Opinioni

Adamo Lupoli: "Via Centauro
problema serio. E va affrontato"

Ci racconta di tutto lo sviluppo che ha portato all'incontro (semi)pubblico dell'Auditorium, con la partenza della raccolta firme, la convocazione in caserma, la proposta dell'incontro (nata dai Carabinieri)

In quelle strade, in quelle vie strette, ci ha passato 22 anni della propria vita, dal 1987 al 2009. La casa di via Centauro ora è in affitto e lui, Adamo Lupoli viene ancora a trovare gli amici di un tempo, a farsi un giro in quella parte della città che ha visto degradarsi, sino allo stato attuale. Insieme a Cesare Mori e a Giovanni Donzelli è stato uno dei promotori della protesta, della raccolta firme ed ha seguito da vicino tutto l’iter della vicenda. Sino a quell’ultimo incontro di lunedì – interdetto alla stampa – col sindaco Filippo Bongiovanni, il comandante della stazione cittadina dei Carabinieri Giuliano Bertinelli, il comandante della Compagnia di Casalmaggiore dei Carabinieri Fabrizio Liberati e il comandante della Polizia Municipale Silvio Biffi.

E’ uno dei più arrabbiati e delusi Adamo Lupoli, ma di rabbia e delusione, in quella serata, come ci racconta, ce ne era altra. Quella espressa e quella latente. Rabbia e consapevolezza che poco si è fatto per affrontare il problema. Ci racconta di tutto lo sviluppo che ha portato all’incontro (semi)pubblico dell’Auditorium, con la partenza della raccolta firme, la convocazione in caserma, la proposta dell’incontro (nata dai Carabinieri).

“Soddisfatto? Per niente. L’ho detto durante la serata e lo ribadisco. Si continua a sottovalutare il problema. Ho letto il resoconto. Si parla di schiamazzi notturni, di abbandono di rifiuti e di errata raccolta differenziata. I problemi in queste vie sono ben più seri. Ci sono stati interventi che non sono neppure stati citati. Daltronde si è deciso di tenere fuori la stampa e non si capisce bene per quale motivo. Se non ci sono problemi a che pro tenere fuori chi avrebbe potuto raccontare? E poi, se non vuoi la stampa, perché informarla poi dell’incontro parlando solo di una parte e non di tutto?”.

“In quelle strade i problemi sono seri, e continuare a parlarne come se fossero cose normali o di poco conto di certo non aiuta. In quelle strade c’è delinquenza, anche giovanile, e chiamiamola con il suo nome, c’è abuso d’alcool che nessuno affronta e chissà cosa altro. Stanno cercando di far passare tutto come episodi estemporanei, ma non lo sono. In 20 anni è cambiato il mondo e spiace che il sindaco non se ne renda conto, o faccia finta di non rendersene conto. Non si può pensare che i giovani di adesso, quelli che frequentano la via, siano gli stessi di 20 anni fa. Anche perché, se ne ricorderà, 20 anni fa era lui stesso uno di quei giovani che passava per quelle vie, e al di là delle idee politiche che non ci avvicinavano, era un ragazzo gentile, già interessato alla politica, e mai si sarebbe sognato di fare quello che altri fanno adesso. A mio modo di vedere l’Amministrazione comunale continua a non voler affrontare seriamente il problema, da una parte pensando che la soluzione del problema sia l’educazione civica, dall’altra pensando che sia lo Stato l’unico responsabile della pubblica sicurezza: c’è una inadeguatezza di fondo”.

Ha altri sassi da togliersi dalla scarpa Lupoli: “Nessuno ha soluzioni pronte in tasca, ma i problemi vanno affrontati con decisione e considerandoli problemi veri, non come momenti destinati ad esaurirsi. Perché i problemi non solo non si esauriranno se non li affronti, ma aumenteranno. E non sono arrivato a 70 anni per partecipare a una riunione tra persone adulte e consapevoli in cui mi si deve dire che ogni volta che succede qualcosa bisogna fare i numeri di emergenza e fare intervenire la forza pubblica. Quello già lo so. Ed anche dire pubblicamente che verranno messe fototrappole non è stata una buona idea. Adesso se le aspetteranno, e magari si sposteranno un po’ più in là, o ci staranno attenti. C’è bisogno di interventi, di atti concreti, di maggior controllo. E’ un problema di civismo, di convivenza. Mi chiedevi all’inizio se la situazione della fine degli anni 80 era simile a questa. No, non lo era. In 20 anni, ripeto, è cambiato il mondo e il problema serio è non rendersene conto”.

N.C.

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