Rarissima anomalia al cuore scoperta
e operata all'ospedale di Cremona
“Pubblicare un articolo su una rivista di questa levatura è un’occasione a dir poco unica”, conclude il direttore di Cardiologia.
E’ finito sul New England Journal of Medicine, la più importante e antica pubblicazione di medicina generale al mondo, il caso di una paziente operata all’ospedale di Cremona dall’équipe di Cardiologia guidata dal primario Gian Battista Danzi.
Tutto ha origine dalla scoperta di un rarissimo difetto cardiaco in una paziente di 64 anni. La donna, che da giorni soffriva di dolori acuti al petto, presentava un’anomalia unica: il suo cuore non era perfuso da due arterie coronariche come usualmente accade, ma era irrorato da una sola arteria che circondava tutto il cuore.
“In quarant’anni di carriera non ho mai visto tale tipo di anomalia”, afferma Danzi. “Facile comprendere perché: le malformazioni sono abbastanza comuni, in un anno ne incontriamo una mezza decina nel nostro ospedale, ma l’incidenza di una singola arteria coronaria è dello 0,024% nella popolazione generale.
“Quando la paziente si è presentata in ospedale manifestava forti dolori cardiaci, sia da sforzo che a riposo. Durante una coronarografia – un esame diagnostico di routine che grazie all’impiego di un mezzo di contrasto e dei raggi X consente di studiare il flusso sanguigno all’interno delle coronarie – abbiamo notato l’anomalia. Si è trattato sostanzialmente di una casualità, della quale nessuno poteva sospettare; questa costituzione anormale delle arterie coronariche in effetti non comporta alcun sintomo nel quotidiano, e non c’era ragione per cui la paziente dovesse aver intuito qualcosa”, spiega Danzi.
I problemi insorgono invece nel caso in cui si sovrappongano delle patologie: la paziente aveva sviluppato una stenosi coronarica, un restringimento dell’arteria che impedisce il normale passaggio del sangue. È facilmente intuibile come un restringimento severo di una singola arteria metta a rischio la perfusione di tutto il cuore, a differenza di quanto avviene normalmente in presenza di due arterie coronariche. Di fatto la stenosi di una arteria singola determinava una minaccia per la vita.
Anche il trattamento della stenosi tramite l’inserimento di uno stent – un piccolo tubo di rete metallica che può essere introdotto negli organi cavi come i vasi sanguigni per sostenerli allargandosi – è stato reso più delicato dalla anomalia ed ha costretto l’équipe medica ad agire con più cautela e precisione.
L’operazione è stata un successo nonostante la delicata situazione anatomica: “La paziente è in ottima forma. A distanza di un anno dall’operazione è totalmente asintomatica. Non ci sono attività che la signora non può fare. La sua condizione, però, impone di prestare particolare attenzione alla prevenzione, con un’alimentazione sana e uno stile di vita attivo, al fine di mantenere livelli adeguati di colesterolo e pressione. Come del resto per tutti i pazienti coronaropatici, a ogni piccolo segnale di allarme, è importante eseguire tempestivamente gli esami di controllo”, afferma ancora Danzi.
“Pubblicare un articolo su una rivista di questa levatura è un’occasione a dir poco unica”, conclude il direttore di Cardiologia.
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