No ai vandalismi. Flash Mob
della Diotti al parco di via Italia
"Invitiamo tutti i ragazzi come noi a far muro contro gli incivili, dimostrando di saper tradurre in azione i fondamenti della cittadinanza attiva, come il rispetto del bene comune, che sia la scuola sia la nostra famiglia ci insegnano. Non siamo omertosi e non copriamo o spalleggiamo questi nostri coetanei"
Hanno mani che battono il tempo, formano cuori in aria, si alzano al cielo. Sono ragazzi e ragazze, con gli occhi che spuntano dietro maschere bianche. No, non quelle del Covid (presenti anch’esse), ma maschere studiate per il flash mob. Un flash mob a difesa del villaggio degli elfi, attaccato dall’infinita stupidità di ragazzi poco più grandi di loro, difeso dai volontari del parco di via Italia e dai ragazzi e ragazze della Santa Federici che quel piccolo pezzo di mondo se lo sono presi a cuore. Hanno mani che battono il tempo e speranze, dietro le maschere. Ed occhi grandi, e anime che vibrano, e tanta leggerezza. La leggerezza dei loro anni, che sono più pensati e meno vuoti di quelli che tanti pensano. Hanno deciso loro di scendere in campo, di farsi cittadinanza attiva, quando dirigente scolastica ed insegnanti hanno messo loro di fronte quello che era successo al parco. Di dire no alla stupidità e all’ignoranza di chi negli ultimi mesi soprattutto ha preso di mira il villaggio degli elfi e la casetta del book crossing.
Ieri alle 12, nel parco di Via Italia, 1D e 2D della Scuola Media Diotti hanno manifestato il loro dissenso contro gli atti vandalici che hanno martoriato il parco di via Italia. Sono stati gli elfi forse – che non ci sono più da tempo anche se in quel pezzo di verde aggrappato all’argine hanno lasciato le loro dimore – a risvegliare in tanti di loro un senso di disagio, una sana rabbia e indignazione di fronte alla stupidità, l’infinita stupidità umana. Ne incontreranno altra, ne incontreranno tanta nella vita da indignarsi ancora, da provare altra rabbia ed altra inquietudine. Ma sino a quando avranno mani a battere il tempo, e cuori grandi, e cuori in aria e cieli da guardare terranno accesa una piccola speranza.
Hanno brave insegnanti a supportarli, in questo caso Lucilla Valenti e Anastasia Viti. E una dirigente, Cinzia Dall’Asta, che ha prima stimolato il loro senso critico e poi sostenuto la loro indignazione. Hanno gridato basta ai vandalismi, basta alla stupidità. Hanno frapposto alla cultura del nulla, del vuoto cosmico, dei genitori assenti e menefreghisti o più incivili dei loro figli (perché a portare via le piante dall’orto botanico realizzato per le api in fondo al parco con scienza e coscienza non sono stati certamente ragazzini) quell’ AMA LA TUA CITTA’ che ha risuonato forte. Bella anche l’idea del cartellone: a realizzarlo un allievo di seconda, Maicol Ruocco.
A guardarli ieri (e con un po’ di orgoglio), anche alcuni genitori. E c’erano presenti anche l’assessore ai servizi scolastici Sara Valentini e il presidente del Consiglio Comunale Francesco Ruberti. “Subito dopo l’evento funesto – ha spiegato Cinzia dall’Asta – degli atti vandalici alla casa degli elfi ho chiesto ad alcune classi di esprimere il proprio dissenso, se questo fosse stato un sentimento condiviso, e le risposte sono state interessanti. Da subito due classi, la prima D e la seconda D si sono attivate per realizzare questo flash mob dimostrativo, la classe terza A è stata coinvolta ed ha scritto una lettera che vogliono consegnare alla stampa e al sindaco. In tempi rapidissimi l’alunno Maicol Ruocco della seconda E ha seguito un bellissimo disegno. Avremmo voluto un coinvolgimento più ampio ma non era possibile far passare più tempo. Questo è solo un inizio nella speranza che ci sia sempre più dissenso nei confronti di queste azioni”.
La lettera della terza A consegnata all’assessore e alla stampa dice così: “Ecco. È accaduto di nuovo! Ma perché? Questa la nostra prima reazione quando abbiamo letto l’articolo sull’ennesimo atto vandalico commesso da alcuni nostri coetanei. Muri imbrattati, panchine divelte, bottigliette e lattine abbandonate a pochi metri dai cestini nelle aree verdi sono purtroppo all’ordine del giorno. E ora, dopo la casetta del Bookcrossing, è toccato alla casetta degli elfi nel parco di via Italia. Abbiamo visto il video girato da un passante che riprende due ragazzi più o meno della nostra età che con violenza inaudita prendono a calci la casetta. Quale soddisfazione si può provare nel commettere un simile gesto? Nel distruggere un bene comune? Non ne abbiamo idea, non c’è una spiegazione razionale per un simile atto, oltretutto commesso con grande spavalderia sotto gli occhi dei presenti. Ma siamo davvero stanchi di chi si crede furbo comportandosi così! Anche perché poi spesso, agli occhi degli adulti, la colpa di pochi si estende a tutti: quante volte ci siamo sentiti dire che noi giovani siamo maleducati e irrispettosi?! Tante. Ma non è così, non siamo tutti così! Non andiamo tutti in giro a prendere a calci le casette degli elfi! Per questo abbiamo deciso di scrivere ai giornali locali per prendere le distanze da simili atti e per esprimere tutta la nostra indignazione. La stessa indignazione che abbiamo provato quando, alcuni mesi fa, arrivando a scuola, abbiamo visto il cellophane della serra, che poco tempo prima un genitore aveva allestito nel suo tempo libero con tanta passione, tagliato in più punti. Perciò invitiamo tutti i ragazzi come noi a far muro contro gli incivili, dimostrando di saper tradurre in azione i fondamenti della cittadinanza attiva, come il rispetto del bene comune, che sia la scuola sia la nostra famiglia ci insegnano. Non siamo omertosi e non copriamo o spalleggiamo questi nostri coetanei “deficienti” nel senso etimologico del termine che deriva dal latino e indica chi è privo di qualcosa. Di che cosa sono privi? Sicuramente del senso civico! Per concludere avremmo anche un consiglio da dare ai ragazzi che abbiamo visto nel video: provate a convogliare le stesse energie con cui avete preso a calci la casetta degli elfi verso qualcosa di più costruttivo, dedicatevi con passione allo studio, alla pratica di uno sport, a qualche attività di volontariato! Vi assicuriamo che è molto più gratificante!“.
Il flash mob è durato una decina di minuti. Pochi, ma abbastanza per tenere accesa una piccola luce. Quella del pensiero e della speranza. Non tutti i ragazzi sono come quegli imbecilli del filmato che li ritrae a dare calci alle casette, identificati e comunque, per quel che ne sappiamo, rimasti impuniti. Non tutti sono come quelli che hanno sfondato la finestra della casetta del book Crossing facendo seri danni. E non tutti i genitori sono come quelli – altrettanto imbecilli – che hanno portato via alle mani dei bambini che li avevano seminati, con asporto chirurgico, le piante di rosmarino e quelle dei fiori. Quelli di ieri mattina, ragazzi ed insegnanti, hanno mani che battono il tempo, indignazione, rabbia ma soprattutto una piccola speranza. Che ci possa davvero essere un mondo migliore in cui vivere. Un modo migliore d’essere.
Che questo mondo possa partire da ognuno di loro. Da pensieri pensati e da mani che si alzano al cielo.
Nazzareno Condina