La questione Chiese in Parlamento
Dori interpella il Ministro che glissa
Naturalmente il deputato si è dichiarato insoddisfatto totalmente della risposta di chi - evidentemente - poco conosceva della situazione, ed ha invitato il Ministro della Transizione Ecologica, se mai ne avrà voglia, di farsi un giro sul Chiese per rendersi conto della situazione
La questione della depurazione del Garda e del progetto di convogliare i reflui verso il Chiese è arrivata ieri in Parlamento. A presentare un’interpellanza al Ministero della Transizione Ecologica – il ministero che dovrebbe essere deputato alla difesa del suolo e alle scelte più idonee a favore dell’ambiente – l’onorevole Devis Dori (M5S) che sin da subito ha deciso di appoggiare le ragioni di chi sta cercando di difendere il fiume. Devis Dori, deputato bergamasco, ha portato nella sua interpellanza l’esigenza della difesa del bacino idrografico del Chiese, ovvero in opposizione ad ogni ipotesi di trasferire la depurazione del Garda nel Chiese. L’interpellanza era rivolta al Ministro della Transizione Ecologica. Dori, aveva cercato nelle settimane scorse, cercato e avuto un esaustivo contatto diretto col Presidio in atto a Brescia. Ha esposto in parlamento tutte le principali situazioni di criticità che da lungo tempo fanno soffrire il Bacino idrografico del Chiese, in particolare per la ancora precaria situazione della gestione del suo rilassamento morfologico lago d’Idro, e per la drammatica situazione di lunghi tratti di fiume nella parte della pianura bresciana e mantovana, che durante la stagione irrigua vengono ridotti in condizione di assenza del deflusso ecologico a causa dell’abnorme derivazione ai fini produttivi. Dori ha richiamato anche la drammatica epidemia di Legionella scoppiata tra fine agosto e inizio settembre del 2018, le cui indagini si concentrarono sulla situazione di estrema siccità dei tratti del fiume Chiese nei territori di 7 Comuni tra la pianura bresciana e mantovana, e della quale si occupò l’ATS di Brescia che con sua relazione del 6 marzo 2019. Per gli scenari futuri, c’era scritto in quella relazione, in particolare per scongiurare il ripetersi dell’epidemia era necessario garantire nel fiume una lama d’acqua sufficiente a non consentire il surriscaldamento del corso. Il parlamentare ha poi concluso ribadendo che la scelta del Commissario di collocare sul Chiese a Gavardo e a Montichiari due mega impianti per la depurazione del lago di Garda genererà ulteriore aggravamento della situazione del fiume Chiese, ed ha citato la relazione pubblicata dalla società Acque Bresciane srl il 4 giugno di quest’anno che attesta la condizione ottimale della condotta sublacuale, ovvero che non c’è un allarme bomba ecologica nell’attuale sistema di depurazione del Garda e che pertanto c’è tutto il tempo per fare uno studio di fattibilità adeguata alla nuova dimensione del turismo di massa del lago di Garda. Alla questione sollevata ha risposto la sottosegretaria Ilaria Fontana, leggendo un testo scritto in cui si respingevano tutte le osservazioni di Devis Dori ricalcando in toto le posizioni sulla materia espresse dal Commissario. Naturalmente il deputato si è dichiarato insoddisfatto totalmente della risposta di chi – evidentemente – poco conosceva della situazione, ed ha invitato il Ministro della Transizione Ecologica, se mai ne avrà voglia, di farsi un giro sul Chiese per rendersi conto della situazione. Intanto il presidio davanti alla prefettura di Brescia (presidio che va avanti ininterrottamente dal 9 agosto), continua. Lunedì alle 11 si riunirà il tavolo tecnico (Prefetto, Comune di Brescia, Provincia) per rispondere alle richieste dei presidianti e in particolare in merito alla necessità di posizionare una copertura che assicuri protezione alla salute dei presidianti durante la stagione fredda, nonché un accordo per il posizionamento dei messaggi permanenti del Presidio stesso. Le associazioni che difendono il Chiese dunque non si arrendono e vanno avanti a difesa del loro fiume e della loro terra.
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