Cronaca

Vaccino, sindaco Priori: "Lo farò
costretto, ma non cambio idea"

"Noi sindaci ci prendiamo responsabilità a volte gravose, ma ce le prendiamo perché il nostro ruolo lo impone: a maggior ragione chi ci governa, dovrebbe prendersi la responsabilità, se crede davvero in questo vaccino, di imporre l’obbligo vaccinale".

Matteo Guido Priori, ha già prenotato la sua prima dose? “Non ancora, ma lo farò domani (oggi per chi legge, ndr), in farmacia, come molti concittadini. Se la legge mi obbliga, io rispetto la legge. Ciò però non cambia di una virgola ciò che penso dei vaccini e delle decisioni prese dal Governo”.

Il sindaco di Piadena Drizzona è un over 50 (classe 1965) e dunque rientra nella categoria, stando all’ultimo decreto governativo, di chi deve vaccinarsi per legge. Priori non ha alcuna intenzione di raggirare tale obbligo, dopo che si è sempre professato non tanto un “No Vax” ma semplicemente contrario a questo vaccino, che definisce “sperimentale”. “Come ho detto, resto della mia idea: questo vaccino ha due grandi problemi, che sono evidenti. Da un lato non protegge dalla re-infezione e infatti tanti vaccinati si positivizzano una seconda e una terza volta; dall’altro, a differenza di tutti i vaccini inventati nella storia della medicina, questo ha avuto pochissimo tempo per essere testato. Aggiunto un terzo aspetto, ossia la durata dell’efficacia del vaccino, che continua a cambiare: prima sei mesi, poi cinque, ora quattro. Non sarò un Premio Nobel per la Medicina ma nemmeno uno sprovveduto: da farmacista, qualcosa della materia conosco”.

Impossibile con queste premesse essere d’accordo con l’obbligo vaccinale. “Paradossalmente è vero il contrario. Non sono un ultras, dico solo come la penso: e penso che il Governo abbia perso un’occasione per mostrare coraggio. Qui stanno rendendo obbligatorio il vaccino per fasce, per categorie. Si è partiti dai sanitari, e già qui avrei da ridire, perché un conto è chi lavora in Terapia Intensiva e rischia davvero, un altro è il segretario che magari non va nemmeno a contatto coi malati. Ora si è diviso l’obbligo per fasce d’età. Il 50enne è obbligato ma il 49enne no, come se il virus facesse distinzioni”.

Beh, un paletto serviva. “Questo è vero, e infatti un paletto è sempre uno strumento arbitrario, per forza di cose. Ecco perché la decisione è ingiusta. Ed ecco perché, a questo punto, era più onesto imporre l’obbligo vaccinale per tutti, come ha fatto l’Austria. Noi sindaci ci prendiamo responsabilità a volte gravose, ma ce le prendiamo perché il nostro ruolo lo impone: a maggior ragione chi ci governa, dovrebbe prendersi la responsabilità, se crede davvero in questo vaccino, di imporre l’obbligo vaccinale. Per tutti, senza distinzioni, e senza arrivarci in modo subdolo per tappe, come sta avvenendo. E poi si parla di over 50, ma vedo che gli ultimi casi riguardano per la maggior parte ragazzi in età scolare”.

Lei che decisione avrebbe preso? “Io sono andato avanti a fare il tampone ogni due giorni, depositando gli esiti all’Ufficio Protocollo del comune: sono sempre rimasto negativo durante l’intero periodo pandemico. Il Governo avrebbe potuto lasciare libertà di scelta e piuttosto pagare, rendendolo gratuito per i cittadini, un tampone al giorno a tutti. Anche ai vaccinati, perché è provato che pure loro possono essere positivi e dunque portare in giro il Covid”.

La farmacia vicina al comune (gestita dalla sorella di Priori) sarà presa di mira da tanti “tamponati” in questi giorni. E, accusa qualcuno, c’è chi si tampona “per noia”. “Sotto i portici si fa fatica a passare per la ressa che c’è. E ora che cominciano le scuole, pur non avendo ATS preso decisioni in questa direzione, mi aspetto il boom di tamponi per gli studenti. Io proporrei di allestire un gazebo dell’esercito in piazza per gestire meglio gli spazi e la situazione. Ma pure qui dall’alto hanno fatto orecchie da mercante. Non ci siamo”.

Giovanni Gardani

 

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