseguente rinascita anche di un intero quartiere (argomento oggetto di miei numerosi appelli e mozioni). Non è una contraddizione? Ahimè forse no“.

Il rischio di vedersi impoverire ancor di più di servizi è reale: “Il DM 70/2015, quello che ha reso possibile la chiusura del Punto nascite – conclude Annamaria Piccinelli – prevede anche, per alcuni reparti dell’Ospedale Oglio Po, bacini di utenza che noi non abbiamo neanche lontanamente. Mettendo insieme tutti questi tasselli, all’inizio di gennaio, mi chiedevo se vendere uno spazio ideale come quello dell’ex ospedale e prendere in affitto spazi frammentati di qua e di là, poteva spiegarsi con l’intenzione, da parte di Asst Cremona, di usare, nel medio periodo, spazi che eventualmente si liberassero nell’Ospedale Oglio Po. Ed ecco la notizia del trasferimento di un pezzo di Casa della comunità appunto all’Ospedale Oglio Po. Tra l’altro voglio anche sottolineare l’ulteriore contraddizione: da un lato rimangono sospese le visite dei parenti per motivi di sicurezza e dall’altro si crea un andirivieni di persone che devono espletare faccende sostanzialmente burocratiche. Ma il maggior dubbio riguarda i programmi futuri: è solo l’inizio di un progressivo riversamento di medicina territoriale a scapito dello spazio di medicina ospedaliera?

N.C.

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