Cronaca

Rotary COP, conviviale incentrata
sull'enciclica Laudato Si'

È necessario quindi modificare i nostri stili di vita: "Oggi il 73% del riscaldamento viene dal petrolio, il che provoca guerre, e lo stesso accadrà in futuro per l’acqua".

L’ultima conviviale del Rotary Club Casalmaggiore Oglio Po ha preso spunto dall’enciclica Laudato Si’ di Papa Francesco. La serata, che si è tenuta presso il ristorante La Clochette, ha visto la relazione del socio onorario don Luigi Pisani, parroco di Bozzolo. Alla serata erano presenti anche l’avvocato Paolo Antonini, il parroco di Casalmaggiore don Claudio Rubagotti, il leader dei movimenti ambientalisti cremonesi Marco Pezzoni, l’agronomo Paolo Segalla e l’attore e regista teatrale Jim Graziano Maglia. Quest’ultimo ha letto a fine serata la preghiera per la terra contenuta nell’enciclica.

Il presidente Luigi Borghesi ha introdotto la serata evidenziando come la sostenibilità ambientale sia da quest’anno la settima focus area del Rotary International, e che questo era solo il primo degli incontri che il Club vuole dedicare al rispetto e alla difesa dell’ambiente. Ambiente e sviluppo sostenibile alla luce della Laudato Si’ era il titolo della conviviale, e il presidente ha sottolineato come l’enciclica, pur avendo 6 anni di età, mantiene intatta l’insuperabile ricchezza di contenuti nell’attualità.

Don Luigi ha spiegato come la salvaguardia del creato non sia disgiunta da temi quali pace e giustizia: «Credenti e non credenti sono d’accordo che la terra sia eredità comune e dobbiamo riconsegnarla alle future generazioni. Nella Genesi Dio consegna la terra ad Adamo ed Eva che sono custodi del creato, non proprietari». Ha poi spiegato come vada abbandonata la cultura dello scarto puntando a modelli circolari di produzione delle risorse, «in una società come la nostra che è società del consumo, nella quale serve sempre vendere le ultime novità, ma i nostri figli non vogliono essere presi in giro».

Ogni anno, ha aggiunto don Pisani, scompaiono migliaia di specie animali e vegetali, ma oggi la politica, soprattutto in Europa, ha finalmente preso a cuore il problema. A questa emergenza è strettamente connessa la questione dei migranti: «Dai 6 milioni odierni, l’Onu ha stimato che nel 2050 saranno 250 milioni i profughi a causa del clima impazzito. Se va avanti così saremo testimoni di cambiamenti climatici inauditi, questo ci dice il Papa».

È necessario quindi modificare i nostri stili di vita: «Oggi il 73% del riscaldamento viene dal petrolio, il che provoca guerre, e lo stesso accadrà in futuro per l’acqua. Viviamo in un individualismo che è ricerca di soddisfazione immediata, il risultato però sono legami familiari in difficoltà e fatica a riconoscere l’altro».

Paolo Segalla ha sottolineato il ruolo importante che ricopre chi gestisce il potere, mentre Marco Pezzoni, che coordina 40 associazioni ambientaliste (e che pochi giorni dopo ha partecipato con una relazione all’incontro a Milano sul tema con monsignor Mario Delpini) ha affermato che non può esistere giustizia ambientale senza giustizia sociale, agganciandosi alle parole di don Luigi, e che, osservando l’inizio di una legislazione che va nel verso giusto, questa non sia una questione degli ambientalisti ma di tutti.

Don Claudio Rubagotti si è invece soffermato su quello che ognuno di noi può fare, con spirito di sacrificio che significa consumare meno e saper fare un passo indietro.

V.R.

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