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Asola, lavori alla scuola non finiti?
C'è l'accordo coi vicini di casa

A Redondesco andranno i 70 alunni delle classi terze, ad Acquafredda, invece, i 70 alunni delle classi quarte. Altri 150 ragazzi andranno a scuola nel centro storico: le sezioni prime in biblioteca, le seconde all’oratorio. Per quanto concerne le quinte, infine, si recheranno nei locali delle scuole medie di Asola.

Un grande esempio di collaborazione tra comuni vicini, che consente di mendare alla mancata consegna lavori, dovuta essenzialmente ai ritardi nella consegna della materia prima. Un esempio virtuoso che arriva da Asola, dove sabato mattina il sindaco Giordano Busi ha invitato i suoi omologhi di Acquafredda, Maurizio Donini, e di Redondesco, Massimo Facchinelli, per illustrare come inizieranno lunedì le scuole elementari del paese.

“La scuola primaria Ludovico Mangini non è agibile – ha spiegato Busi – perché i lavori di consolidamento e messa in sicurezza antisismica non sono ancora conclusi. Si tratta di un’emergenza che durerà qualche mese ma grazie alla disponibilità dei comuni di Acquafredda e Redondesco siamo riusciti a ovviare. Preciso che i lavori alla nostra scuola andranno avanti, anche perché ci teniamo molto, avendo investito 1.4 milioni di euro, in buona parte giunti dal Ministero. Vogliamo però che i nostri ragazzi tornino a scuola in presenza, perché di Dad ne abbiamo avuto abbastanza. Così ecco l’accordo: a Redondesco andranno i 70 alunni delle classi terze, ad Acquafredda, invece, i 70 alunni delle classi quarte. Altri 150 ragazzi andranno a scuola nel nostro centro storico: le sezioni prime in biblioteca, le seconde all’oratorio. Per quanto concerne le quinte, infine, si recheranno nei locali delle scuole medie di Asola, dove sono stati ricavati spazi idonei”.

Busi, oltre ai sindaci, ha ringraziato per la disponibilità e l’impegnato Francesca Piazza dei Servizi Scolastici del comune di Asola, la dirigente dell’istituto comprensivo asolano Luisa Bartoli e la prof. Rosy Valentino. “Riprendo una frase della dottoressa Bartoli che mi piace molto – ha detto Busi – ossia che “questa difficoltà può diventare una bella opportunità”. E io sono d’accordo: fare scuola fuori dalla scuola può essere un nuovo modo di intendere l’educazione”.

Donini ha spiegato che “Acquafredda ha la fortuna di avere una scuola inaugurata nel 2012 e dunque nuova, oltre che un po’ sovradimensionata: abbiamo un piano libero, che si è rivelato adatto a ospitare studenti, e così abbiamo deciso di metterlo a disposizione. Sperimentiamo qualcosa di nuovo e diamo una mano a un paese amico. Speriamo che i bambini si trovino bene, perché questo è il primo obiettivo”.

Facchinelli, parlando di Redondesco, ha ricordato come i due comuni (Asola e Redondesco appunto) facciano parte del medesimo istituto comprensivo. “La nostra struttura scolastica è un po’ più datata ma è su due piani e ci sono aule inutilizzate che noi sfruttavamo come laboratori. Mi sembra di tornare giovane, perché qualche anno fa si collaborava di più tra comuni. Peraltro per gli alunni stessi questa scelta può aprire orizzonti: fare conoscere nuovi posti, fare nuove amicizie e vedere nuove realtà. Ci sono soltanto vantaggi”.

Già, ma i trasporti? “Ad Asola – ha detto Francesca Piazza – siamo già attivi dato che diversi studenti devono raggiungere le scuole da zone di campagna. Il punto di raccolta sarà in via 2 giugno, con quattro bus che lì avranno spazio di manovra e corsie riservate. Due andranno ad Acquafredda e due a Redondesco. I genitori, invece, potranno parcheggiare nel piazzale del Mangili. Abbiamo organizzato il servizio trasporto integrando le esigenze di chi solitamente non prendeva lo scuolabus e ora dovrà farlo: ogni bambino avrà un numero di posto fisso, che consentirà di tracciare eventuali contatti positivi al Covid, e grazie ai volontari avremo quattro assistenti, uno per scuolabus”.

“Sappiamo che nel piazzale dove si raduneranno i genitori di solito viene organizzata la Fiera dei Morti tra ottobre e novembre – ha ricordato Busi – ma in quei giorni troveremo una soluzione alternativa. Abbiamo pensato che i bambini e la loro possibilità di andare a scuola serenamente fossero prioritari rispetto all’organizzazione della Fiera, che comunque ci sarà. Questa soluzione d’emergenza durerà qualche mese, il tempo di terminare i lavori alla scuola primaria”.

Giovanni Gardani

 

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