Arte

PAC di Novi, 15 artisti casalaschi
e mantovani all'AIA Folk Festival

Tutte le opere esposte intessono un dialogo con un ambiente da tutelare, valorizzandone la rappresentazione formale (pittorica o fotografica, iconica o aniconica), rendendolo protagonista di un’operazione che interpreta la natura nella sua più poetica dimensione umana e artistica

Ci saranno una 15ina di artisti di origine e residenza casalasca e mantovana tra gli espositori all’interno dell’AIA Folk Festival che si terrà da venerdì 17 a domenica 26 settembre a Novi di Modena, nell’ambito della rassegna Ramificazioni. Tra i nomi più conosciuti quello della fotografa Mariella Gorla e dell’artista naif Franco Mora. Le opere esposte saranno quelle di Le opere di Manuela Bedeschi, Tiziano Bellomi, Massimo Bassi, Sara Bendin, Adriano Boccaletti, Massimiliano Boschini, Monica Callegari, Massimo Canuti, Emanuela Cerutti, Elena Fabretti, Nicla Ferrari, Matteo Gandini, Sara Gelmini, Franco Girondi, Mariella Gorla, Franco Mora, Carlo Moretti, Sara Puglisi, Natale Rovesti, Tiziana Salvi, Elisa Sivieri e Tytty San.

AIA FOLK FESTIVAL – Dopo più di un anno di pausa forzata torna AiaFolkFestival, la kermesse più attesa da tutti gli appassionati di musica e atmosfere folk. Eh sì, AFF2021 è il festival voluto, ideato e realizzato dal Coro Mondine di Novi! Unico nel suo genere, imperdibile per la varietà e la qualità delle proposte musicali, culturali e, quest’anno, anche artistiche! Trovano infatti spazio in questa edizione, per la prima volta, una serie di eventi legati alla LandArt, alle rappresentazioni pittoriche e all’arte dei Madonnari che daranno una cornice ancora più prestigiosa a tutta la rassegna. Gli eventi a calendario vanno dalle mostre di arte, alla poesia, ai reading d’autore, alla letteratura, per chiudere naturalmente con la musica folk! Il fil rouge che lega ogni piccolo e grande evento sarà l’*albero!* Ecco quindi che ancora una volta a Novi di Modena “Tutto il mondo è un Paese” con la 13ª edizione di “AiaFolkFestival-Inalberarsi”.

Un progetto che si rispetti deve avere un alto contenuto qualitativo e Aia Folk Festival si caratterizza come appuntamento fisso della programmazione annuale del comune di Novi andando a valorizzare, attraverso la musica e gli eventi collaterali in programma, il paesaggio, i luoghi, gli spazi e l’uomo che li ha abitati e vissuti in passato e che li vive oggi, con tutti i cambiamenti antropologici e sociali che ha subito. Una sorta di festival della Paesologia dove la musica, l’arte e la cultura faranno da semplice “punteggiatura” all’ambiente che li ospita per i giorni della rassegna.

Tutto il mondo è un paese , questo il sottotitolo del festival che vuole aprire le braccia al mondo e lasciare libero campo alla musica, linguaggio universale, compreso, amato e condiviso da tutti i popoli. E’ un impegno che coinvolge, enti, associazioni, ma soprattutto artisti la cui musica spazia in vari generi pur con una corsia preferenziale per il Folk.
Il progetto non è quindi un punto di arrivo, ma piuttosto un punto di partenza; una formula da riempire di contesti con proposte, suggerimenti, eventi che possano dare slancio all’economia ambientale e paesistica esaltando la natura ed i contenuti in essa nascosti. Il comune di Novi si trova geograficamente al centro di tre provincie, due regioni e importantissimi Festival, quello della Filosofia, della Letteratura e del Racconto; è attraversato dalla ciclovia Eurovelo 7, il percorso del sole, contesto ideale che può favorire il crescente turismo ambientale e naturalistico.

Novi di Modena è un piccolo comune come tanti in Pianura Padana che viene considerato, insieme a tanti altri, un “luogo minore” d’Italia. Ecco quindi il bisogno di riscatto per sentirsi una comunità ancora al centro dell’attenzione. Se si cambia prospettiva e lo si cerca di aprire emotivamente crediamo invece che possa essere un luogo enorme.
Come ogni paese di simili dimensioni la modernità lo ha sviluppato su imitazione urbanistica delle grandi città ma, a differenza di esse se ne è conservato il riflesso emotivo. L’AiaFolkFestival mira a creare fiducia e voglia di restare. Ogni azione che viene messa in campo e immessa nello spazio sociale è finalizzata allo sviluppo locale. Questo evento, inteso come festival del territorio, dell’ambiente antropologicamente vissuto e modificato, diventa una esperienza di rigenerazione della comunità. Lo spazio finora vuoto, abbandonato o semplicemente “non vissuto” diventa un punto di forza grazie a ciò che ci puoi creare all’interno e che lo torna a far rivivere e ri-conoscere.

Obiettivo dell’AiaFolkFestival è quello di far conoscere e amalgamare tutti gli aspetti di un paese e dei suoi cambiamenti – paesaggistici, antropologici, fisici, sociali, culturali e architettonici – attraverso la musica, in particolare quella folk, quale “patrimonio comune” e linguaggio universale che può tenere insieme, sviluppare e far crescere una comunità. Per raggiungere questi obiettivi il Festival vede la collaborazione e il coinvolgimento delle principali associazioni di volontariato del comune.

IL PROGRAMMALINK

RAMIFICAZIONI InAlberarsi – Gli ultimi mesi hanno visto i musei e i luoghi d’arte riaprire lentamente le loro porte ai visitatori. Anche il PAC di Novi di Modena, con qualche piccola misura precauzionale e grazie al green pass, si muove. Tuttavia, se è vero che la crisi dovuta al virus e al lockdown ha avuto l’effetto deprecabile di ridurre drasticamente le opportunità espositive è vero anche che il lockdown ha regalato tempo per la ricerca e aumentato le opportunità di rinnovamento estetico. Un piccolo ma produttivo vantaggio. E pure gli artisti sono cambiati. La messa a punto dei siti web e le presenze online sono diventate abitudini costruttive e condivise, così come le partecipazioni sui social. Tutti ormai apprezzano sempre più gli interventi digitali. Personalmente, da quando ho scoperto internet, negli anni novanta, l’ho sempre considerato uno strumento essenziale per chiunque, e, in specifico, in campo creativo, per chi volesse scavalcare le barriere fortificate dei “recinti dell’arte”. Tanti artisti sono stati contaminati da spinose questioni sociali, da pericolose minacce esistenziali, dalle evidenti devastazioni del cambiamento climatico. Sono perciò scesi dall’albero in cui spesso si rifugiavano e hanno cominciato ad inalberarsi consapevolmente.

Ed eccoci arrivati finalmente all’esito di questa premessa: chi si accosta, appunto, a “inAlberarsi” (questo il titolo della speciale rassegna del PAC) comprenderà bene i cambiamenti avvenuti in comportamenti, temi e poetiche dell’universo artistico.  Le opere di Manuela Bedeschi, Tiziano Bellomi, Massimo Bassi, Sara Bendin, Adriano Boccaletti, Massimiliano Boschini, Monica Callegari, Massimo Canuti, Emanuela Cerutti, Elena Fabretti, Nicla Ferrari, Matteo Gandini, Sara Gelmini, Franco Girondi, Mariella Gorla, Franco Mora, Carlo Moretti, Sara Puglisi, Natale Rovesti, Tiziana Salvi, Elisa Sivieri e Tytty San (Santa Sammartino) sono realizzazioni che hanno portato all’arte un’apertura liberatoria, con un’immersione in una dimensione inedita per creatività e contenuti. Il tempo della “chiusura” è stato lungo, ma forse non inutile: forse qualcosa abbiamo imparato dal “rallentamento” forzato che ancora influenza le nostre vite. Tutti questi artisti hanno compreso che il ritorno a una normalità deve significare riempire ogni momento di ogni singolo giorno di responsabilità e di rispetto per la natura e per il pianeta in cui viviamo. Ognuno di loro ha capito che la distanza fisica può (e forse deve) generare comunque “vicinanza sociale”, solidarietà e impegno. E infine a tutti è apparso chiaro che la ricerca del bello, nello spazio della creatività umana, può aiutare e dare nuovo senso alle purtroppo brevi opportunità dell’esistenza.

Tutte le opere esposte intessono un dialogo con un ambiente da tutelare, valorizzandone la rappresentazione formale (pittorica o fotografica, iconica o aniconica), rendendolo protagonista di un’operazione che interpreta la natura nella sua più poetica dimensione umana e artistica. L’Aia Folk Festival accende dunque di nuova luce il PAC di Novi di Modena con una rassegna nuova e interessante: sarà la speranza di una stagione in cui rivivere e far rivivere ancora gli appuntamenti estetici “in presenza”. “Pienamente convinti, certo, che l’esperienza fisica e visiva dell’arte e la relazione integrata e integrante con le comunità artistiche siano essenziali per riavviare un dialogo pieno ed efficace – come afferma Gianfranco Ferlisi – eccoci pronti a ricominciare. Qui, nella futuribile architettura del Polo Artistico Culturale di Novi di Modena, si offrono testimonianze di varie esperienze di post lockdown art. Qui ogni formalismo superfluo è bandito. Qui si entra nelle novità di distinte ricerche.  Mentre ogni artista ci porta a comprendere il valore del bello. Amore, Anima, Pietas, Bellezza: nella realtà in cui viviamo queste forze sono tra le poche tracce della consistenza intangibile delle dimensioni ideali. Una grazia speciale è, ciononostante, visibile in ogni opera: segni di un invisibile che irrompe nel visibile. Chi cerca il Bello si imbatte in un frammento, in una piccola scintilla del mondo superiore al quale apparteneva e dal quale è caduto. Tuttavia, benché la bellezza che osserviamo sia piccola, un’inezia, è pur sempre un dono specialissimo. E lo spettatore che osserva e si aggrappa a questa scintilla, comprende l’intuizione dell’artista e la fatica del suo operare”.

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