Chiese, dal presidio 9 agosto lettera
ai sindaci: "Difendiamo il fiume"
"La politica territoriale bresciana, con l'approvazione in Consiglio Provinciale della “mozione Sarnico”, aveva sancito il principio che “i depuratori consortili devono essere costruiti nei comuni afferenti”; una mozione che dava dignità a quelle comunità che nulla hanno a che fare con i reflui gardesani. Quel principio va ribadito con forza e va difeso"
Scrivono ai sindaci i rappresentanti del Presidio 9 agosto. A quelli che hanno i propri territori sull’asta del fiume Chiese affinché si facciano partecipi di una battaglia a difesa del corso d’acqua minacciato dai programmi di depurazione del Garda. Chiedono che i primi cittadini si facciano parte attiva della questione perché il territorio è quello che amministrano in nome e per conto dei cittadini. Questo il testo della lettera.
“Cari Sindaci, dal Presidio 9 Agosto, fulcro della protesta contro la nomina del Commissario per la depurazione del Garda, si alza la voce di tutti i presidianti che per la maggior parte vive e lavora lungo l’asta del fiume Chiese, proprio nei Comuni che governate, per difendere il nostro fiume in ogni suo tratto.
Ci rivolgiamo a voi che siete la nostra primaria Istituzione di riferimento, per fare il punto sull’iter del progetto che riguarda la depurazione dei Comuni della sponda bresciana del Garda, affinché la straordinaria esperienza umana, dignitosa e civile che stiamo vivendo al Presidio a difesa delle nostre posizioni non venga ignorata e nemmeno dispersa.
Molti di voi in modo serio e responsabile si stanno impegnando per ostacolare un progetto assurdo e irricevibile, che anche noi con tutte le nostre forze rifiutiamo. Ma l’attuale situazione ci dice che, nonostante l’impegno profuso per ottenere il rispetto dei nostri territori, l’esito sperato non si intravede all’orizzonte e sarà necessario ancora tanto impegno da parte di tutti. Troppi interessi di parte e una visuale miope e per nulla lungimirante tendono a soffocare le nostre aspettative.
La politica territoriale bresciana, con l’approvazione in Consiglio Provinciale della “mozione Sarnico”, aveva sancito il principio che “i depuratori consortili devono essere costruiti nei comuni afferenti”; una mozione che dava dignità a quelle comunità che nulla hanno a che fare con i reflui gardesani.
Quel principio va ribadito con forza e va difeso in tutte le sedi e, di più, va rafforzato, aggiungendo specificatamente la vitale importanza che ha il rispetto del bacino imbrifero, anche per quel che concerne lo scarico della depurazione, perché non si può assolutamente tollerare che il Chiese diventi il corpo ricettore della depurazione di vari Comuni del Garda. Tutti conoscono la scarsa capacità diluitoria del fiume Chiese, che, soprattutto in estate, ma a tratti anche in inverno, a fatica raggiunge il “deflusso ecologico” e che, pertanto, non può essere confrontata col Mincio, che ha una notevole e costante portata tutto l’anno. È il fiume Mincio, emissario naturale del bacino “Sarca- Garda-Mincio”, che deve avere questo compito, naturale per morfologia, ed è lì che si deve continuare a immettere le acque depurate del bacino dei Comuni gardesani
La nomina del Prefetto Visconti a Commissario straordinario ha messo fine a quel percorso di giustizia e rispetto faticosamente avviato. Nemmeno la successiva approvazione della mozione presentata dalla consigliera provinciale Cristina Almici, nella quale si afferma che la nomina del Commissario è immotivata e ingiustificata perché non vi sono i presupposti richiesti dall’art. 120 della Costituzione, sembra scuotere gli animi di chi vuole imporre un progetto sbagliato ricorrendo a espedienti che violano la Costituzione italiana, quella Costituzione sulla quale hanno posto la mano giurando fedeltà.
Come rappresentanti delle comunità dell’asta del Chiese, e non solo, vi chiediamo di mettere in campo tutti gli strumenti che possano coinvolgere altri sindaci e l’Amministrazione provinciale affinché, in sede di ricorso, si eccepisca l’illegittimità costituzionale del provvedimento di nomina del Commissario straordinario e si torni a soluzioni giuste, condivise, economicamente e ambientalmente sostenibili.
Nel recente incontro che una nostra delegazione ha avuto con l’Assessore regionale al Territorio, avv. Pietro Foroni, per sollecitare Regione Lombardia a dar seguito alla mozione approvata il 19 ottobre 2021 dal Consiglio regionale, lo stesso dichiarava che, in tema di servizio idrico integrato, la Regione avrebbe una più solida legittimazione ad agire se la richiesta provenisse dalle amministrazioni locali. Chiediamo, allora, che Sindaci e Amministrazione provinciale sollecitino la Regione a promuovere un giudizio, ex art. 134 Cost., affinché la Corte costituzionale tuteli la sua sfera di attribuzioni costituzionalmente garantita contro gli atti invasivi dello Stato esercitati tramite l’operato del Commissario straordinario.
Oggi, dato l’avvicendamento che sta avvenendo al ruolo di Commissario alla depurazione del Garda con la sostituzione del Prefetto, possiamo confidare che un dialogo all’insegna del rispetto della dignità delle comunità del Chiese si instauri tra il Commissario e chi difende il Chiese; e questo lo si vedrà tra poche settimane.
Come “Presidio 9 Agosto” e in rappresentanza delle tante volontarie e volontari che si alternano da più di 5 mesi, giorno e notte, in fianco all’ingresso principale della Prefettura di Brescia, confidiamo nella Vostra massima attenzione e nell’impegno nel perseguire quanto sopra illustrato“.
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