"Asilo e scuolabus, costi raddoppiati":
la minoranza non ci sta
"L’asilo nido si chiama “Cipì”, riprendendo proprio un racconto del Maestro Lodi. Se ora noi lo affossiamo, con queste scelte fuori tempo e fuori luogo, non rendiamo onore nemmeno alla figura di Lodi” accusa la minoranza di Piadena Drizzona
La gestione dei servizi scolastici da parte dell’amministrazione Priori non piace alla minoranza di Piadena Drizzona: costi raddoppiati in qualche caso e non per colpa della crisi, ma per la scelta “politica” di esternalizzare il servizio. Tutto parte da lì secondo i consiglieri Ivana Cavazzini, Nicola Ricci, Andrea Cantoni e Andrea Volpi.
“Il comune non ha fatto nulla di illegale, sia chiaro, ma ha preso una decisone che mette in difficoltà le famiglie e che si poteva evitare: in che modo? Ad esempio distribuendo meglio quei 430mila euro che ancora sono nelle casse comunali e che fanno parte del milione di euro giunto per gli aiuti del Covid; oppure mantenendo le promesse fatte in campagna elettorale dal consigliere Luigi Pagliari, che a maggio 2019 scriveva: “Con i 500mila euro derivanti ogni anno dalla fusione tra Piadena e Drizzona, potremo abbassare tariffe e tasse per i cittadini”. Sta avvenendo l’esatto contrario, peraltro in un settore così delicato e importante come la scuola e l’asilo”.
Dove sarà il rincaro? “Parliamo dell’asilo nido. Qui si misura in tre diversi momenti – spiegano i consiglieri -. Intanto le famiglie dovranno pagare subito 691 euro di quota fissa, che saranno rimborsate in parte ma solo in un secondo momento. E questa è la prima spesa. Inoltre la quota variabile, che deriva dalle presenze dei bambini all’asilo, passa dai 3 ai 5 euro al giorno, dunque siamo di fronte quasi a un raddoppio. A questo aggiungiamo il fatto che da adesso, col nuovo servizio esternalizzato, sono le famiglie stesse a dover fornire i pannolini, dunque affrontano una spesa in più. E’ vero che con la misura Asili Gratis chi ha un reddito fino a 20mila euro di Isee non paga; ma col reddito di 40mila euro annui, ossia con entrambi i genitori che lavorano, dunque con una situazione abbastanza normale e diffusa, la spesa del nido inizia a diventare un salasso”.
E non è tutto, denuncia la minoranza. “A pagare sono anche le famiglie che hanno bambini e ragazzi che vanno alla scuola elementare e alle medie. Infatti lo scuolabus ha un costo che ora va dai 270 ai 300 euro, a seconda della scuola. Ma fino all’anno scorso la spesa annuale era di 150 euro. E qui siamo dinanzi a un raddoppio bello e buono. La domanda che ci poniamo, e che si stanno ponendo le famiglie, è semplice: questa amministrazione vuole arrivare ad allontanare le famiglie dal servizio scuolabus o dall’asilo nido, per poterlo così chiudere a cuore più leggero? Il dubbio a noi sovviene”.
Un dubbio atroce, sottolinea la minoranza, specie in questo 2021: “Siamo alla vigilia del 2022, quando si celebrerà il centenario dalla nascita del nostro Mario Lodi, un nome che ha fatto grandi i nostri paesi nel mondo della pedagogia. L’asilo nido si chiama “Cipì”, riprendendo proprio un racconto del Maestro Lodi. Se ora noi lo affossiamo, con queste scelte fuori tempo e fuori luogo, non rendiamo onore nemmeno alla figura di Lodi”.
Giovanni Gardani