Luigi Briselli e il Cantico di San
Francesco in mostra alla Pro Loco
Lo senti, ti parla dei suoi progetti passati, delle sue ricerche senza perdere mai la volontà di andare avanti. Sempre modesto, sempre un passo indietro dalle luci della ribalta. La consapevolezza che ancora davanti c'è strada, nonostante tutta la strada percorsa
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E’ un ragazzo Luigi Briselli. Al di là di quello che dicono acciacchi e anagrafe. Un ragazzo che ancora ha passione per la fotografia, un’infinita passione, e continua a girare mostre, senza mai spegnere la sete di conoscere, di approfondire, di imparare qualcosa di nuovo. Potrebbe insegnare fotografia, e invece continua ad apprendere. Si stupisce, ferma nel tempo le immagini “Perché la fotografia è qualcosa che resta, e deve restare, dopo di noi”.
La sua è un’arte tradizionale. I suoi maestri sono i vecchi fotografi che non ci sono più, o che son troppo anziani per produrre qualcosa. Quelli di Epoca, quelli degli straordinari primi reportages fotografici, e prima ancora quelli delle lastre, delle camere oscure, cresciuti con la consapevolezza che lo scatto – il primo scatto – deve essere quello giusto e che gli attimi non ti concedono una ripetizione.
Lo senti, ti parla dei suoi progetti passati, delle sue ricerche senza perdere mai la volontà di andare avanti. Sempre modesto, sempre un passo indietro dalle luci della ribalta. La consapevolezza che ancora davanti c’è strada, nonostante tutta la strada percorsa. C’è vita, c’è qualcosa da rincorrere e da fermare. Con quel che si ha, con quello che resta.
Nato nel 1950 a Martignana di Po, dove abita, comincia ad interessarsi di fotografia, prima da autodidatta, poi a livello professionale. Gli anni del circolo fotografico di Martignana sono anni straordinari. E’ tra i fondatori, insieme al dottor Giulio Stradiotti, di quella esperienza irripetibile (e ineguagliata) del fotocine di Martignana. Ogni due anni i ragazzi di allora (Luigi Briselli compreso) organizzavano una biennale di fotografia all’interno delle scuole elementari. A Martignana sono passati fotografi come Fulvio Roiter, Antonio Persico, Carlo Bavagnoli, Antonio Leoni e Angelo Cozzi. Dal 1980 si dedica esclusivamente a progetti che culminano con la realizzazione di libri fotografici; ne ha al suo attivo circa 80 dedicati alla sua terra e alla sua gente. Lavora con scrittori, giornalisti, artisti e personaggi di fama (Alberto Bevilacqua, Mario Lodi, Giovanni Anversa, Antonio Leoni, Marco Rotelli, Edo Ronchi, Girolamo Sirchia, Giulio Andreotti, Mario Di Gianpaolo e Marzio Dall’Acqua). Realizza documentazioni in cui sempre più consapevole si fa il suo approccio con il paesaggio e il suo vissuto. Alla fine degli anni ‘80 diventa giornalista pubblicista. Ha un numero infinito di aneddoti da raccontare, ci si potrebbe scrivere un libro. Numerose sono le mostre personali in Italia e all’estero, le partecipazioni a progetti espositivi ed editoriali, ed incarichi pubblici di documentazione del territorio. Realizza anche importanti lavori su commissioni rivolti soprattutto all’arte e al paesaggio. Sue fotografie e ricerche per immagini sono conservate alla Casa del Mantegna di Mantova, all’Archivio di Stato di Cremona, alla Galleria Nazionale delle Arti Estetiche di Pechino, alla Bibliothèque d’Arles, all’Archivio e Centro documentazioni fotografica della Regione Lombardia, nella collezione Franco Fontana (Il dare e l’avere) e in varie istituzione e collezioni private. Un curriculum che pochi altri (o forse nessuno) può vantare nell’Oglio Po eppure Luigi Briselli è rimasto quello di sempre. Sempre in moto, sempre in costante ricerca.
Rifugge i social, è un po’ un orso da questo punto di vista “Non amo facebook, non amo Youtube, non ci posso fare niente”, ci dice. Le sue foto sono legate a un classicismo estetico che è la sua reale forza. La realtà, la natura, i paesaggi, le persone hanno già qualcosa di straordinario loro. Non serve lavorarci sopra più di tanto. Serve trovare l’attimo giusto, la giusta inquadratura, il giusto senso, la giusta luce, il giusto tempo e spazio: è in questo la sua straordinaria abilità.
Basta aggirarsi tra le foto esposte alla Pro Loco di Casalmaggiore, un progetto ridotto legato al Cantico dei Cantici di San Francesco per rendersene perfettamente conto. La natura, gli elementi, la luna, il fuoco, sorella morte. Il suo viaggio per immagini dentro un poema d’infinita bellezza rende bene l’idea delle capacità infinite del Briselli fotografo.
“Questa mostra – ci spiega – è una mostra che ha il suo tempo. L’ho fatta tre anni fa. A partire dal Cantico dei Cantici e dal Laudato Sì di papa Francesco. Avendo interesse e sensibilità per l’ambiente, per la valorizzazione e la salvaguardia della natura, ho pensato di mettere le parole di San Francesco in foto. Ho fotografato nei dintorni interpretanto le dieci immagini di San Francesco. Parlano del sole, della luna, della natura: è la valorizzazione del creato, un poema di una bellezza enorme. L’ho messo in fotografia”.
Non è stato un progetto semplice da sviluppare, nonostante tutto. “Quello che mi ha ispirato è il paesaggio, perchè mi ritengo soprattutto un fotografo di paesaggio, amo la natura. Ho avuto una certa difficoltà con la morte. Frate Francesco parla di sorella morte, e inizialmente non sapevo come interpretarla. Dopo ho trovato una persona in un cimitero e mi ha dato ispirazione, e mi sono ritrovato a fotografare l’umiltà delle persone a contatto con la vecchiaia e la morte”. Le foto della morte sono la parte più intensa e straordinaria dell’esposizione presente in pro loco. Foto di una forza destrutturante e devastante. La difficoltà l’ha superata alla grande.
Parlavamo all’inizio della passione. Infinita quella del fotografo di Martignana. “Luigi Briselli – ci dice sorridendo di se stesso – ha sempre la macchina fotografica in mano. La passione c’è sempre. La fotografia è il mio modo di vivere, una parte principale della mia vita. Le foto resteranno, dopo di noi…”.
La Mostra di Luigi Briselli Il Cantico delle Creature di San Francesco è stata inaugurata questo pomeriggio alle 16. Resterà aperta sino al 21 novembre. E’ una di quelle mostre da vedere, da gustarsi piano, da leggere con calma, e riflessione. C’è l’anima di un artista dentro. Di un artista vero. Luigi Briselli, il maestro al di là di quello che realmente voglia insegnare agli altri. Il Maestro che continua a percorrere strade perché non ha smesso mai di imparare e di sorprendersi.
Nazzareno Condina