Amici del Po, braccia aperte ai
viaggiatori: ieri Kayak da Como
Agli amici del Po grazie al cielo non è così, la sua gente è come i suoi spazi, larga ed accogliente, capace di donare ombra e sole a chi passa, di ospitare sportivi, disabili e gente di passaggio, di organizzare cooperazioni e scambi sportivo/culturali
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“L’ospitalità è il modo in cui usciamo da noi stessi, è il primo passo verso l’abbattimento delle barriere del mondo. L’ospitalità è il modo in cui trasformiamo un mondo pieno di pregiudizi, un cuore alla volta”. Joan D. Chittister
L’ospitalità o Xenía, nell’antica Grecia era un valore sacro, un valore protetto da Zeus. Quando uno straniero si presentava alla porta il padrone di casa non poteva negargli ospitalità altrimenti si sarebbe attirato le ire funeste di Zeus. All’ospite si offriva cibo, un giaciglio e la possibilità di lavarsi. Ospite era il nome attribuito sia allo straniero che a chi lo accoglieva e le due reciproche famiglie rimanevano legate per sempre. L’importanza dell’ospitalità la si trova anche nel cristianesimo, nelle religioni orientali, nella gente di mare e di fiume.
Questo valore, la cui sacralità è testimoniata a partire dalla letteratura antica in poi, è sacro anche presso la Polisportiva Amici de Po, sempre più attrezzata per accogliere e ospitare chi è di passaggio, grazie anche ad un delizioso ostello in legno, dove chi si ferma, può riposare in tranquillità. Ed è ciò che è successo ieri a Gino Di Staso, un ragazzo di Como che sta percorrendo il Po in canoa da Pavia a Venezia. Gino è stato immediatamente accolto dai consiglieri Mauro Lucotti e Simone Miceli, che gli hanno mostrato gli spazi della società e dove poteva trascorrere la notte.
Il presidente Paolo Antonini e Arcangelo Pirovano, davanti ad un aperitivo, gli hanno dato utili informazioni e consigli riguardo al tragitto che sta percorrendo, su come affrontarlo e i punti dove potersi fermare dalla curva 27 fino a Venezia compreso come gestire l’ingresso nella Serenissima. Il canoista è membro dell’Associazione Kayak Como AKC, ama il turismo naturalistico in bici o in Kayak, prevalentemente in solitaria. Ha raccontato di avere percorso la via Francigena in bicicletta e ora questo viaggio fluviale di cui vuole godersi il percorso più che la meta.
Il pellegrino ha potuto cenare in compagnia, in quanto alcuni si sono fermati con lui, ed è rimasto soddisfatto della cucina di Diego. L’ospitalità rappresenta una regola di convivenza civile e un legame di solidarietà che tiene uniti gli uomini nella diversità; accogliere, essere gentili, ci fa sentire meglio. Lo si può associare alla generosità, alla voglia e al piacere di condividere il proprio benessere con gli altri, alla capacità di avere relazioni in una società in cui si è perso questo prezioso insegnamento per dare spazio ad un esasperato individualismo, dove vivere momenti di accoglienza e di scambio sembra quasi un lusso.
L’ospitalità oggi è un valore etico caduto in disuso, lo straniero o lo si teme o da fastidio perché ci porta a cambiare rotta, a spezzare l’organizzazione meccanica delle nostre giornate. Agli amici del Po grazie al cielo non è così, la sua gente è come i suoi spazi, larga ed accogliente, capace di donare ombra e sole a chi passa, di ospitare sportivi, disabili e gente di passaggio, di organizzare cooperazioni e scambi sportivo/culturali. Gino è arrivato stanco dopo una giornata di Kayak, ad accoglierlo un caldo sorriso. E ripartirà, con un bel ricordo di una terra che ha saputo aprirgli le braccia.
Giovanna Anversa