Più auto vendute a Cremona nel 2021,
ma i numeri pre-Covid restano lontani
Nell'anno che ci stiamo lasciando alle spalle sono state immatricolate 8.169 auto, contro le 7.799 del 2020 (+4,5%). Ma nel 2019 le vendite avevano raggiunto quota 11.318.
Il 2021 si chiude con un incremento delle vendite di auto sul territorio cremonese rispetto allo scorso anno, anche se i numeri pre-Covid restano molto lontani.
Nell’anno che ci stiamo lasciando alle spalle, infatti, sono state immatricolate in provincia di Cremona 8.169 autovetture, contro le 7.799 del 2020: l’incremento è stato quindi del 4,5% ed è dovuto principalmente ai primi mesi dell’anno. Ecco infatti il dettaglio mensile delle vendite:
- Gennaio: 863
- Febbraio: 834
- Marzo: 964
- Aprile: 730
- Maggio: 709
- Giugno: 763
- Luglio: 672
- Agosto: 392
- Settembre: 623
- Ottobre: 537
- Novembre: 604
- Dicembre: 478 (fino al 30 dicembre)
L’aumento contenuto del 2021 arriva dopo il crollo del 2020, dovuto anche alla chiusura fisica dei concessionari nei mesi del lockdown. Nel 2019 sono state vendute infatti 11.318 autovetture e lo scorso anno la contrazione è stata del 31,1%.
Il mercato quindi, anche se in lieve ripresa, è ancora decisamente in crisi. E per questo l’Unrae (Unione nazionale rappresentanti autoveicoli esteri) ha espresso in una nota sconcerto “per la decisione delle istituzioni di ignorare totalmente nella Legge di Bilancio gli incentivi per il mercato delle autovetture e dei veicoli commerciali leggeri”.
La nota prosegue sottolineando come nell’ultimo anno, grazie agli incentivi per l’acquisto dei nuovi veicoli a zero e a basse emissioni, le auto cosiddette elettrificate (full-electric, plug-in hybrid e hybrid) siano aumentate del 116% (più che raddoppiando i volumi immatricolati). Inoltre, sono state rottamate 350.000 vetture, più del 90% con oltre 10 anni di vita e quindi altamente inquinanti e poco sicure.
Insomma, “seppur in un periodo particolarmente complesso, sembrava fossero state poste le premesse per avviare il percorso verso una nuova mobilità più sostenibile. Ora tutto si è fermato – conclude Unrae –: a questo punto diventa improcrastinabile e urgente avere un riscontro concreto ai tanti appelli rimasti senza risposta”.
g.lo.