Salute

Casalmaggiore, AFM e Lions insieme
per lo screening per rischio diabete

L'iniziativa si terrà martedì 16 novembre, presso la farmacia Comunale di Piazza Garibaldi, a partire dalle 8.30 sino alle 12.30. E' stato calcolato che sarà possibile effettuare solamente una decina di screening perché l'esame della glicata richiede una ventina di minuti per la refertazione, ma è un segnale. GUARDA IL SERVIZIO TG DI CREMONA 1

Il diabete mellito è una malattia a crescente diffusione in tutto il mondo, caratterizzata da un eccesso di zuccheri (glucosio) nel sangue, che viene definito iperglicemia. Solo in Italia sono oltre 3 milioni i malati diabetici, il 90% dei quali di diabete di tipo 2, ma si stima che vi siano oltre un milione di persone con problemi di diabete non ancora scoperto. Il diabetico, come dicevamo, ha problemi con il glucosio. Il glucosio costituisce la principale fonte di energia per la cellula, ma il soggetto diabetico non può utilizzarlo correttamente come carburante in quanto manca dell’ormone insulina (diabete di tipo 1 o giovanile) oppure, pur non essendo carente di questa sostanza, soffre di un suo difetto di funzionamento (diabete di tipo 2 o dell’adulto). L’insulina funge da apriporta per l’ingresso intracellulare di glucosio che viene poi bruciato a fini energetici.

La diagnosi precoce, così come la cura possono evitare – seppur non purtroppo del tutto – complicanze che possono presentarsi nel corso degli anni. In quest’ottica, e grazie alla collaborazione tra AFM Casalmaggiore guidata da Marco Ponticelli e Lions Club Casalmaggiore guidato dal dottor Paolo Bini è nata l’idea di uno screening gratuito del rischio diabete. Uno screening di quelli ben pensati poiché non è la semplice prova del dato glicemico (poco indicativo, come dato singolo) ma alla glicemia – che dà il dato in tempo reale – viene associata la misurazione dell’emoglobina glicata, parametro fondamentale di diagnosi e – per i diabetici – dell’andamento del livello di glucosio nel sangue negli ultimi tre mesi. Che significa? Che una glicemia fuori range è un dato da verificare ulteriormente (può dipendere da più fattori e non sempre associati al diabete) mentre una glicata fuori range è una sentenza piuttosto chiara. Alla misurazione della glicemia e della glicata viene associata la misurazione della pressione arteriosa, della circonferenza vita e viene anche fatta un’anamnesi completa. Un esame che non è il solito screening, ma richiede tempi un po’ più lunghi.

L’iniziativa si terrà martedì 16 novembre, presso la farmacia Comunale di Piazza Garibaldi, a partire dalle 8.30 sino alle 12.30. E’ stato calcolato che sarà possibile effettuare solamente una decina di screening perché l’esame della glicata richiede una ventina di minuti per la refertazione, ma è un segnale. Un inizio di un percorso che – da quanto fatto capire da Lions e AFM – prevederà altre puntate.

Gli esami saranno effettuati a cura di un medico, sempre presente nella mattinata e delle farmaciste che hanno deciso di prestare la loro preparazione e le loro competenze in forma volontaria all’esame in questione. AFM è già dotata di tutte le apparecchiature per refertare il sangue. Il consiglio è quello di presentarsi a digiuno, o almeno due ore dopo la colazione per non invalidare l’esame. Essendo pochi i posti disponibili servirà prenotarsi allo 037542221.

“Abbiamo colto l’occasione – ha spiegato il presidente di AFM Marco Ponticelli – della giornata del diabete che è prevista per domenica e della ricorrenza, a cento anni esatti, della scoperta dell’insulina come elemento di regolazione della glicemia”. Furono due medici canadesi, Frederick Grant Banting e Charles Herbert Best (quest’ultimo all’epoca degli esperimenti ancora studente), a isolare per la prima volta nel 1921 l’isletina, oggi nota come insulina. Da lì la scoperta che rivoluzionò la vita dei diabetici, che finalmente avevano una possibilità di cura. Prima delle iniezioni di insulina i diabetici morivano in tempi abbastanza brevi e tra grandissime sofferenze. Nel 1922, sempre in Canada, Leonard Thompson, un ragazzo di 14 anni che rischiava di morire di diabete in un ospedale di Toronto, divenne la prima persona a ricevere un’iniezione di insulina. Il risultato fu incredibile: entro 24 ore, i livelli pericolosamente alti di glucosio nel sangue di Leonard scesero a livelli quasi normali, salvandogli la vita. Le notizie sulla possibilità di iniettare l’insulina si diffusero rapidamente in tutto il mondo e, forte del primo successo, Frederick Banting con l’aiuto del collega John Macleod, sviluppò una forma di insulina più pura, prodotta dal pancreas bovino. A sottolineare l’importanza di questa scoperta, nel 1923 Banting e Macleod ricevettero il premio Nobel per la medicina.

I decenni successivi furono cruciali per sviluppare diverse varietà di insulina, tutte di origine estrattiva animale, con durata d’azione più rapida o più lenta, che portarono alla capacità di coprire le necessità di insulina per le persone con diabete durante le 24 ore, salvando così milioni di vite. Si attese però fino al 1978 per finalizzare la prima insulina umana ottenuta per via sintetica con molti vantaggi associati, compreso quello di eliminare tutte le possibili reazioni allergiche.

“Come Lions – ha spiegato il dottor Paolo Bini – ci siamo occupati negli anni della vista e delle cecità reversibili, poi anche di quelle irreversibili. Alcune delle complicanze del diabete, glaucoma e retinopatia diabetica, possono portare alla cecità. Abbiamo deciso di collaborare con AFM nella speranza che non sia chi sa già di averlo a venire a fare uno screening, ma che si possa fare a chi magari non sa neppure di averlo. Ci sono almeno un milione di persone che sono diabetiche ed ancora non lo sanno”.

Nazzareno Condina

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...