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Nicola Busi racconta l'impresa
più estrema: l'Icon di Livigno

Prima di finire la stagione Nicola è atteso da altri due triathlon, decisamente più umani, in riviera romagnola: la distanza sprint a Cervia, il triathlon olimpico a Riccione. GUARDA IL SERVIZIO TG DI CREMONA 1

Si è superato, questa volta, Nicola Busi: non nuovo certo a queste imprese e appassionato, infatti, di triathlon, ma capace di affrontare e superare la prova dell’Iron Man considerato il più difficile del mondo. L’Icon, che si è corso a Livigno, non è soltanto una gara di resistenza allo spasmo, ma un concentrato di strappi in salita e pochissime pause, su distanze imponenti.

Si parte dai 3.8 km a nuoto nel lago gelato di Livigno con la temperatura a 12°C. Si procede con 200 km in bicicletta, con l’obbligo di superare ben cinque passi alpini, tra cui lo Stelvio (25 km di salita), si termina con una maratona di 42 km, con gli ultimi 10 km in ascesa da quota 1800 a quota 3000. Fisico, certo, preparazione, ma soprattutto una gran testa per il ragazzo di Commessaggio, iscritto alla Mantova Triathlon e seguito dal preparatore atletico David Morelli e dalla nutrizionista Lisa Lasagna.

Prima di finire la stagione Nicola è atteso da altri due triathlon, decisamente più umani, in riviera romagnola: la distanza sprint a Cervia, il triathlon olimpico a Riccione. In confronto all’Icon – dove su 200 partenti sono arrivati in 80 e Nicola ha chiuso al 19esimo posto, quinto tra gli italiani, in 16 ore e 26 minuti – una passeggiata.

G.G.

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