Ambiente

Santa Maria, al via la riqualificazione
del bosco col Consorzio Forestale

"Le azioni di progetto prevedono la rimozione delle due specie indesiderate, specie che la normativa forestale identifica come alloctone invasive da eradicare, comprese le giovani piante nate negli ultimi anni e la loro sostituzione con specie autoctone". GUARDA IL SERVIZIO TG DI CREMONA 1

Nel mese di settembre avrà inizio, nell’area del bosco di Santa Maria – Parco Golena, un importante progetto di riqualificazione forestale a cura del Consorzio Forestale Padano, denominato “Servizi Ambientali”. Si tratta di interventi destinati a mantenere e migliorare le condizioni dei boschi lombardi mettendo in atto diverse azioni. Il progetto viene finanziato con fondi regionali.
Nello specifico verranno interessate le sole aree dei vecchi saliceti che attorniano le zone umide locali.

“Questo complesso forestale – spiega l’agronomo del Consorzio Forestale Padano Gabriele Panena – si integra con aree estrattive pianificate in passato dalla Provincia di Cremona e sottoposte a esclusivo recupero naturalistico con il fine di incrementare in termini di diversità ed estensione gli ambienti naturali della zona. Il contesto si caratterizza come un insieme di vecchi boschi preesistenti (saliceti), aree di mitigazione della cava e altre superfici oggetto di impianti naturalistici. I saliceti sono ormai invecchiati e presentano allo stato attuale non poche criticità”.

“La principale, evidente per ogni visitatore, è la rada presenza di salici adulti, in gran parte rinsecchiti e, soprattutto, la totale assenza di giovani salici che possano rappresentare la rinnovazione naturale del bosco. Questo fattore è in gran parte determinato dalla presenza di specie concorrenti che ne impediscono l’affermazione. Due specie in particolare dominano ormai larghi tratti di questi boschi, l’acero americano (Acer negundo) e il gelso (Morus nigra), due specie alloctone che non dovrebbero diffondersi nelle formazioni naturali prossime al Po, ma che invece, a causa della loro vigoria, rapidità di accrescimento e rusticità prendono il sopravvento sulla vegetazione autoctona locale”.

“Le azioni di progetto prevedono la rimozione delle due specie indesiderate, specie che la normativa forestale identifica come alloctone invasive da eradicare, comprese le giovani piante nate negli ultimi anni e la loro sostituzione con specie autoctone tipiche di questo contesto, ovvero salice bianco e pioppo bianco (1.200 esemplari). Verranno anche rimossi alcuni salici, completamente secchi, in prossimità dei sentieri tracciati, in modo da garantire la sicurezza per i fruitori”.

Il materiale di risulta verrà cippato in loco e distribuito nel bosco per restituire sostanza organica all’ambiente. Le azioni inizialmente potranno avere un impatto visivo importante tuttavia già dalla primavera prossima, alla ricrescita della vegetazione, sarà possibile apprezzare la nuova realtà vegetazionale, che sottoposta ad interventi mirati di manutenzione nel giro di qualche anno darà nuova vita ai boschi umidi tipici dell’area del PLIS casalasco. “Si ricorda infine che un cantiere forestale è spesso complesso e potenzialmente pericoloso, pertanto la sentieristica interna, che dall’alzaia raggiunge l’argine comprensoriale, verrà chiusa per tutto il periodo delle lavorazioni” conclude Panena.

redazione@oglioponews.it

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...