Cronaca

Gdf, l'indagine: "Ingenti profitti
a discapito della collettività"

La finanza ha poi richiesto gli elenchi dei cittadini romeni residenti, nonchè di quelli irreperibili, ai Comuni di Castelleone, Soresina, Annicco e Casalmorano, località dove è radicata una folta comunità romena composta da persone originarie di Craiova e Sadova.

Ci sono anche due romeni residenti a Cremona tra le persone accusate di essere membri di una associazione a delinquere finalizzata alle estorsioni e al conseguimento di erogazioni pubbliche, tra cui, in particolare, il reddito di cittadinanza. Si tratta di Catalin Tanase, 27 anni, e Claudiu Tanasie, 42 anni, finiti agli arresti insieme ad altre 14 persone nell’operazione della guardia di finanza di Cremona e Novara su disposizione della procura di Milano. Oltre 9mila gli indagati a piede libero.

L’associazione a delinquere era finalizzata a far ottenere a circa 6.200 soggetti il beneficio del reddito di cittadinanza pur non avendone diritto, in quanto mai residenti in Italia, o comunque non residenti in Italia da almeno 10 anni, causando un danno all’erario quantificato in 14 milioni e 600 mila euro, pari al reddito indebitamente percepito fino alla revoca.

Secondo gli inquirenti, Oscar Nicoli, 46 anni, di Milano, e Njazi ToshKesi, 38 anni, albanese residente a Milano, avevano il ruolo di promotori: soci della Nova Servizi Srl, impresa che opera in convenzione sia con il Patronato Sias che con il Centro di assistenza fiscale Mcl (Movimento cristiani lavoratori), luoghi dove sono state istruite la maggior parte delle pratiche per l’ottenimento del reddito di cittadinanza. In sostanza, gli indagati ricevevano da soggetti romeni meri elenchi di persone, mai identificate e non presenti all’atto della presentazione dell’istanza, di cui erano assolutamente incerte identità, dati anagrafici e residenza, e si adoperavano, a fronte del corrispettivo di 10 euro a persona, per far ottenere loro il beneficio.

Altri complici, invece, avevano il ruolo di procacciatori di identità: si procuravano numerosissimi nominativi e documenti di identità, nonchè codici fiscali da consegnare a Patronato Sias e Caf Mcl per far ottenere a soggetti privi di requisito, dapprima il Isee, e poi il reddito di cittadinanza. Altri ancora, tra cui i due residenti a Cremona, consegnavano ai due promotori e ad altri dipendenti del Patronato e del Caf, liste di soggetti romeni, attestandone falsamente la residenza in Italia.

“Un modus operandi sistematico e collaudato”, si legge nella corposa ordinanza del gip Teresa De Pascale. Le indagini degli uomini della guardia di finanza, per Cremona guidati dal colonnello Cesare Maragoni, iniziate nel dicembre del 2020, hanno svelato “un diffuso sistema di frode”: cittadini romeni regolarmente iscritti all’anagrafe della popolazione residente nel Comune di Cremona avevano inoltrato domanda per l’ottenimento del reddito di cittadinanza all’Inps di Milano invece di quello di Cremona, dichiarando di risiedere falsamente nella città meneghina. Molte di queste persone avevano “dolosamente” veicolato domanda a Milano in quanto un altro soggetto appartenente allo stesso nucleo familiare già percepiva il beneficio in relazione ad una domanda presentata a Cremona.

Gli accertamenti sono stati estesi a romeni appartenenti a nuclei familiari originari di Craiova e Sadova, che nel tempo sono stati cancellati dal Comune di Cremona per dichiarata “irreperibilità”, e in relazione ai quali, consultata la banca dati dell’Agenzia delle Entrate, non risultava che avessero mai stabilito, successivamente a quella data di cancellazione, la residenza anagrafica presso altri Comuni dello Stato. Gran parte di essi aveva presentato domanda all’Inps di Milano, dichiarando falsamente di aver risieduto in Italia per almeno 10 anni e di essere residenti a Milano.

La finanza ha poi richiesto gli elenchi dei cittadini romeni residenti, nonchè di quelli irreperibili, ai Comuni di Castelleone, Soresina, Annicco e Casalmorano, località dove è radicata una folta comunità romena composta da persone originarie di Craiova e Sadova.

All’esito delle indagini sono state accertate 9.158 posizioni di romeni che percepivano irregolarmente il reddito di cittadinanza. Le istanze esaminate erano state inoltrate all’Inps principalmente tramite il Patronato Sias 492 di Milano, il Caf Mcl di Milano e il Patronato Sias 352 di Cinisello Balsamo. Le istanze erano istruite da dipendenti e soci della Nova Servizi Srl di Milano legalmente rappresentata da Oscar Nicoli.

“Il gruppo criminale”, scrive il gip nelle 159 pagine di ordinanza di custodia cautelare, “ha dimostrato proficua organizzazione ed estrema professionalità nel delitto, capace di insinuarsi nelle maglie della burocrazia volta alla predisposizione e all’istruzione di pratiche del reddito di cittadinanza per ottenere indebiti ed ingenti profitti a discapito della collettività, la cui gravità è anche caratterizzata dall’attualità delle condotte illecite poste in essere e da una naturale propensione alla sistematica commissione di illeciti della stessa specie, costituenti, per alcuni, l’unica fonte di sostentamento. Un sodalizio criminale consolidato e permanente nel tempo, un’associazione criminale estremamente pericolosa e organizzata professionalmente, per la quale il rischio di reiterazione di reati della stessa indole è concreto, attuale ed elevatissimo”.

Sara Pizzorni

 

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