Terza dose del vaccino,
dimezzate le farmacie aderenti
“Dovevamo stare in 5-6 in farmacia, perché c’è chi deve preparare la dose, chi fa il triage, chi la somministra, chi sorveglia i pazienti vaccinati prima di lasciarli andare. E a tutto questo si aggiunge la gestione ordinaria della farmacia”.
Sono 11 le farmacie cremonesi presso cui si potrà prenotare il vaccino a partire dai primi giorni di novembre, meno della metà di quelle che avevano inizialmente aderito alla campagna di somministrazione (23). Una defezione importante, legata probabillmente a problemi organizzativi, come spiega la presidente di Federfarma Cremona, Rosanna Galli.
“Io ho fatto la sperimentazione, ma ora ho abbandonato, perché mi sono resa conto di quanto sia difficile da gestire” spiega. Anche perché la somministrazione di un vaccino richiede anche l’impiego di un numero importante di persone, e quindi la necessità di aumentare il personale in servizio. “Dovevamo stare in 5-6 in farmacia, perché c’è chi deve preparare la dose, chi fa il triage, chi la somministra, chi sorveglia i pazienti vaccinati prima di lasciarli andare. E a tutto questo si aggiunge la gestione ordinaria della farmacia”.
Un problema non da poco sono poi le defezioni all’ultimo minuto, da parte di persone indecise, che creano difficoltà poi nell’organizzare le inoculazioni. “Noi dobbiamo avere gruppi da cinque o sei persone, in quanto ogni fiala contiene 5 o sei vaccini, a seconda che si tratti di Johnson&Johnson o Pfizer, per cui se qualcuno si tira indietro la situazione diventa complicata. Il rischio è di dover aprire le fiale senza poi il numero di persone adeguato”.
Senza contare il vero e proprio boom di accessi che le farmacie hanno avuto per la necessità di fare tamponi per esigenze lavorative, da parte di chi non è vaccinato. “L’idea di coinvolgere le farmacie è molto bella, in quanto le persone apprezzano potter avere i servizi essenziali nel negozio di fiducia, ma la gestione è molto difficile”.
Laura Bosio