Cronaca

Viadana, Soroptimist e Arma, per
le donne una Stanza tutta per sè

"I recenti lockdown provocati dalla pandemia hanno di certo generato, ampliandola, una forzata convivenza, che ha fatto emergere ancora di più le situazioni di disagio negli ambiti familiari. Un progetto innovativo che mette al centro la persona vittima di violenza”. GUARDA IL SERVIZIO TG DI CREMONA

Un’idea partita da Torino nel 2015, che si è diffusa sul territorio nazionale grazie a Soroptimist, associazione centenaria con club presenti in tutto il mondo. Un’idea che a Viadana e sul territorio Oglio Po è arrivata giovedì mattina, tenendo a battesimo sia il club locale, alla prima vera presentazione di un proprio service, sia il Maggiore Giovanni Martufi, da tre giorni comandante della stazione Carabinieri di Viadana e dunque alla sua prima uscita ufficiale.

Un caso, forse, per la coincidenza dei due momenti, ma di certo un bel battesimo. Perché la “Stanza tutta per sé”, per citare un romanzo di Virginia Woolf, è uno strumento che consente alle donne di aprirsi, di denunciare violenze o abusi subiti, di chiedere ausilio, come ha spiegato Irma Pagliari, presidente del Soroptimist Terre dell’Oglio Po.

Per questo il club, unitamente a quello di Mantova, ha inaugurato giovedì questa stanza molto particolare e socialmente molto utile negli ambienti della Caserma dei Carabinieri di Viadana. Come detto, nel 2015 Soroptimist nazionale ha siglato con il Comando Generale dei Carabinieri un accordo con il quale si impegnava, attraverso la rete dei suoi Club, a promuovere il Progetto denominato “Una stanza tutta per sè” (la prima è stata aperta a Torino), con l’obiettivo di individuare e allestire “stanze”, all’interno di Caserme, dotate di impianti di videoregistrazione e arredate in modo consono alla delicatezza del tema oggetto di denuncia.

All’intesa con i Carabinieri è seguita la firma di un protocollo con il Dipartimento di sicurezza del Ministero dell’Interno per promuovere il progetto della “Stanza tutta per sé” anche presso Questure e Commissariati. Il progetto ha lo scopo di sostenere la donna nel delicato e incisivo momento della denuncia di violenze e abusi alle Forze dell’Ordine e nel percorso verso il rispetto e la dignità della sua persona. L’obiettivo è di creare ambienti che aiutino la donna vittima di violenza ad un incontro meno traumatico con gli investigatori, che la facciano sentire accolta e ascoltata, che le facciano percepire l’attenzione che si ha per i suoi gravi problemi, che la rendano soprattutto libera di denunciare. La stanza è normalmente dotata di strumentazione tecnica e quindi di un sistema audio video che potrà servire per la fase processuale successiva.

Grazie all’impegno di oltre 100 Club Soroptimist italiani, ad oggi sono state realizzate 190 stanze presso le Caserme e le Questure, 20 sono in corso di realizzazione e il numero è in costante crescita. Tutte sono inserite in un geoportale che le rende facili da trovare per le donne che vogliano avvalersi dell’aiuto. Il progetto “Una stanza tutta per sé” è stato scelto dal Soroptimist International per rappresentare l’azione dell’Unione italiana in occasione della prossima celebrazione dei 100 anni di fondazione.

Il Club Terre dell’Oglio Po, costituitosi il 22 maggio scorso, come primo service ha scelto di adottare questo progetto nazionale e di portare a compimento l’allestimento – già avviato dal Club di Mantova con l’acquisto di strumentazione informatica – di una Sala Audizioni Protette presso la Caserma dei Carabinieri di Viadana. Ha voluto collaborare alla realizzazione di questo primo e significativo progetto consapevole di quanto sia attuale il problema della violenza di genere che, già gravissimo, a causa della pandemia, oggi è ancora più frequente e drammatico. Le indagini statistiche evidenziano la bassa percentuale delle donne vittime di violenza che denunciano e l’obiettivo di questa iniziativa è proprio quello di far emergere questo problema, incoraggiandole a rivolgersi alle Forze dell’ordine.

Ma l’associazione comprensoriale è andata oltre: perché a volte – per dirla col parroco di Viadana don Antonio Censori che ha benedetto la stanza, che è dotata anche di uno spazio per i bambini, nel caso in cui la donna non possa lasciare solo il proprio figlio piccolo – suonare in caserma è difficile così come suonare in canonica, per chiedere aiuto. E allora ecco la tecnologia in appoggio, con una valigetta che consente di “portare” la stanza all’esterno, registrando comunque la denuncia della donna grazie a un sistema all’avanguardia: tale valigetta, con annesso registratore interno, sarà consegnata lunedì 27 settembre alla Questura di Cremona e la consegna avverrà a Gussola durante il mercato settimanale del mattino.

Per il Soroptmist Mantova, che ha incoraggiato il club Terre dell’Oglio Po in questo service, ha portato il proprio saluto Anna Maria Petrobelli, per il Comune di Viadana era invece presente il sindaco Nicola Cavatorta, che ha ricordato come gli anni scorsi il comune stesso avesse portato avanti un progetto simile, aprendo una casa per l’accoglienza delle donne vittime di violenza. Alessia Avigni, vicepresidente Soroptimist Terre dell’Oglio Po, ha invece evidenziato come la speranza sia di dover utilizzare il meno possibile questa stanza. Era presente in appoggio anche il Lions Club di Viadana. “Questo progetto dà un segnale di quanto l’attenzione e le iniziative concrete per i diritti delle donne e il contrasto della violenza di genere siano elementi imprescindibili per contribuire a creare una società davvero inclusiva, nella quale le donne, tutelate nei loro diritti, riescano a portare il proprio contributo alla vita sociale” è stato spiegato.

Come hanno infine evidenziato i Carabinieri, “l’analisi dei reati evidenzia negli ultimi anni un aumento delle denunce, dato che seppur apparentemente negativo, è la conseguenza di una sempre maggior consapevolezza nelle vittime e di una fiducia, acquisita anche grazie all’opera di associazioni e centri antiviolenza che forniscono un qualificato aiuto alle vittime, sostenendole anche nei contatti con le forze dell’ordine e nel percorso giudiziario. I recenti lockdown provocati dalla pandemia hanno di certo generato, ampliandola, una forzata convivenza, che ha fatto emergere ancora di più le situazioni di disagio negli ambiti familiari. Un progetto innovativo che mette al centro la persona vittima di violenza”.

G.G.

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