Cronaca

Viadana, Marco e Fabio Roffia
realizzano la Casa del Commiato

I fratelli Roffia hanno ricevuto per la realizzazione un contributo a fondo perduto di 55 mila euro dal Gal Terre del Po

Una casa funeraria, la Casa del Commiato, un luogo dove piangere i propri cari, salutare parenti e amici quando lo spazio di casa è esiguo o poco adatto. Un luogo dell’addio. Una esiste già, realizzata dall’impresa Ghidotti e Murelli a Canneto sull’Oglio. La seconda la realizzerà l’onoranza funebre Roffia di Casalmaggiore, gestita dai fratelli Marco e Fabio, a Viadana. Viadana che peraltro, di una struttura similare, ha estrema necessità da quando non è più disponibile lo spazio idoneo all’interno della Casa di Riposo della Fondazione Carlo Louisa Grassi.

I fratelli Roffia hanno ricevuto per la realizzazione un contributo a fondo perduto di 55 mila euro dal Gal Terre del Po, grazie al sostegno nella scrittura del bando, della società Abstract, specializzata proprio nel supporto di amministrazioni, associazioni e privati nella partecipazione ai bandi. L’iniziativa è tra quelle finanziate nella ‘sottomisura 6.4: sostegno a investimenti nella creazione e nello sviluppo di attività extra-agricole, operazione 6.4.03, creazione e sviluppo di attività extra-agricole nelle aree rurali’.

La ditta Onoranze Funebri Roffia srl fu fondata da Giovanni e Pietro Roffia, che nel 1964 che acquistarono la licenza della ditta Bonaglia. E’ una società che ha per oggetto sociale tra le altre cose la realizzazione e la gestione di una casa funeraria.

Negli anni si sono susseguiti vari ricambi generazionali fino ad arrivare all’attuale gestione Onoranze Funebri Roffia srl di Marco e Fabio Roffia, nipoti e figli dei fondatori della ditta Roffia. La ditta Onoranze Funebri Roffia srl negli anni ha ottenuto numerosi riconoscimenti per la serietà e professionalità assegnati da enti preposti quali FENIOF (Federazione Nazionale Imprese Onoranze Funebri) e da Regione Lombardia.

La Legge Regionale n. 4 del 4 Marzo 2019 art. 1 comma 67 bis) lett. c) prevede la possibilità di creare Case Funerarie fornendo apposita definizione: struttura gestita da imprese funebri, pubbliche o private, collocata fuori dalle strutture sanitarie e sociosanitarie, dagli impianti di cremazione e dai cimiteri, in possesso dei requisiti igienicosanitari previsti per le camere mortuarie dal decreto del Presidente della Repubblica 14 gennaio 1997 deputata alle funzioni di trattamento conservativo ed eventuale tanatocosmesi delle salme; custodia delle salme, anche al fine del compimento del periodo di osservazione; preparazione ed esposizione delle salme e dei feretri; esposizione e custodia per brevi periodi dei feretri sigillati; svolgimento delle cerimonie funebri. La volontà di realizzarla a Viadana deriva dall’assenza nel territorio di una struttura simile, in grado di rispondere alle esigenze del mercato e di aumentare la sicurezza sanitaria (fino al 2019 l’Istituto Geriatrico Carlo Louisa Grassi metteva a disposizione le tre stanze della struttura, adibite a camera mortuaria, per l’utenza esterna che ne facesse richieste, possibilità non più percorribile in quanto la struttura non risulta essere a norma con le prescrizioni dettate dall’ATS Valpadana).

Il tema architettonico della casa funeraria in Italia è piuttosto recente: il primo edificio è stato realizzato a Milano nel 2006. La novità della materia e la mancanza di una tradizione tipologica hanno favorito nei successivi dieci anni la costruzione di edifici dall’incerto programma funzionale e compositivo. Ancora oggi si è ben lontani dalla definizione di una tipologia architettonica precisa, ma si è sempre più consapevoli che l’attenzione progettuale debba focalizzarsi su alcuni elementi principali quali i percorsi e gli spazi di soglia, che permettono l’avvicinamento graduale del dolente verso la meta dell’ultimo saluto. L’improvvisa apparizione una decina di anni fa in Italia di strutture specifiche per l’accoglimento del rito dell’ultimo saluto rappresenta il segno di un cambiamento sociale nel Paese.

Che cos’è una casa funeraria? Si tratta di architetture deputate ad accogliere al loro interno tutti gli adempimenti direttamente connessi a un decesso, dal momento in cui si è verificata la scomparsa dell’individuo, al momento in cui il defunto parte per la destinazione finale, sia essa rappresentata da un cimitero o da un forno crematorio. Il rifiuto del pubblico verso l’architettura dell’obitorio, luogo collettivo e legato ad una concezione tecnicoscientifica che mal si addice alla sacralità dell’ultimo saluto, è stata immediatamente colta dalle imprese del settore funerario come l’occasione per realizzare nuovi spazi sulla matrice delle funeral homes americane.

La progettualità predisposta dalla ditta prevede la creazione di una Casa funeraria quale strumento ideale, destinato alla comunità Viadanese.

Le aree di pertinenza degli operatori sono del tutto indipendenti dagli spazi destinati all’omaggio ai defunti e interagiscono con questi ultimi in maniera riservata e funzionale. Grande attenzione viene sempre dedicata al fatto che chi visita le sale per porgere il proprio omaggio non si accorga dell’esistenza di zone destinate al transito e alla tanatocosmesi del defunto. La realizzazione della casa funeraria comporterà il reclutamento di nuovo personale al fine di garantire una presenza costante nella struttura. A tal fine la ditta, ormai alla terza generazione, intende investire sui giovani ed in particolare sui figli dei soci attuali al fine di dare continuità al percorso di crescita dell’azienda.

La realizzazione della Casa del Commiato – che sarà costruita in centro a Viadana, anche se al momento Marco e Fabio non vogliono svelare l’esatta ubicazione – ha subito un rallentamento causa Covid, ma i lavori dovrebbero presto partire.

“Abbiamo pensato di realizzare a Viadana – racconta Fabio Roffia – perché è lì che c’è maggior richiesta di uno spazio come la Casa del Commiato. Da quando non sono più disponibili gli spazi della Casa di Riposo le richieste sono aumentate. Dal casalasco non abbiamo ricevuto richieste di spazi simili: c’è anche da dire che la camera ardente dell’ospedale è più vicina. A Viadana non c’erano spazi. Sul progetto non possiamo ancora dire nulla se non che i lavori dovrebbero partire a settembre”.

“Abbiamo l’ok del comune, cominceremo a settembre – spiega Marco Roffia – però al momento non posso dire altro. Anche perché ancora dobbiamo partire con i lavori. La speranza è che il servizio possa essere attivo con l’inizio del nuovo anno. Il luogo? C’è, posso dirti che è a due passi dalle chiese e dal cimitero. Quando partiremo poi parleremo del progetto e dei servizi offerti”.

N.C.

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