L'eremita del Po: la visita al
cimitero, quando non c'è nessuno
E' l’occasione per ricordare a tutti che devi aver paura dei vivi, e non dei morti… e che quando torni sulla via di casa, e richiudi il vecchio cancello arrugginito, puoi voltarti una volta ancora, verso coloro che chiedono soltanto di non essere dimenticati e, per ognuno di loro, pronunciare un GRAZIE
La visita al camposanto preferisco farla quando è buio, mentre un filo di nebbia inizia ad avvolgere il villaggio e la campagna, dove tutto di questi tempi sembra dormire. E’ il momento in cui la fiera e il mercato del giorno dedicato al ricordo dei defunti si sono conclusi e il silenzio è tornato a farsi largo. E’ il momento in cui l’infinito e l’eterno si fondono; l’istante in cui il ricordo a la memoria ti mettono di fronte al presente; quell’attimo in cui ti fai consapevole che coloro che sono andati avanti, e ci hanno soltanto preceduti, sono semplicemente passanti dall’altra parte e, anche se in modo differente, ma speciale, sono ancora in mezzo a noi. Qualcuno infine mi ha chiesto: “ma non hai paura ad avvicinarti al cimitero di notte?”. E’ l’occasione per ricordare a tutti che devi aver paura dei vivi, e non dei morti… e che quando torni sulla via di casa, e richiudi il vecchio cancello arrugginito, puoi voltarti una volta ancora, verso coloro che chiedono soltanto di non essere dimenticati e, per ognuno di loro, pronunciare un GRAZIE.
Paolo Panni, Eremita del Po