Viadana, si è spento Enzo
Giglioli, una vita per la musica
Enzo Giglioli si è spento a Bologna, sabato 2 ottobre, a 89 anni. Si è spento circondato dall'affetto dei suoi cari. Ed ora è tornato a suonare, senza più limiti, nella grande orchestra delle anime partite per sempre
Ha sempre suonato Enzo Giglioli. Ha sempre vissuto con la musica nel sangue, anche quando, dopo l’ictus di circa 15 anni fa, una parte del suo corpo non funzionava più come prima. Ne aveva sofferto, perché con quella musica dentro era difficile pensare di non riuscire più a portarla fuori.
Era nato nel 1932 a Viadana Enzo Giglioli. In una famiglia nella quale la musica era elemento primario, vitale. Il padre, gli zii, avevano tutti la stessa identica passione. In tenerissima età aveva appreso i segreti del violino dai genitori e da papà Piero. Piero era l’orologiaio di Viadana, ma quando terminava la sua professione, iniziava quella che lo divertiva, in giro per le balere e i locali. Piero aveva l’unica bicicletta a scatto che i tedeschi non erano riusciti a requisire e con quella si spostava per andare a suonare in ogni posto dove lo chiamavano. Aveva appreso dal padre l’arte del suono del violino (oltre a quella dell’orologiaio), ma presto era passato agli strumenti a fiato.
A Viadana, in quegli anni, la musica era la passione di un bel gruppo di ragazzi. Lui aveva fatto parte di quella brigata jazz Viadana che suonava. Violino, sassofono, pianoforte, clarino, flauto traverso. Suonava tutto, con la stessa abilità anche se lo strumento che lo aveva stregato e per il quale divenne poi virtuoso era il sassofono. Era partito presto da Viadana e si era fatto conoscere. Erano gli anni in cui furoreggiava il Jazz, ed era quelli i suoni che più lo affascinavano anche se non disdegnava gli altri generi. Proprio in quegli anni conobbe la dona che poi diventò sua sposa, la viadanese Rosa Federici.
Si era stabilito a Bologna, e ben presto si era fatto conoscere ed aveva cominciato a girare il mondo, era stato anche in America dove aveva stretto amicizia, e suonato con tanti dei protagonisti del tempo. In Italia grazie alla sua bravura aveva suonato con diversi artisti dell’area bolognese tra cui Lucio Dalla, Andrea Mingardi e Henghel Gualdi. E’ del 1984 un album che Enzo Giglioli ha inciso, così come catalogato dall’Istituto centrale per i beni sonori e audiovisivi, con una band di eccezione, band che comprendeva tra gli altri il clarinettista Hengel Gualdi e Paolo Conte al vibrafono. Visse anche in Svizzera ma era un cittadino del mondo. Non aveva però mai dimenticato Viadana e, appena poteva, vi faceva ritorno a trovare i genitori e gli amici, quei ragazzi con i quali era cresciuto.
Negli ultimi anni, prima che l’ictus lo fermasse, andava con i suoi amici jazzisti a Bologna a suonare nelle ‘cantine’, e lì si era formata la Doctor Dixie Jazz Band. In quella ha suonato diversi anni e di quel gruppo, che si divertiva parecchio, qualche volta aveva fatto parte anche Enzo Arbore.
La sua, oltre ad una vita di grandi incontri e di suoni, era stata anche una vita di sofferenza. Perse l’unico figlio quando lo stesso aveva appena 35 anni e l’ictus gli impedì di suonare. Tante sofferenze, ma non si era arreso neppure allora. Aveva deciso di ripartire e per non lasciare la musica aveva appreso l’arte della sistemazione degli archetti degli strumenti a corda. Di musica ne ascoltava tanta, anche se non la poteva più fare. In quel modo restava aggrappato alle note, al passato e a quelle canzoni che nella sua testa non si erano mai spente.
Enzo Giglioli si è spento a Bologna, sabato 2 ottobre, a 89 anni. Si è spento circondato dall’affetto dei suoi cari. Ed ora è tornato a suonare, senza più limiti, nella grande orchestra delle anime partite per sempre.
Nazzareno Condina