Politica

No a due distretti: il casalasco
viadanese è un'unica realtà

Non si può dunque pensare - e questo è imprescindibile - a due distretti, ma si deve pensare ad un unico distretto, in cui Oglio Po sia il centro di un sistema sanitario che dovrebbe - o potrebbe - vedere Viadana e Bozzolo come ospedali di comunità

Non c’è nulla per cui stare allegri. Anzi, discussione intorno alla legge 23, le proposte che sino a qui sono emerse vanno in senso ostinato e contrario rispetto ad una reale autonomia e valorizzazione dell’area Oglio Po. Fumo negli occhi la divisione delle due ATS, disastro completo l’ottica della divisione dei distretti con la sepoltura definitiva del distretto casalasco viadanese. Due sanità, una mantovana ed una cremonese e il requiem ad ogni prospettiva di sviluppo dell’area Oglio Po. A questa logica si oppongono i circoli del PD del Casalasco e del viadanese, il M5S di entrambe le aree, CNC, Rive Gauche, alcuni gruppi civici. Il gruppo che, da un po’ di tempo, porta avanti la proposta della creazione di un’ASST Oglio Po (strada impervia) e a prescindere un mantenumento con autonomia rinforzata e indipendente da Mantova e Cremona del distretto casalasco Viadanese (strada più percorribile).

I gruppi si sono incontrati ieri pomeriggio per fare il punto della situazione. “Il rischio è che si torni ad essere ancor di più periferia della periferia per provincia e regione. Per noi, prima di tutto il resto, è fondamentale l’unico distretto”. Il gruppo ha anche reso conto degli incontri con i sindaci. A parte Motta Baluffi e Cingia de Botti, ai quali dell’Oglio Po frega nulla ed hanno declinato ogni tipo di invito, gli altri sindaci hanno ascoltato le proposte: “E nessuno ha mostrato una chiusura totale, tutti ci hanno ascoltato” ha spiegato Velleda Rivaroli.

Come ci eravamo ripromessi a distanza di circa due mesi facciamo un primo punto della situazione, dopo avere contattato praticamente quasi tutti gli amministratori dell’area Oglio Po, presentando le motivazioni che stavano alla base del documento che era stato redatto. Sicuramente non abbiamo nulla di dire sul fatto che i Sindaci ci abbiano accolto ed ascoltato, a volte a dire il vero con qualche inutile pregiudizio politico. Nonostante ciò, ad oggi non vediamo slanci in avanti e siamo in una situazione di preoccupante ed inspiegabile stallo. Il dibattito in corso sulla legge 23 non è per nulla rassicurante, anche viste le numerose recenti anticipazioni a mezzo stampa di probabili decisioni in merito a future nuove organizzazioni di ATS, ASST e Distretti, nonché di distribuzioni di Ospedali e Case della Comunità sui nostri territori che purtroppo tengono conto solo dei rispettivi confini provinciali e dell’assetto distrettuale precedente la stessa riforma 23/2015. La notizia preoccupante che è emersa anche dalla recente riunione del 19 luglio del Consiglio di Rappresentanza dei Sindaci dell’ATS VALPADANA (Crema, Cremona e Mantova) e di cui fanno parte anche i Sindaci di Casalmaggiore ed Asola è che vi sia la chiara intenzione di rinnovare la divisione del nostro territorio nei due Distretti di CASALMAGGIORE e di VIADANA, nel più assoluto silenzio dei rappresentanti del nostro territorio. Questa scelta per noi è assurda. Distrugge un territorio che è unito e che da anni lavora per integrarsi ancora di più sia in ambito sanitario che sociale, con un Piano di Zona Sociale unico“.

“Non ragionare in termini di distretto Casalasco Viadanese – ha esplicitato il dottor Luigi Borghesi e la dottoressa Fabrizia Zaffanella, i due tecnici del gruppo – significa vanificare il lavoro di anni. E’ paradossale che la scelta dei due distretti sia in totale disaccordo con la redazione dei piani di zona che invece viaggiano in direzione contraria”.

L’Area territoriale socio-sanitaria interaziendale casalasco-viadanese – ha proseguito il gruppo – ricostituitasi nel 2015 come Ambito Distrettuale, NON PUO’ DI NUOVO ESSERE MESSA IN DISCUSSIONE IN ALCUN MODO, PENA LA COMPROMISSIONE DEFINITIVA DELLA CORRETTA GESTIONE DELL’AMBITO SOCIO- SANITARIO TERRITORIALE. La Regione va contro quello che lei stessa ha affermato in una sua delibera e cioè che “La dislocazione dei Comuni del “Casalasco” (ex distretto di Casalmaggiore) e del “Viadanese” (ex distretto di Viadana) insistono su lembi territoriali che si compenetrano vicendevolmente, e afferiscono rispettivamente alla ASST di Cremona e alla ASST di Mantova, mantenendo una ripartizione artificiosa rispetto al territorio in cui insistono e alle diverse unità di offerta e servizi sociosanitari esistenti”. Suddividere di nuovo il territorio nei due Distretti di Casalmaggiore e di Viadana vorrebbe dire, dunque, che la Regione si appresta a sconfessare tutto il lavoro fatto in questi anni per migliorare l’assistenza territoriale nella nostra area, attraverso una gestione unificata di tutto il territorio. Inoltre, l’Ospedale Oglio Po e gli altri Ospedali del territorio (Bozzolo e Viadana, eventualmente anche Asola) non possono essere considerati solo come succursali degli Ospedali provinciali da cui dipendono, ma Ospedali a servizio del territorio, integrati e governati insieme da un’unica Direzione Generale. L’Ospedale Oglio Po, in particolare, deve mantenere la sua dimensione di Ospedale per acuti, DEA di I° livello, con tutti i servizi atti a fronteggiare l’emergenza/urgenza ed i bisogni di salute della nostra popolazione. L’AMBITO DISTRETTUALE CASALASCO-VIADANESE, GIÀ CONSOLIDATO NEL 2019 IN “AREA TERRITORIALE SOCIO-SANITARIA INTERAZIENDALE CASALASCO-VIADANESE”, PUÒ SOLO DIVENTARE DISTRETTO CASALASCO-VIADANESE (OGLIO PO) SOTTO UNA UNICA ASST. Non accettiamo compromessi! Non abbocchiamo a nessuna altra proposta, perché di promesse in questi anni ne abbiamo sentite tante, spesso anche dagli amministratori del territorio. Ma di promesse mantenute non ve n’è stata nessuna, a partire dalla disastrosa chiusura del Punto Nascite alla riduzione lenta ed inesorabile dei primariati e dei servizi erogati. Di fronte a tutto ciò, di fronte alla assurda inerzia di tanti, di fronte ad un silenzio politico pauroso, per noi una sola certezza: da oggi parte una nostra azione unita decisa, con manifestazioni ed atti più forti che sono ora necessari, perché di parole ce ne sono state tante e su più fronti, ma sono poi rimaste tali. Il gruppo ETEREOGENEO che oggi è qua ha intenzione è di arrivare in Regione con questa proposta. Uniti! Senza distinzioni politiche che ci dividano sull’obiettivo! Chiediamo a tutti i sindaci del territorio Oglio Po, cremonese e mantovano, in primis a Bongiovanni e Cavatorta, di rendere pubbliche le richieste a fatte al dottor Pavesi, in merito alle loro proposte di riorganizzo, che ci dicono contenesse l’idea di una ASST al governo di un unico distretto Oglio Po; chiediamo loro di prendere posizione in modo unitario su questa questione, prima che si decida diversamente a discapito del territorio ed dei suoi cittadini. Siamo convinti che è per noi l’unica strada che possiamo percorrere. Senza se e senza ma! Non lasceremo nulla di intentato. Il territorio non se lo merita e soprattutto non si merita rappresentanti – ad ogni livello – che hanno già smesso inspiegabilmente di combattere“.

Non si può dunque pensare – e questo è imprescindibile – a due distretti, ma si deve pensare ad un unico distretto, in cui Oglio Po sia il centro di un sistema sanitario che dovrebbe – o potrebbe – vedere Viadana e Bozzolo come ospedali di comunità, in cui i sindaci contino davvero qualcosa, in cui regione lombardia stanzia fondi per l’Oglio Po e non ci si debba aspettare le elargizioni da altri. Non c’è più molto tempo ed anche i sindaci dovranno decidere. Il confine è proprio tra la logica della politica a servizio del territorio e il suo contrario, il territorio asservito alle logiche della politica. Non esiste una terza posizione e, secondo il gruppo di lavoro che sta cercando una soluzione concreta, bisogna farsi sentire. Adesso.

N.C.

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