Cultura

100 scatti, 100 volti. A Canneto in
mostra le foto di Andrea Lorenzini

Lorenzini ha avuto il merito di essere stato l’artefice della memoria fotografica cannetese fissando, con innato tatto, personaggi e scorci, producendo un importante archivio, patrimonio della nostra storia locale

Una mostra interessante si apre a Canneto: 100 scatti, 100 volti. Con questa esposizione il Museo Civico di Canneto sull’Oglio rende omaggio ad uno dei suoi artisti più importanti e conosciuti. La mostra è una semplice narrazione dell’opera di Andrea Lorenzini, della sua professione condotta attraverso l’inseparabile obbiettivo della macchina fotografica. Noto a tutti con il soprannome di Cicci è stato un fotografo sensibile e arguto, critico e lezioso, innamorato del suo lavoro sino all’eccesso, se per eccesso s’intende l’intensità e la quantità di materiale prodotto. Ha spesso trasfigurato il reale cercando di coglierne gli aspetti più reconditi e nascosti, mediato la natura per raccontare la sua bellezza. Il suo passato ci racconta del lavoro di fotoreporter su set cinematografici, trasmissioni televisiveo eventi di vario genere, soprattutto negli anni ’70 e ’80 del ‘900. Lo troviamo accanto ai più noti personaggi del momento proprio in un periodo in cui la televisione entrava nelle case di tutti gli italiani e, ancora di più, nel loro essere quotidiano. Alcuni di questi personaggi gli diventarono amici, venendolo a trovare in questo confinato lembo di territorio mantovano. Fa ancora sorridere e tornare un po’ di nostalgia quando si pensa all’allegro gruppo di amici, tra i quali spiccava Adriano Celentano, mentre pranzano felicemente al ristorante La Torre gestito da Dino Vescovi con la moglie Iole, diventato, sempre grazie al Lorenzini, luogo di ritrovo di attori, attrici e cantanti. Non solo finzione ma soprattutto realtà: un racconto crudo e cruento come l’invasione di Praga, gli scatti di una Milano borderline, piuttosto che una New York con il suo mito, fatto di bellezza ma anche di miseria e desolazione, ritratto nello squallido quartiere di Bowery che, pur non lontano da Wall Street, rappresenta un’umanità di disadattati, alcolizzati cronici e poveri. I legami con la propria terra sono sempre stati forti, ancestrali, quasi morbosi, privilegiati e in netto contrasto con le mode globalizzanti del nostro tempo. Qui si inserisce il ritratto puro e semplice dell’uomo, con le sue abitudini o legato all’ambiente che lo circonda a volte domestico, altre urbano, altre volte ancora immerso nella natura che lo sovrasta. Lorenzini ha avuto il merito di essere stato l’artefice della memoria fotografica cannetese fissando, con innato tatto, personaggi e scorci, producendo un importante archivio, patrimonio della nostra storia locale, che ora gli eredi hanno donato al Comune di Canneto sull’Oglio e che costituisce, per le generazioni future, strumento fondamentale per la conoscenza delle proprie radici.

redazione@oglioponews.it (Foto: www.lombardiabeniculturali.it)

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...