La morte di Gino Strada: i
messaggi di cordoglio e i ricordi
Pasotto: "Ho apprezzato molto il pragmatismo con cui declinava la finalità della sua azione: «Curare i feriti non è né generoso né misericordioso, é semplicemente giusto. Lo si deve fare». Punto".
Davvero tanti i messaggi di cordoglio dedicati a Gino Strada. Tante le voci che si sono alzate in questi giorni per ricordare un uomo giusto, un medico che ha speso tutto se stesso per curare le persone. Che ha sempre parlato di guerre ingiuste e sempre curato tutti, senza distinzione alcuna.
ALDO VINCENZI – Partiamo dall’ex sindaco di Sabbioneta Aldo Vincenzi: “Gino Strada è stato un uomo eccezionale, nel senso più vero del termine. Lui e i suoi collaboratori arrivavano nelle zone di guerra quando gli altri se ne andavano; negli anni ha contribuito a salvare migliaia di esseri umani con i suoi ospedali. Al di là della retorica penso che il modo migliore di ricordare chi se ne va sia quello di portare avanti quello in cui credeva; Gino Strada credeva nella sanità pubblica, nell’articolo 11 della Costituzione che contrasta (oltraggiato negli anni) le bombe intelligenti e le guerre umanitarie dell’occidente, credeva nell’accoglienza (non negli accordi con le bande criminali libiche). I suoi valori sono la più bella testimonianza”.
PAOLO BOCCHI (AMURT) – “Ci ha lasciato Gino Strada, un Gigante del nostro tempo. Mio nonno paterno dott. Sisto Bocchi è stato ufficiale medico pluridecorato nella guerra del ’15-’18 e poi condotto a Gussola per tutta la sua carriera quindi anche durante la seconda guerra mondiale, sono cresciuto da bambino mitizzando la figura del medico come una persona che agisce per salvare vite e per curare i malati con competenza ma senza riserva alcuna, trasferendo ai pazienti una carica umana innata. Credo ancora in sostanza che per essere buoni medici sia necessario avere una sorta di vocazione proprio come per essere preti, guardandomi attorno però vedo sempre meno medici che posso ancora annoverare in questa categoria. Il dottor Gino Strada a mio avviso ha incarnato perfettamente la figura di medico e uomo di pace operando nei luoghi più sperduti afflitti dalla guerra dove nessuno voleva andare, ha aperto con Emenrgency ospedali e cliniche in Afganistan, in Iraq, in Sierra leone, Sudan e Centrafrica oltre ad essere sempre presente in prima linea per aiutare chi soffriva. Spero che il suo esempio sia servito per ispirare altri medici dediti alla professione, persone autentiche di cui il mondo ha estremamente bisogno. Il suo insegnamento rimanga valido anche per tutti noi che nel nostro piccolo possiamo darci da fare per rendere migliore il nostro pianeta. Ciao Gino, grazie, ci mancherai”.
PIERLUIGI PASOTTO (RIVE GAUCHE) – “Non ho mai amato quelli che in gergo giornalistico si chiamano “coccodrilli”. Non mi appartengono , anche nei momenti di massima sofferenza. Con queste due righe voglio solo salutare il dottor Gino strada. Non ho mai avuto la ventura e il piacere di conoscerlo, se non attraverso il suo “agire”. Mi è bastato per sentirlo molto vicino. Ho apprezzato molto il pragmatismo con cui declinava la finalità della sua azione: «Curare i feriti non è né generoso né misericordioso, é semplicemente giusto. Lo si deve fare». Punto. O la posizione presa sul traffico e la vendita di armi ai e l’ipocrisia di Europa e Italia sulla questione:”le esportazioni di armi andrebbero bloccate completamente, anzi l’embargo andrebbe allargato ad altri beni”. Punto . Poteva parlarne, lui davvero ,con cognizione di causa dai luoghi di guerra ,curando vecchi, donne, bambini e civili inermi. Una sua sua frase, però, mi ha colpito in modo particolare :”io non sono pacifista , sono contro la guerra”. Punto. Grazie dell’esempio dottore , buon viaggio”.
DAVIDE PERSICO (SAN DANIELE PO) – “Il libro più sgualcito che ho in casa si intitola Pappagalli verdi. L’ho letto e riletto, sfogliato e portato con me tante di quelle volte da perdere il conto, fino all’incontro con l’autore, Gino Strada, al Ponchielli di Cremona. Gli chiesi un autografo su quel libro e mi stupirono i suoi occhi. Aveva gli occhi puntiformi, profondi, allertati, di chi ha visto il baratro ma non ne ha avuto paura; gli occhi di chi, per scelta, non è uscito mai da quel pozzo nero. Ne é rimasto dentro tutta la vita per far uscire gli altri. Questa lettura mi ha fatto conoscere Strada, mi ha indotto un certo ideale di pensiero, mi ha cambiato la vita. Non è un bel libro eh? I contenuti sono osceni, spaventosi, sono la guerra. Ma anche la dolorosa rinascita. “Io non sono pacifista, io sono contro la guerra”. Addio Gino, e grazie”.
LORENZO LUPOLI (ARCIGAY) – “Ci sono tanti motivi per essere grat* a Gino Strada. Innanzitutto, per averci insegnato che si può stare dalla parte degli ultimi senza aspirare alla santità, perché l’uguaglianza è un fatto di giustizia e non di bontà. Per aver indossato il camice da medico con rigore e perseveranza, richiamandoci al senso di umanità che ci accomuna tutt*. Per aver acceso i riflettori sulle zone più dimenticate del mondo, distogliendoci dalla distrazione della nostra autoreferenzialità. Per aver fatto tutte queste cose ogni giorno, non per un mese o per un periodo. Fuori da ogni convenienza e sempre con la schiena dritta. Oggi perdiamo una persona straordinaria, un alleato forte, un amico caro. Ciao Gino”.
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