Politica

Viadana, interrogazione per
il centro diurno della Grassi chiuso

Le anime politiche che compongono la minoranza chiedono lumi al Consiglio Comunale con un'interrogazione che punta a migliorare la situazione del personale nella Casa di Riposo Grassi dove il nocciolo della questione è il servizio legato al "Centro diurno".

Le anime politiche che compongono la minoranza chiedono lumi al Consiglio Comunale con un’interrogazione che punta a migliorare la situazione del personale nella Casa di Riposo Grassi dove il nocciolo della questione è il servizio legato al “Centro diurno”. Il documento firmato dai consiglieri parte con la premessa sulle difficoltà sanitarie ed economiche emerse con la pandemia con le strutture ricettive messe sotto pressione ed in continua difficoltà.Tale  premessa si addentra anche nei numeri locali causati dal Covid.

“La situazione sanitaria ha avuto una indubbia ricaduta sulla gestione dei servizi erogati dalla struttura (vedi per esempio sospensione del “centro diurno” di ricovero), il calo del turnover sui posti letto che ha generato una sensibile riduzione delle entrate per la Fondazione tale da non poter garantire gli stessi equilibri di natura finanziaria che si erano consolidati durante i precedenti esercizi. Tale emergenza avrebbe portato il Consiglio di Amministrazione della struttura ad aumenti contenuti, calmierati da una lunga discussione avvenuta tra il C.d.a della Fondazione e il comitato dei parenti, ed in seguito al dibattito prodotto dalle minoranze in Consiglio Comunale che ha convinto l’Amministrazione Comunale ad erogare un contributo pubblico di circa 80.000 euro”.

“La realtà del “centro diurno” è sempre stata un servizio importante per le famiglie e con un riscontro positivo per i partecipanti in quanto luogo ricreativo, di socializzazione, di confronto e che permette il consolidamento o l’instaurazione di relazioni interpersonali;
che il servizio diurno andrebbe quindi riattivato il prima possibile. Per questo chiediamo al Sindaco del Comune di Viadana, in qualità di massima autorità sanitaria e di “controllore” della Fondazione: quali azioni pensa di mettere in atto per poter erogare nuovamente il servizio? Per quale data le famiglie potranno ricominciare ad usufruirne? A quante unità ammonta il personale infermieristico e il personale O.s.s. che nell’ultimo biennio hanno rassegnato le dimissioni? La Fondazione si è già mobilitata per l’assunzione di personale che sia in grado di dare forza e lungimiranza al progetto diurno e agli altri servizi erogati dalla casa di riposo?”.

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