Ugo Federici e il sogno realizzato:
apre negozio di birre artigianali
"Tratto solo birre artigianali, non filtrate e non pastorizzate, non trattate a livello industriale. Il 60% sono birrifici italiani, con un impegno a seguire il lavoro di birrifici nelle vicinanze, a km zero. Il restante sono birrifici artigianali inglesi, scozzesi, irlandesi, tedeschi, sloveni, danesi. Il meglio che trovo"
Quattro anni (dal 1999 al 2003) vissuti in Irlanda “Quando ancora delle birre artigianali non si parlava, o si parlava poco”. Da lì l’amore che lo ha portato, a 44 anni, a decidere di cambiare radicalmente vita dando avvio ad una propria attività. Lui è Ugo Federici, l’attività l’ha aperta praticamente sotto casa, sichiama Hop Spot Beer Shop. Una rivendita – di qualità e frutto di appassionata ricerca – di birre e Cidro. Nettari degli dei nordici entrati prepotentemente anche nel pantheon delle terre più a sud. Per tanti anni Ugo Federici ha fatto l’impiegato, sempre legando il suo lavoro al commercio con l’estero. “In realtà ad aprire questa attività ci pensavo da un po’ – ci racconta – l’amore è sbocciato in Irlanda poi ho sempre messo da parte l’idea. Ero però stanco della vita impiegatizia, e da lì è venuto l’impulso a partire”. Un periodo non semplice ma Ugo ha coraggio, e crede appassionatamente in quello che fa. “Tratto solo birre artigianali, non filtrate e non pastorizzate, non trattate a livello industriale. Il 60% sono birrifici italiani, con un impegno a seguire il lavoro di birrifici nelle vicinanze, a km zero. Il restante sono birrifici artigianali inglesi, scozzesi, irlandesi, tedeschi, sloveni, danesi. Il meglio che trovo. Naturalmente essendo birre artigianali hanno una loro scadenza, in genere sei mesi o un anno al massimo”. Un mondo estremamente vario quello delle birre: “Ci sono talmente tanti stili che ognuno può trovare la sua birra. Le più vendute sono le IPA e le STOUT ma io propongo anche il resto. Ultimamente si è diffuso l’interesse per le birre acide, certo devono piacere e in fondo vedo con piacere che accanto alle nuove tendenze la gente riscopre lavorazioni antiche”. Lo mettiamo subito alla prova. Con un paio di Rauchbier, birre a bassa fermentazione dall’accentuato sapore di affumicato. Poco amate in Italia (non si trovano in molte birrerie) e più conosciute nel vasto universo germanico. Ce ne propone due, una tedesca e una di un birrificio italiano che si è messo alla prova (e, per inciso, la prova l’ha passata piuttosto bene). A un prezzo più che accettabile. Può essere un’idea anche per un originale regalo di Natale. “Oggi vanno molto anche le lattine – ci spiega – e come vedi sono opere d’arte. E’ entrata una signora qualche giorno fa. Mi ha detto che non beveva birra, ma ne ha voluta comprare qualcuna per tenerla lì”. Sono belle, e colorate davvero. Il negozio è tra la fine di via Cavour e l’accesso in piazza Garibaldi. Ironia della sorte, quando ancora del negozio non si parlava, il vicino di casa Giuseppe Boles gli aveva affibbiato una delle sue targhe con proverbio dialettale. “At po pisà a lèt e di ca t’é suda”. Sorride Ugo, mentre ci saluta. Non ha voluto che gli facessimo un video “Non sono portato”. Un po’ di innata timidezza, ma anche tanta sostanza dietro alle sue parole. La sua è un’attività che non c’era a Casalmaggiore. E’ dovuto arrivare a 44 anni per darle il via e adesso non ha alcuna intenzione di fermarsi più.
Nazzareno Condina