Arte e fede: il Museo
Diocesano è diventato realtà
Il pomeriggio è iniziato alle 16 con la celebrazione dei Primi Vespri presieduta dall’arcivescovo di Milano e metropolita di Lombardia, mons. Mario Delpini, affiancato dal vescovo di Cremona, mons. Antonio Napolioni.
Il Museo Diocesano è da venerdì diventato realtà. Con l’avvio delle celebrazioni per S.Omobono, nel pomeriggio, in cattedrale, gli ambienti sotterranei della Curia, opera dell’archiettto Faustino Rodi e riadattati da Giorgio Palù, della Curia hanno svelato per la prima volta i tesori d’arte sacra provenienti dalla diocesi, 120 opere suddivise in 12 sale organizzate secondo un percorso tematico.
Il pomeriggio è iniziato alle 16 con la celebrazione dei Primi Vespri presieduta dall’arcivescovo di Milano e metropolita di Lombardia, mons. Mario Delpini, affiancato dal vescovo di Cremona, mons. Antonio Napolioni. Poi, è stato presentato il nuovo spazio espositivo con l’intervento della direttrice dei Musei Vaticani, Barbara Jatta, che ha parlato di Musei Vaticani, un viaggio fra storia, arte e fede. A seguire, mons. Delpini ha benedetto l’ingresso del Museo, quindi è iniziata la visita delle sale insieme alle autorità.
Il pubblico potrà accedere allo spazio espositivo da sabato 13 novembre con due giornate di ingresso gratuito su prenotazione, subito andate esaurite; quasi 1.500 le adesioni.
IL PERCORSO ESPOSITIVO – Si parte dalle origini della Chiesa cremonese, dalla pietra di fondazione della Cattedrale a testimonianze degli insediamenti più antichi sul territorio. Segue la sala dell’iconografia della Vergine Maria Assunta, titolare della Cattedrale e patrona della diocesi insieme a sant’Omobono; quindi la sala dei crocifissi, con una collocazione speciale per la Grande Croce della Cattedrale; i santi intercessori; la sala del Tesoro dei Visconti di Pizzighettone; la sala della Tavola di Sant’Agata. Accanto alla ghiacciaia, che si può intravedere attraverso una vetrata, impreziosisce l’offerta del Museo Diocesano la collezione di arte sacra del cavalier Giovanni Arvedi e della moglie Luciana Buschini, convinti e appassionati sostenitori del progetto. Si tratta di opere provenienti soprattutto dal centro Italia datati tra XII e XV secolo.
PROSSIMO INTERVENTO: IL PIANO NOBILE – Proprio grazie al finanziamento della Fondazione Arvedi Buschini ciò che si era iniziato a pensare in passato oggi è stato concretizzato, sotto la supervisione dell’Ufficio diocesano per i Beni culturali ecclesiastici diretto da don Gianluca Gaiardi, che ha preso il testimone da monsignor Achille Bonazzi. Un percorso articolato seguito passo dopo passo della Soprintendenza dei beni culturali di Mantova, guidata dal dottor Gabriele Barucca.
In cantiere intanto c’è già un ampliamento dello spazio espositivo. Il prossimo passo, infatti, sarà il restauro dei saloni di rappresentanza, della cappella privata del vescovo e dell’antico studio episcopale per ospitare la collezione degli arazzi e i corali miniati della Cattedrale. Un ulteriore tassello che potrà essere realizzato grazie al contributo di Regione Lombardia e Fondazione Cariplo.
Il nuovo Museo Diocesano va così a completare il grande progetto di un vero e proprio Parco Culturale Ecclesiale con il Battistero e il Museo Verticale del Torrazzo (che dall’inaugurazione del novembre 2018 ha già fatto registrare un significativo aumento delle visite e un crescente interesse dei visitatori) e, al suo centro, la magnifica Cattedrale di Santa Maria Assunta.
Un polo culturale, dunque, che con ambizione intende diventare punto di riferimento capace di aiutare tutti i cremonesi, i turisti e in particolar modo i giovani, a recuperare la memoria del passato da cui veniamo, mostrando in questo luogo, “meraviglia dell’anima” (come recita il claim che invita alla scoperta del Museo e dei suoi capolavori), l’umanità della fede e la gratitudine per una bellezza capace di salvare e di unire.
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