Casalmaggiore, si è spento Adriano
Frigerio, maestro di sport (e di vita)
Faceva i campionati, ma non mancava mai ai raduni CSI, dove portava i bambini a fare le prime esperienze. Era il primo ad incitarli, il primo a consolarli. "Non importa il risultato, importa che tu ci abbia provato. Vincerai la prossima volta"
Ha insegnato a decine e decine di bambini – molti già divenuti adulti – a tenere in mano una racchetta. Lo faceva così, per passione, e perché credeva in quello sport, a suo dire universale. “Vedi – ci raccontava quando lo incrociavamo in qualche trasversale di piazza Garibaldi – il ping pong è il vero sport per tutti. Tutti lo possono fare, tutti possono imparare e migliorare”. Non era sempre così – chi scrive schiappa era e schiappa è rimasto, seppur con qualche miglioramento – ma lui ci credeva. Ed era bello credere a quel suo sorriso leggero, di quando ti raccontava che subito dopo l’estate sarebbe giunto l’autunno e con l’autunno sarebbero ripresi gli allenamenti.
Ha insegnato a decine e decine di ragazzi che val la pena provarci, che non importa poi dove arrivi ma l’importante è partire. Aveva una pazienza infinita, guardava ogni ragazzino, ed ogni ragazzino chiamava per nome, per correggerne gli errori “Vedi – gli spiegava affiancandosi – si fa così” mimando più e più volte il gesto. Alcuni di quei ragazzini hanno poi avuto più che discreti risultati anche in ambito di federazione, ma a lui importavano i risultati e più di quello importava che tutti potessero prendere parte allo sport, al gioco, alla vita.
Faceva i campionati, ma non mancava mai ai raduni CSI, dove portava i bambini a fare le prime esperienze. Era il primo ad incitarli, il primo a consolarli. “Non importa il risultato, importa che tu ci abbia provato. Vincerai la prossima volta”. Per qualcuno quella prossima volta non venne quasi mai, ma la lezione di vita, quella è rimasta impressa, e vale quanto millemila vittorie di fila.
Si è spento ieri sera, nella sua casa, Adriano Frigerio. Aveva 85 anni. Era rimasto solo dopo la morte della sua cara Bice, ma aveva proseguito sino a che aveva potuto a coltivare quella sua infinita passione. Adriano lascia nel più infinito dei dolori le figlie Letizia, Anna e Nicoletta che da lui hanno ereditato la caparbietà in tutto quello che fanno e il sorriso rassicurante, e le loro famiglie. Lascia il fratello Evandro e tutti quei ragazzini conosciuti, allenati ed aiutati ad avere più fiducia in se stessi nel gruppo sportivo dell’Oratorio Maffei. E lascia affrante le tante persone che lo conoscevano. Stasera alle 21, nel suo Duomo, verrà recitato il Rosario e poi domani, alle 11 l’ultimo saluto sempre nell’abbaziale di Santo Stefano a cura dell’impresa funebre dei fratelli Roffia. La famiglia ringrazia il dottor Alessandro Tei per averlo sempre seguito, e chiede che eventuali offerte vengano devolute alla Parrocchia di Santo Stefano. La stessa parrocchia che l’aveva visto – presenza attiva – per tanti anni e che martedì mattina lo saluterà per sempre.
Nazzareno Condina