Covid, Canino: "Cremona niente
quarta ondata, avanti con vaccini"
Non resta che affidarsi alla capacità dei cittadini di comprendere a fondo l’importanza del vaccino, e di proseguire nella campagna, con la terza dose, ma anche con le prime per chi non l’avesse già fatta.
Niente quarta ondata di pandemia, almeno per ora, a Cremona, dove l’andamento delle ospedalizzazioni, continua a rimanere costante. Insomma, mentre negli Stati europei, dove la campagna vaccinale ha aderito solo parzialmente, i numeri stanno crescendo in modo preoccupante e le strutture sanitarie vanno in affanno, nel nostro territorio, come in Lombardia più in generale, le cose vanno decisamente meglio. L’andamento dei ricoveri continua ad essere lo stesso da agosto: tra le 10 e le 12 persone, di cui nessuno in terapia intensiva (in quanto i pazienti gravi vengono mandati a Pavia).
“Ad oggi abbiamo 12 pazienti ricoverati, di cui 5 in Pneumologia, con ventilazione non invasiva, e 7 in Malattie Infettive” spiega Rosario Canino, direttore sanitario dell’Asst. Dunque risulta ancora fondamentale proseguire con la campagna vaccinale e non perdere di vista le precauzioni sanitarie: “mascherina, distanziamento e lavaggio delle mani. La situazione è cambiata, ora fa freddo e i virus girano maggiormente, dunque è bene proteggersi. Ma la cosa più importante sono le vaccinazioni”. Anche perché, sottolinea Canino, “l’80% dei pazienti Covid sono persone non vaccinate”.
Insomma, per il momento il direttore sanitario è fiducioso, “perchè il numero di vaccinati in provincia di Cremona è molto alto: siamo al 92%, una di quelle che si è vaccinata di più. Ovviamente bisogna stare attenti, perché comunque non siamo un’isola: le persone che si muovono da altre parti d’Italia e d’Europa ci sono e quindi anche il rischio di contagiarsi”.
Il pericolo può quindi venire da fuori: sebbene in Lombardia la situazione vaccinale sia molto buona, ci sono altre regioni dove le cose vanno decisamente peggio, senza contare il resto d’Europa. “La Lombardia è molto avanti, mentre in altre regioni, specialmente al sud, purtroppo, c’è un basso tasso di pazienti vaccinati e questo potrebbe facilitare il contagio, perché il virus ha bisogno di persone in cui replicarsi” spiega ancota il direttore saitario.
Non resta che affidarsi alla capacità dei cittadini di comprendere a fondo l’importanza del vaccino, e di proseguire nella campagna, con la terza dose, ma anche con le prime per chi non l’avesse già fatta. “Quello che auspico, per me e per i miei colleghi della sanità, è di non ripiombare più nel buio totale del marzo scorso. Stiamo impegnando risorse umane nell’hub vaccinale. Mi rendo conto che non sa comodo. ma non abbiamo trovato soluzioni migliori. Dobbiamo fare tutti uno sforzo collettivo, per continuare a vaccinare”.
E Canino si rivolge a coloro che ancora sono indecisi: “Non bisogna avere paura della vaccinazione. Purtroppo ci sono persone che non sono convinte – per motivi ideologici – e non si convinceranno mai: queste verranno protette dall’immunità di gregge. Ma ci sono anche persone che hanno paura. Ed è a loro che mi rivolgo, dicendo che i numeri sono dalla nostra parte: da un lato sono state iniettate milioni di dosi senza problemi o con piccolissimi effetti collaterali, dall’altro abbiamo visto l’efficacia del vaccino. E’ solo merito di questo se abbiamo potuto riaprire. Ora dobbiamo fare in modo che questa apertura duri nel tempo. Per questo ci vuole impegno di ogni singla persona. Ognuno di noi ha un dovere, un compito fondamentale: di evitare che il virus torni a sommergerci”.
Laura Bosio