Casalmaggiore, eutanasia legale,
raccolte 583 firme ai tavoli
Esulta anche il comitato di Casalmaggiore. Irene Ghezzi - tra le prime promotrici del Comitato - ci spiega che di soli residenti a Casalmaggiore (e solo col banchetto) di firme autenticate dai consiglieri comunali Valentina Mozzi e Pierluigi Pasotto ne sono state raccolte 583
La soglia minima, in tutta Italia, era stata già raggiunta ad agosto. 13275 volontari, 2963 autenticatori, 1761 avvocati. Più i comuni e – per ultimo ma non meno importante – la possibilità per i possessori di spid di firmare direttamente on line. In 250mila hanno sfruttato la modalità della firma digitale. Il referendum sull’eutanasia legale con molte probabilità si farà, darà la possibilità, a chi voglia smettere di soffrire senza alcuna possibilità di cura e di speranza, di non farlo più. Oltre 750 mila firme a fronte delle 500 mila necessarie già raccolte.
Il referendum promosso dall’Associazione Luca Coscioni e spinto da storie importanti in questi anni (da Luca Welby e dalla battaglia della moglie Mina a quella di Beppino Englaro sino a quella di Dj Fabo) e da tantissime altre delle quali non si saprà mai nulla giunge a 37 anni dal primo tentativo (portava la firma dell’onorevole Loris Fortuna, era il 1984) di abrogare in parte l’articolo 579 del codice di procedura penale, il cosiddetto omicidio del consenziente lasciando spazio all’autonoma volontà di chi soffre, con l’aiuto medico, di porre termine proprio a quella sofferenza. Altre proposte di normare il fine vita giacciono in Parlamento da anni.
IL REFERENDUM – Perché un referendum: il significato della pronuncia, in maniera chiara, ce lo dà il sito che lo promuove (LINK) “Il referendum – si legge – vuole abrogare parzialmente la norma penale che impedisce l’introduzione dell’Eutanasia legale in Italia. L’omicidio del consenziente, infatti, non è altro che un reato speciale (rispetto a quello di portata generale di cui all’art. 575 cp sull’omicidio) inserito nell’ordinamento per punire l’eutanasia. Con questo intervento referendario l’eutanasia attiva sarà consentita nelle forme previste dalla legge sul consenso informato e il testamento biologico, e in presenza dei requisiti introdotti dalla Sentenza della Consulta sul “Caso Cappato”, ma rimarrà punita se il fatto è commesso contro una persona incapace o contro una persona il cui consenso sia stato estorto con violenza, minaccia o contro un minore di diciotto anni. Per quanto riguarda, invece, condotte realizzate al di fuori delle forme previste dall’ordinamento sarà applicabile il reato di omicidio doloso (art. 575 cp). L’eutanasia attiva è vietata dal nostro ordinamento sia nella versione diretta, in cui è il medico a somministrare il farmaco eutanasico alla persona che ne faccia richiesta (art. 579 cp omicidio del consenziente), sia nella versione indiretta, in cui il soggetto agente prepara il farmaco eutanasico che viene assunto in modo autonomo dalla persona (art. 580 c.p. istigazione e aiuto al suicidio), fatte salve le scriminanti procedurali introdotte dalla Consulta con la Sentenza Cappato. Forme di eutanasia c.d. passiva, ovvero praticata in forma omissiva, cioè astenendosi dall’intervenire per tenere in vita il paziente in preda alle sofferenze, sono già considerate penalmente lecite soprattutto quando l’interruzione delle cure ha come scopo di evitare il c.d. “accanimento teraputico”. È però vero che molti casi ambigui creano condotte “complesse” o “miste” che non consentono spesso di distinguere con facilità se si tratti di eutanasia mediante azione od omissione e soprattutto pongono il problema di una possibile disparità di trattamento ai danni di pazienti gravi e sofferenti affetti però da patologie che non conducono di per sé alla morte per effetto della semplice interruzione delle cure. Proprio al fine di non creare discriminazioni tra tipi di malati, emerge l’esigenza di ammettere l’eutanasia a prescindere dalle modalità della sua esecuzione concreta (attiva od omissiva). Per questi motivi si prospetta efficace intervenire con questo referendum parzialmente abrogativo dell’art. 579 cp. Questo per una duplice ragione: innanzitutto intervenendo su questo si può esplicitamente richiamare il concetto di eutanasia; secondo poi la Corte, essendo intervenuta nella sentenza Cappato sull’art. 580 cp, può fare ricadere la disposizione come abrogata in una cornice normativa già delineata dalle sue pronunce in materia. La norma che residua, infatti, ha al suo interno l’espressione “col consenso di lui” il cui significato risulta coordinato alle leggi dell’ordinamento e agli interventi della Corte“.
CASALMAGGIORE – Esulta anche il comitato di Casalmaggiore. Irene Ghezzi – tra le prime promotrici del Comitato – ci spiega che di soli residenti a Casalmaggiore (e solo col banchetto) di firme autenticate dai consiglieri comunali Valentina Mozzi e Pierluigi Pasotto ne sono state raccolte 583. Del comitato Casalasco fanno parte oltre a Irene Ghezzi, Stefano Superchi, il dottor Mario Riccio, Gloria Barili per Rive Gauche e Tommaso Anastasio per Comunità Socialiste Cremona. Una soddisfazione per loro che hanno coperto qualche sabato del mercato, qualche giovedì d’estate e un paio di altre iniziative con il loro banchetto.
N.C.