Cresce la rete delle fattorie
sociali nelle campagne
Una realtà che nel corso di quasi un decennio ha visto aumentare di 7 volte il numero delle fattorie impegnate nel sociale in grado di offrire oggi un valore di servizi sanitari ed educativi che ha raggiunto il miliardo di euro secondo le stime della Coldiretti.
Dall’ippoterapia ai percorsi agricoli sensoriali in handbike fino al reinserimento lavorativo per detenuti: sono solo alcuni dei progetti presentati durante l’ultimo corso organizzato da Terranostra Lombardia rivolto alle aziende agricole che andranno a rafforzare la rete delle fattorie sociali in regione. Lo rende noto la Coldiretti Lombardia in occasione della IV conferenza nazionale sulla famiglia, dal titolo “Famiglie protagoniste. Politiche per il presente e il futuro del Paese”, che si è svolta con il presidente del Consiglio Mario Draghi a Palazzo Rospigliosi a Roma.
In tutta Italia – spiega la Coldiretti – sono 9mila le fattorie sociali nate in campagna per sostenere le famiglie in difficoltà, gli anziani, i bambini, i disabili e le fasce più disagiate della popolazione travolte dalla crisi generata dalla pandemia, anche attraverso la prima rete nazionale promossa da Coldiretti per offrire nuovi servizi nelle campagne dove all’aria aperta è più facile il rispetto del distanziamento e minori i rischi di contagio Covid.
Dagli agriasili per i bambini agli orti sociali per gli anziani, dalla cura delle dipendenze al reinserimento lavorativo, dagli agriospizi alla pet therapy, dall’assistenza sanitaria e psicologica all’integrazione culturale, sono solo alcune delIe opportunità offerte dal nuovo welfare “verde” al tempo del Covid per affiancare – sottolinea la Coldiretti – il sistema dei servizi pubblici messo sotto pressione. Una realtà che nel corso di quasi un decennio ha visto aumentare di 7 volte il numero delle fattorie impegnate nel sociale in grado di offrire oggi un valore di servizi sanitari ed educativi che ha raggiunto il miliardo di euro secondo le stime della Coldiretti.
Nell’ultimo anno a livello nazionale – continua la Coldiretti – oltre 40mila famiglie hanno usufruito dei servizi nati grazie all’impegno sociale degli agricoltori con azioni di aiuto e sostegno a disabili motori e cognitivi, a persone con autismo, a detenuti ed ex detenuti, a minori disagiati o con difficoltà di apprendimento, a donne vittime di abusi, ad anziani, a persone con problemi relazionali oppure con dipendenze fino ai disoccupati e agli stranieri.
“Ma la difesa della famiglia – commenta Paolo Voltini, presidente di Coldiretti Lombardia – passa anche dalla tutela della salute dei suoi componenti, a partire dalle nuove generazioni. Con i nostri progetti di educazione alimentare nelle scuole, negli ultimi due anni scolastici pre Covid solo qui in Lombardia siamo riusciti ad incontrare più di 50mila bambini attraverso le lezioni in classe, le visite in fattoria, le attività nei mercati”.
“Un impegno a favore della famiglia reso possibile anche dal fatto che l’agricoltura è ancora oggi essa stessa una questione familiare” ha spiegato Ettore Prandini, presidente nazionale di Coldiretti, nel ricordare che “nel mondo e così anche in Italia 9 aziende su 10 sono a conduzione familiare e producono l’80 per cento del cibo globale. Un modello che va sostenuto combattendo lo spopolamento rurale garantendo il giusto reddito ma anche la presenza di servizi, che vanno potenziati e non dismessi”.
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