Salute

Oncologia Oglio Po, Il cielo in una
stanza, Saviola finanzia il giardino

La parte “green” del progetto prende il nome de “I giardini dell’Oglio Po”. Complessivamente comporta una spesa di 160mila euro, il 50% della quale è stata finanziata a fondo perduto grazie ad un bando di Fondazione Cariplo e l’altro 50% proprio da Gruppo Saviola. GUARDA IL SERVIZIO TG DI CREMONA 1

La creazione di un ambiente ricco di verde ed esteticamente piacevole, al fine di aiutare i pazienti oncologici impegnati a sostenere le specifiche terapie, è la parte più consistente ed interessante del progetto che si propone di trasformare radicalmente il Day Hospital Oncologico dell’Ospedale Oglio Po. Gruppo Saviola ha raccolto la sfida degli organizzatori benefici che si sono posti questo ambizioso progetto e ha deciso di finanziare in linea con la propria filosofia aziendale il giardino botanico dedicato ai pazienti.

Il centro dedicato alle cure oncologiche è frequentato da circa 3500 persone ogni anno, ma è evidente la necessità di intervenire per migliorare una situazione che vede la presenza di camere fredde e impersonali e spazi verdi inaccessibili (vedi quelli esterni al perimetro dell’ospedale) o mal conservati, come accade per i cortili interni, privi di un verde che possa esser definito tale.

E qui interviene il progetto ideato dal Rotary Club Casalmaggiore Oglio Po e che sarà sostenuto da Gruppo Saviola che attraverso la sua attività salva ogni anno 10mila alberi al giorno. Il giardino si basa sul concetto di Healing Garden, ovvero la ricerca del benessere del malato in relazione al verde, alle piante, ai fiori agli animali, al ricongiungimento con la nostra parte intimamente naturale. Altro riferimento è quello del Cancer Maggie’s Center, un modello sperimentato con successo nel Regno Unito e pensato da Meggie Keswick, la quale sperimentò su di sé quanto potesse influire negativamente la cura in un ospedale con luci al neon, spazi chiusi, arredi posticci e vecchi, muri mal tinteggiati. Maggie dedicò il tempo che le rimaneva allo studio di un modello di struttura più adeguata a malati come lei. Fu così che nel 1996, un anno dopo la sua morte, il marito inaugurò il primo Maggie’s Center.

La volontà di chi ha steso il progetto e di Gruppo Saviola che ha deciso di sostenerlo è dunque quella di riappropriarsi di spazi verdi utili alla cura e al benessere di pazienti, famigliari e operatori: i pazienti si ritrovano in ambienti ariosi, ricchi di verde ed esteticamente piacevoli, facilitando lo scambio di opinioni e la frequenza a corsi finalizzati a sentirsi parte di una comunità più che anonimi fruitori di un servizio sanitario. In pratica l’aspetto psicologico, intimo, percettivo di tutti i fruitori, viene innalzato allo stesso livello di quello medico. L’intervento si propone di trasformare gli spazi verdi esterni favorendo visioni in continuo movimento, grazie alle fioriture, ai cromatismi che cambiano al mutare delle stagioni e alla fauna attratta dagli arbusti scelti.

Una sorta di giardino animato che diventerà ben visibile dalle camere trasformate con le modifiche alle stanze ed alla disposizione delle poltrone e dei letti. Quanto al cortile interno, verranno introdotte numerose specie arboree. L’obiettivo è far sì che il reparto di nuova concezione diventi un luogo di relazione tra uomo, ambiente, paesaggio e territorio. E così la zona di accoglienza si aprirà verso il corridoio comune, e nell’ampliamento della sala d’attesa troverà spazio una serra interna, un piccolo giardino d’inverno, al tempo stesso simbolo e richiamo, presa di coscienza di una malattia da riconoscere, da affrontare ma non da nascondere.

All’interno delle stanze è stata ripensata la disposizione delle postazioni, orientate verso le finestre proprio per beneficiare dell’Healing Garden. Piccole librerie, effetti cromatici, illuminazione distensiva, sedute per i famigliari, fontana di acqua calmante sono alcuni dei tanti accorgimenti. I letti saranno sostituiti da poltrone specifiche per la chemioterapia, regolabili a seconda delle necessità del paziente.

La parte “green” del progetto prende il nome de “I giardini dell’Oglio Po”. Complessivamente comporta una spesa di 160mila euro, il 50% della quale è stata finanziata a fondo perduto grazie ad un bando di Fondazione Cariplo e l’altro 50% proprio da Gruppo Saviola.

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