Cronaca

No Green Pass in piazza, l'ex
Salvatore: "Cresce la resistenza"

"Idealmente vi vorrei tutti qui con me. Tutti qui con me perché tantissime persone hanno fatto la stessa scelta: medici, infermieri, semplici persone hanno perso il lavoro. Poi è arrivato l'invito da Trieste: veniteci ad aiutare". GUARDA FOTOGALLERY, SERVIZIO TG DI CREMONA 1 E DISCORSO INTEGRALE

Erano circa 150 le persone che hanno riempito piazza Turati per portare la loro solidarietà all’ex assessore ai servizi sociali Gianfranco Salvatore, rimosso dal suo incarico e sostituito per essersi opposto sia al vaccino che al tampone, e dunque non in grado di portare avanti le proprie funzioni in presenza. No green pass, no vax, per la gran parte non casalaschi (anche se qualche volto conosciuto c’era). Da Trieste è giunto Stefano Puzzer con altri due colleghi – o fratelli come si chiamano tra loro – portuali. Ingenti anche le forze dell’ordine schierate in una manifestazione che non ha creato comunque nessun problema di ordine pubblico. Carabinieri, Polizia, Polizia Municipale, in divisa e in borghese.

Ai manifestanti in piazza sono state distribuite fasce tricolori listate a lutto perchè, a detta di una delle organizzatrici dell’incontro “Sta accadendo qualcosa di gravissimo, la Costituzione sta venendo calpestata e uccisa”. L’incontro è iniziato con l’inno nazionale Anche la scelta dell’inno iniziale, intonato da un coro preregistrato di voci bianche, non è stato una scelta casuale. “Tra le prossime mosse di questo governo – ha ripetuto la stessa voce del precedente pensiero – c’è quella di vaccinare i bambini e pensiamo sia una cosa molto grave”. Dopo i due momenti iniziali e qualche coro la parola è passata all’ex assessore Salvatore.

“Sono emozionato e anche preoccupato. Emozionato perché non mi aspettavo questo regalo di alcuni amici che mi hanno fatto trovare servito quest’incontro. Di questo appuntamento non ne sapevo nulla ed è stata una piacevolissima sorpresa. Sono preoccupato perchè sono vicino a una persona pericolosissima (naturalmente la frase è ironica, ndr) che è Stefano Puzzer. Non mi aspettavo nemmeno la sua di presenza e per me è stata una sorpresa grande e molto gradita. Quello che sta succedendo oggi credo che sia sintomatico di come questa resistenza che si sta muovendo in Italia stia funzionando. Sta funzionando per solidarietà, sta funzionando per passaparola, sta funzionando per amicizia e questa credo che sia la cosa più bella. Questi sentimenti che ci sono stati impediti, vietati, in questo anno e mezzo, in questi due anni stanno risorgendo dal basso con una forza che loro non si aspettavano e questo credo che sia determinante”.

L’ex Assessore ha voluto ripercorrere la sua vicenda: “La cosa è stata semplice, anzi, mica tanto. Diciamo che sin dall’inizio della pandemia, dopo i primi due o tre mesi in cui effettivamente non ci si capiva nulla io ho cominciato ad avvertire qualche dissonanza, qualcosa che non funzionava nel racconto che ci veniva fatto. Leggevo di cifre strane, leggevo di comportamenti strani, sentivo medici che mi dicevano che era una polmonite, che le polmoniti erano sempre state curate tutti gli anni e che i pazienti guarivano. Poi dal ministero ci è arrivata l’indicazione di tachipirina e vigile attesa e abbiamo obbedito ovviamente e da lì è iniziata la catastrofe. Passato questo momento dove effettivamente c’era sgomento, c’era confusione,  e nessuno capiva cosa stesse succedendo le cose si sono via via chiarite. Io mi sono trovato sempre più perplesso rispetto alla gestione della pandemia e di quello che ci veniva raccontato. Queste perplessità via via le esponevo anche in giunta ai miei assessori, ai mie colleghi, ai miei ex colleghi, al sindaco e loro mi guardavano strano, come se fossi un alieno. Io portavo documentazione, portavo tutto quello che potevo portare per far capire che succedeva qualcosa di diverso da quello che ci raccontavano in TV e in radio e i nostri giornalisti hanno fatto davvero un pessimo servizio a questa informazione e mi dispiace perché é una categoria preziosissima. Meno male che c’è qualche TV, qualche eccezione che si distingue dalla massa che sta formnendo per fortuna una informazione corretta, una informazione al di fuori dagli schemi. Dopo tutto questo tempo in cui in giunta mi sentivo sempre più a disagio e rispetto a quello che accadeva vedevo il mio sindaco che da bravo soldatino rispondeva agli inviti. L’apertura del centro vaccinale, la piena disponibilità, la distribuzione di mascherine a tutti, ai bambini, alle scuole. Dal mio asessorato dipendeva l’asilo e lì sono successe cose che mai avrei immaginato: le bolle, le bolle dove i bambini non si potevano nemmeno toccare, dove non si potevano abbracciare. Ma quando mai si è visto che un bambino non può abbracciare un altro bambino! Ma quando mai è successo nella storia dell’umanità! Quando è arrivato il 15 di ottobre, data famosa che segnerà uno spartiacque tra il prima e il dopo mi sono posto la domanda, anche se la risposta la conoscevo già – e adesso cosa faccio? – Vaccinarmi avevo già espresso in maniera chiara alla mia giunta che non avevo nessuna intenzione, il green pass, ottenere questo lasciapassare verde rilasciato guardacaso dal ministero delle Finanze, no ed allora ho comunicato che non avrei fatto nemmeno i tamponi per ottenere il green pass. Vorrei precisare che questa scelta non è giudicante nei confronti di nessuno. Io sono perfettamente consapevole che ci sono padri di famiglia con mutui da pagare e bambini piccoli che non si possono permettere una scelta così radicale e a loro va tutta la mia solidarietà. Volevo dire che questo evento oggi è successo perché io ho fatto qualcosa e in qualche modo è andato sui giornali. Ma quanti di voi hanno fatto la stessa cosa e non si è saputo niente”.

QUI SOTTO IL SERVIZIO TG DI CREMONA 1

A quel punto del discorso Salvatore ha chiamato le masse ad approssimarsi a lui: “Idealmente vi vorrei tutti qui con me. Tutti qui con me perché tantissime persone hanno fatto la stessa scelta: medici, infermieri, semplici persone hanno perso il lavoro. Poi è arrivato l’invito da Trieste: veniteci ad aiutare. E ho fatto la scelta sciagurata: sono andato a portare solidarietà a delle persone che stavano difendendo la democrazia e la Costituzione. Con alcuni amici abbiamo organizzato il viaggio e ci siamo fermati due giorni, abbiamo trovato un clima di amicizia, persone che hanno aperto la loro casa per darci da dormire, non ci conoscevano, non sapevano chi fossimo eppure hanno aperto la loro casa. Abbiamo conosciuto Stefano, i loro colleghi, abbiamo conosciuto delle persone straordinarie che avevano un solo difetto, quello di pensare. I quel momento ho capito che non era tutto perduto, che qualcosa si poteva fare. Da lì sono successe, parlo di me, di Casalmaggiore, del Casalasco, di questa piccola terra che è sempre stata un po’ sonnacchiosa, un po’ tranquilla, un po’ simile al fiume che l’attraversa, questa cosa ha risvegliato le coscenze. Questa cosa che è successa, con gli idranti sprizzando addosso a persone che stavano recitando il rosario in ginocchio con le mani alzate è stata una cosa devastante. Quello che è successo a Trieste è stato preso a pretesto per liberarsi di me perché un elemento in giunta che osava pensare, esava esporre e proporre delle riflessioni contrarie a quello che era il mainstream, quello che il potere diceva e al quale tutti obbedivano è stata la fine. Mi hanno detto o ci ripensi o non possiamo fare diversamente. Io non contesto la scelta perché l’assessorato è un mandato fiduciario del sindaco. Quello che contesto è questo: che una persona delle istituzioni, come un sindaco, o un assessore, parlo anche dei miei colleghi che pochi mesi fa hanno consegnato la costituzione in mano a neo 18enni con tanto di intervista e di fotografia sui giornali, intanto che nello stesso momento quella costituzione veniva usata come carta igienica dal presidente della repubblica e dal presidente Draghi, ecco questa cosa mi fa gridare all’ipocrisia. Non è così che si fa. Io sono figlio di un carabiniere e nipote di un carabiniere. Sono stato educato non alla legalità come dice il mio sindaco ma alla giustizia e sono due concetti profondamente differenti. In coscienza non me la sono sentita ed ho detto alla giuta di prendere la decisione, io sono molto libero e grazie a questa libertà mi sento di dire che grazie a questo nel casalasco come in tante altre città stanno nascendo spontaneamente gruppi di resistenza che si stanno attrezzando sia per fare abolire il green pass e la vaccinazione obbligatoria ma soprattutto per progettare una città e una civiltà diversa. Su questo noi ci crediamo tantissimo”.

QUI SOTTO IL DISCORSO INTEGRALE DI SALVATORE

Dopo Salvatore è stato il turno dei portuali, e di Stefano Puzzer. Puzzer ha portato la propria solidarietà a Gianfranco Salvatore, spiegando che la sua battaglia era anche più difficile di quella dei portuali di genova che erano una moltitudine mentre l’ex assessore era solo. “Quello che è accaduto a Gianfranco è una cosa che uno Stato normale non avrebbe fatto. E siamo alla vergogna, una deriva costituzionale a tutti gli effetti dopo quanto è avvenuto a Trieste e a Roma. Sentire le parole di Gianfranco ci fa capire che noi ok, noi abbiamo fatto da scintilla d’Italia, ma è grazie a persone come lui se negli occhi nostri e dei nostri colleghi e di tutti i cittadini italiani che si stanno ribellando a questa dittatura sta crescendo la speranza, la fiducia. Noi eravamo comunque il 500 a darci man forte, Gianfranco era solo e scusate il francesismo ma noi restiamo sempre dei lavoratori portuali, ha avuto le palle per imporsi da solo. Siamo venuti noi a vedere Gianfranco oggi, non siamo venuti noi per farci vedere”.

N.C.

 

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