Cronaca

Presidio per il Chiese protesta per
il limite imposto dalla Questura

"Dinanzi a queste nuove Prescrizioni, noi ieri abbiamo anzitutto scritto una PEC direttamente al Questore per esprimere il profondo dispiacere, di cui sopra, ed abbiamo subito preso contatto con l’amministrazione comunale"

Il presidio permanente a difesa del fiume Chiese, che va avanti ad oltranza dal 9 agosto scorso davanti alla Prefettura di Brescia, ha ottenuto dalla Questura il permesso di andare avanti, anche se con due prescrizioni che ne limitano di fatto libertà d’azione (e di manifestazione del pensiero). Il limite più grosso riguarda l’orario. Se prima il limite fissato dalla Questura stessa era dalle 8 del mattino alle 23.30, ora il limite è stato fissato dalle 8 alle 21. Una limitazione, secondo gli organizzatori, della possibilità di organizzare iniziative a supporto poiché tanta gente lavora e certamente può muoversi solo dopo il tramonto.

“La Questura – spiegano Alessandro Scattolo, in rappresentanza del Comitato Ambiente Territorio Basso Garda, Piera Casalini, in rappresentanza del Comitato mamme del Chiese, Sergio Aurora, in rappresentanza del Comitato Referendario Acqua Pubblica Brescia, Gianluca Bordiga, in rappresentanza della Federazione delle Associazioni che amano il Fiume Chiese ed il suo Lago d’Idro, Marco Apostoli, in rappresentanza del Tavolo provinciale Basta Veleni – in seguito alla nostra comunicazione del 14 settembre di prolungamento del Presidio popolare almeno fino alla data del 10 ottobre in attesa di soddisfacenti riscontri dalle massime Istituzioni, da noi interpellate in merito, il giorno 16 ci ha notificato due Prescrizioni. La prima riguarda la comunicazione del proseguimento del Presidio, e con nostro profondo rammarico ora dopo quaranta giorni della nostra presenza costante h24 civile e molto partecipata da ogni angolo dell’asta del Chiese vediamo che la Questura ha ristretto le ore del Presidio permanente, portandole dalle precedenti 8-23:30 alle 8-21. Unitamente a questa nuova prescrizione, la Questura, in relazione alla nostra comunicazione dei vari momenti di approfondimento culturale sui temi ambientali ed altro, ci ha notificato una Prescrizione del tutto nuova, che distingue quei momenti ed esige una autorizzazione ad hoc dal Comune”.

In maniera assolutamente garbata e civile (così come è stato sino ad ora, i difensori del Chiese non hanno provocato alcun tipo di problema) i manifestanti mostrano la loro contrarietà. “Noi ovviamente – proseguono – comprendiamo la ragione della Questura per quel che concerne l’ottenere una autorizzazione ad hoc del Comune, ma valutiamo questa restrizione di due ore e mezza degli orari serali, quando invece quello è il momento dove la maggior parte della gente semplice dopo il lavoro quotidiano parte da lontano per venire al Presidio a sostenerlo, a conoscere le novità e a scambiare parola con tutti gli altri per rafforzare questa splendida azione unitaria, valutiamo la restrizione come una volontà di limitare la partecipazione al Presidio, e tutto questo non corrispondealle garanzie di libertà di Pubblica assemblea previste dall’articolo 17 della Costituzione della Repubblica Italiana”.

“Dinanzi a queste nuove Prescrizioni, noi ieri abbiamo anzitutto scritto una PEC direttamente al Questore per esprimere il profondo dispiacere, di cui sopra, ed abbiamo subito preso contatto con l’amministrazione comunale al fine di avere una autorizzazione omnicomprensiva per ogni possibile momento di approfondimento culturale che viene e verrà proposta dalle centinaia di volontari attivisti del Presidio. Nella nostra PEC inviata al Questore, abbiamo soprattutto chiesto di ripristinare l’orario 8-23:30, proprio per le ragioni garantite dall’articolo 17 della Costituzione, e siamo in attesa di un riscontro. Questa restrizione di orario, dopo i quaranta giorni già vissuti in totale civiltà, ovvero senza generare alcun disturbo alla quiete pubblica in alcun momento ha generato in noi del Comitato di coordinamento e nelle centinaia di volontari un senso di sottrazione di serenità, e questo aspetto non fa bene alla vita Pubblica, non fa bene alla fiducia verso lo Stato ed i suoi rappresentanti, che invece dovrebbe essere nutrita quotidianamente proprio anche in queste situazioni, garantendo la libertà di espressione. Il nostro Presidio, a maggior ragione dopo questo, sente crescere il dovere morale di manifestare l’ampia volontà popolare che qui in Brescia, dal 9 agosto, si sta civilmente rappresentando”.

redazione@oglioponews.it

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...