Cultura

Festivaletteratura 2021: a Mantova
oltre 250 autori. Ecco il programma

I venticinque anni di Festivaletteratura arrivano mentre tutti si attendono qualcosa di nuovo. A più di un anno dall’inizio della pandemia la cultura “riapre”, e cerca di capire dove e per chi

C’è ancora posto per il futuro? Quante forme di intelligenza esistono? Fare cultura riscalda il pianeta? Che cosa vuol dire “real fiction”? I pochi sono meglio dei molti? Quanta invenzione fa bene alla Storia? Parlare di genere in letteratura vuol dire…? Un lago può scrivere poesie?

Scorrendo i nomi degli oltre 250 autori e autrici protagonisti dell’edizione 2021 di Festivaletteratura e i temi da loro affrontati, molte sono le domande che sorgono spontaneamente. La sensazione è di trovarsi in mano le tessere colorate di un mosaico che rispecchia la complessità del presente.

I venticinque anni di Festivaletteratura arrivano mentre tutti si attendono qualcosa di nuovo. A più di un anno dall’inizio della pandemia la cultura “riapre”, e cerca di capire dove e per chi. Nel 2020 il Festival ha voluto esserci e ha avuto la fortuna e la determinazione necessarie per riuscirci. Questo ha significato battere strade alternative – ora innovative, ora un po’ d’antan – che si sono rivelate molto più che una soluzione temporanea. Su alcune di queste strade (e di quelle mai abbandonate) Festivaletteratura procede anche quest’anno, senza sapere ancora se siano quelle giuste. Di cultura c’è bisogno, nuovamente, e in mezzo al guado si cercano le risposte.

Dall’8 al 12 settembre 2021 Festivaletteratura torna ad abitare le strade e le piazze della città lombarda e gli spazi dell’etere, festeggiando i suoi venticinque anni con un’edizione che vede più appuntamenti dal vivo rispetto allo scorso anno, tra inediti dialoghi tra autori, riprese di format di grande successo – come le lavagne e la panchina epistolare -, spazi di confronto tra saperi umanistici e scientifici (Scienceground), percorsi di “trasformazione” della città, una casa d’arte e letteratura per bambini, sperimentazioni avviate nel 2020 (il furgone poetico, piazza balcone, le collane, le storie illustrate, Radio Festivaletteratura), e alcune novità come il Dante Jukebox e la pesca poetica.

L’edizione 2021 s’illumina della sua ritrovata dimensione internazionale. Narratori, poeti, esperti di varie discipline, autori e illustratori per ragazzi provenienti da vari paesi torneranno a incontrare i lettori di ogni età all’interno della città dal vivo o – per chi è ancora troppo lontano – con la mediazione del collegamento video. Per questo gran ritorno della letteratura straniera il Festival ha puntato su alcuni nomi di indiscusso prestigio – Alice Walker, voce iconica della cultura afroamericana; l’attivista e scrittrice statunitense Rebecca Solnit; Bernhard Schlink, uno dei massimi esponenti della narrativa tedesca contemporanea; Colum McCann, già vincitore del National Book Award e più volte ospite al Festival – e soprattutto su quegli autori che si sono recentemente imposti all’attenzione dei lettori di tutto il mondo, come Benjamin Labatut, Mariana Enriquez, Santiago Roncagliolo, Fouad Laroui, Aleksej Ivanov.

È l’anno trans-pandemico, del resto, a richiedere di dare dimensione globale a riflessioni e pensieri. Prima di tutto sull’ambiente. Da sempre con Consapevolezza verde Festivaletteratura prova a stimolare dibattito attorno alle complesse questioni connesse al cambiamento climatico e a mettere in campo azioni che vanno ben oltre i cinque giorni della manifestazione. In questo senso il Festival ha aderito a progetti europei come C-Change, dedicato alla riduzione dell’impatto ambientale degli eventi culturali, a elaborare modelli e protocolli di monitoraggio, a ideare processi di compensazione del proprio impatto ecologico sul territorio.

All’interno del programma, a fianco di una più articolata proposta di appuntamenti “verdi” su scarti, ecosistemi, cattura della CO2, geoingegneria climatica declinata in laboratori per ragazzi, letture, micro-lezioni, il punto focale del confronto – che vede coinvolti da diverse prospettive Christiana Figueres, Andri Snaer Magnason, Luca Mercalli – è come raccontare le trasformazioni di intere geografie e le loro già drammatiche conseguenze, per far sì che questo racconto entri finalmente nell’orizzonte delle persone e cambi abitudini, stili di vita, scelte politiche, sistemi produttivi.

Una più generale attenzione alla scienza, alla tecnologia e alle sue conseguenze sui nostri meccanismi cognitivi, alle diverse intelligenze (animale, vegetale, minerale, artificiale) che popolano la realtà che ci circonda, porta autori come gli scienziati Giorgio Vallortigara, Peter-Godfrey-Smith e Joseph LeDoux, filosofi come Slavoj Žižek, e un premio Nobel come Daniel Kahneman a ridefinire la nostra consolidata rappresentazione del mondo e a riposizionare l’uomo nell’ordine delle cose.

Il rapporto con il territorio – dalle profondità della terra alle vette del mondo, dalle province più interne alle vie percorse nei secoli da mercanti e carovanieri – non a caso è al centro di numerosi incontri che vedono protagonisti narratori, saggisti, alpinisti, viaggiatori nello spazio e nella memoria come – tra gli altri – Robert Macfarlane, Kapka Kassabova, Marco Belpoliti, Nives Meroi, David Bellatalla, nonché del programma radiofonico Terre rare condotto da Nicola Feninno. Ciò che è radicalmente mutato con la pandemia è il confine tra casa e mondo esterno, tra l’ambiente domestico (o addomesticato) e un “fuori” che rischia di diventare sempre più estraneo e selvatico: da qui si sviluppa al Festival una riflessione filosofica sull’abitare e sulla ridefinizione dei rapporti tra città e natura che coinvolge Emanuele Coccia, Luca Molinari, Marco Filoni, Annalisa Metta, Elena Granata.

E che cosa ci dicono di una città i nomi delle vie? A partire dall’incontro con la scrittrice statunitense Deirdre Mask, Festivaletteratura dedica all’odonomastica un progetto di ricerca documentaria online e di verifica sul campo che prende Mantova come “caso studio” sulle trasformazioni urbanistiche, le relazioni di potere, i processi di costruzione identitaria che si possono leggere attraverso le denominazioni di vicoli e piazze. E sempre restando in tema, Una città in libri – l’esplorazione degli immaginari letterari delle città, intrapresa dal Festival a partire dal 2015 – è dedicata quest’anno ad Helsinki.

L’evoluzione delle società contemporanee – tra crisi delle democrazie e crescenti diseguaglianze, qualità e riconoscimento del lavoro, tramonto degli ideali e nuova attualità del conflitto di classe – è un’altra delle grandi dorsali tematiche che attraversano il Festival di quest’anno, grazie agli interventi di Nadia Urbinati, Marco D’Eramo, Michael Sandel, Carlo Cottarelli, Pascale Molinier, Massimo Livi Bacci, Giuseppe Pignatone, e gli economisti Gaël Giraud, Anne Case e Angus Deaton, premio Nobel 2015.

Già la presenza attiva di nuovi cittadini originari di altri paesi nella vita sociale, economica e culturale delle comunità di cui facciamo parte richiede una nuova educazione civica, il superamento di concetti e preconcetti che non solo creano discriminazione, ma rischiano di far arretrare la collettività tutta. A parlarne al Festival, tra radio e incontri dal vivo, saranno alcuni esponenti di una giovane e vivace generazione di scrittori e attivisti “neoitaliani”: Abdullahi Ahmed, Nadeesha Uyangoda, Esperance H. Ripanti, Anna Osei e altri ancora. In questo senso risulta fondamentale il ruolo delle istituzioni pubbliche (musei e scuole tra tutte) a cui è affidata la diffusione del sapere e l’interrogazione della memoria, chiamate a dialogare con società in costante movimento (ne è un esempio il dialogo tra Christian Greco e Francesca Cappelletti, direttori rispettivamente del Museo Egizio di Torino e della Galleria Borghese di Roma).

Una vera costellazione di incontri – tra cui quelli con la vincitrice del Booker Prize 2019 Bernardine Evaristo, la giovane fumettista Josephine Yole Signorelli alias Fumettibrutti, lo storico francese Ivan Jablonka, l’omaggio alla filosofa María Zambrano – traccia un denso percorso di riflessione fatto di storie personali, narrazioni e tradizioni di pensiero anche divergenti, e dedicato ai temi dell’identità di genere e della transizione, al pensiero della differenza, al ruolo centrale delle donne nell’auspicato “cambio di civiltà” richiesto in questo momento di crisi globale.

E qual è lo spazio della gioventù in un mondo che fatica a immaginare un futuro? Mario Desiati, Giacomo Bevilacqua, Giulia Caminito, Alice Urciuolo, Antonio Dikele Di Stefano sono alcuni dei (giovani) narratori, sceneggiatori e fumettisti presenti al festival che tentano un racconto di questa stagione della vita dai confini sempre più incerti, malamente mitizzata, in cerca di patrie e di speranze.

Giovani e giovanissimi lettori sono del resto da sempre in cima all’attenzione del Festival. Attraverso il progetto europeo Read On, dal 2017 Festivaletteratura sostiene e diffonde la passione della lettura tra gli adolescenti programmando un numero sempre crescente di iniziative rivolte a questa fascia d’età, sia durante l’anno – attraverso un’ampia rete di collaborazioni che coinvolge scuole e biblioteche in tutta Italia – sia nei cinque giorni del Festival. Read On presenta quest’anno il terzo volume di Anthology, la raccolta di testi pensata dai ragazzi per i ragazzi e dedicata quest’anno alla “real fiction”, un nuovo ciclo di interviste di Blurandevù, un laboratorio di graphic journalism condotto da Assia Petricelli e Sergio Riccardi nell’ambito di My Life in Strips, l’atteso confronto di Fanfiction lab con Louise O’Neill. Ma altrettanto attesi sono gli incontri con alcune delle star della letteratura young adult come Marie-Aude Murail e Katherine Rundell.

Per i più piccoli – dopo i lunghi mesi di isolamento imposti dal Covid – la Casa del Mantegna si offre come sempre come spazio libero di esperienze, gioco e interazione fisica con libri, parole, racconti di suoni e immagini. Nella casa dell’artista padovano per cinque giorni terra di bambini scompaiono i tradizionali incontri “frontali” per lasciare spazio a dinamici incontri/azione, in cui da un prima momento di lettura e ascolto si sviluppa un’attività laboratoriale, un’esplorazione, una fantasia partecipata. La narratrice americana Susie Morgenstern è la punta di diamante di questo programma che vede anche l’estrosa presenza di artisti-scrittori di fama internazionale come Canizales, Anete Melece e Ole Könnecke, i viaggi tra miti e invenzioni di Christian Hill, e – tra i numerosi altri appuntamenti – l’attenzione alle “storie vere” portata da Gigliola Alvisi, Eleonora Antonioni, Manlio Castagna e Matteo Corradini.

Tra verità documentale e finzione “strumentale” si gioca la partita non solo di molta narrativa che fa della storia recente la propria materia ma del racconto storiografico tout court, che di invenzione ha bisogno per ricostruire atmosfere, riempire i profili dei personaggi, sanare le voci discordi che emergono dalle carte d’archivio. Gli incontri con Antonio Scurati, Fernanda Alfieri, Maaza Mengiste, tra gli altri affrontano queste questioni passando attraverso il fascismo, il colonialismo italiano e – risalendo indietro – la Roma pontificia di inizio Ottocento. Ancora più bruciante e doloroso è il tentativo di riscrivere la storia quando – come per Giuseppe Culicchia e Marco Bechis – si è coinvolti in prima persona e la testimonianza attraversa la sfera affettiva.

Il ricorso al memoir – secondo una più ampia accezione che comprende scritture intime e diaristiche, finzioni epistolari fino a opere in forma di romanzo – accomuna peraltro molti autori e autrici presenti a Festivaletteratura 2021 – Maria Stepanova, Hala Kodmani, Alicia Kopf, Gaia Manzini e Francesca Mannocchi, fino all’attore e regista Carlo Verdone –, offrendo attraverso la lente di vicende intime e familiari una rilettura di eventi luttuosi o lievi della nostra storia recente o questioni universali come l’amore, la malattia, la formazione, l’esilio. Una particolare attenzione viene quest’anno rivolta agli epistolari, attraverso gli incontri sui carteggi di Fëdor Dostoevskij, Goliarda Sapienza, Stefan Zweig, e alla Panchina epistolare dedicata alle lettere d’amore tra Guido Gozzano e Amalia Guglielminetti.

Nella ricorrenza del settecentenario della morte, non poteva mancare una particolare attenzione all’opera e alla fortuna di Dante, celebrato nel corso della manifestazione con un’azione poetica corale condotta dal Teatro delle Albe con oltre cinquanta adolescenti, le collane alla Biblioteca Teresiana di Carlo Ossola e Andrea Canova su codici ed edizioni dantesche, gli incontri con Marco Martinelli, Lella Costa e Gabriele Vacis, il Dante Jukebox di Simone Marchesi – lettura critica à la carte di terzine dantesche accompagnata dal vivo dai disegni di Roberto Abbiati.

Il raccontare per immagini occupa più in generale un grande spazio in questa venticinquesima edizione. Se il grafico Peter Mendelsund ci spiega come la lettura sia in grado di generare visioni nella nostra immaginazione, in molti altri incontri, percorsi e laboratori designer, critici d’arte ricorreranno ai linguaggi a loro più congeniali per offrire al pubblico narrazioni tanto seducenti quanto quelle più squisitamente letterarie. La fotografia trova ampio spazio in programma grazie agli interventi di Donna Ferrato, Alex Majoli e Gianluca Vassallo. Più prepotente che mai la presenza del fumetto al Festival, in dialogo costante con la narrativa. In particolare, con le storie illustrate – quest’anno al ritrovato Palazzo della Ragione – parole e immagini tornano a fondersi in unico racconto grazie a una performance dal vivo: Carlo Lucarelli e Ilaria Tuti da un lato, Marco Petrella ed Emanuele Rosso dall’altro sono alcuni degli autori che duetteranno sul palco con voce e pennelli.

Il Festival resta soprattutto una grande conversazione sulla letteratura, un’occasione per lasciarsi prendere dalle storie, dai meccanismi dell’intreccio, dalle ragioni dei personaggi, da ascendenze e discendenze letterarie. Intorno a queste incantevoli ossessioni letterarie si confrontano Gabriele Romagnoli e Marcello Fois, Marco Malvaldi e Desy Icardi, Alessandro Piperno e Annalena Benini. Che la letteratura sia innanzitutto dialogo, relazione lo dimostrano i tanti incontri che Festivaletteratura ha costruito anche quest’anno in ragione delle affinità che legano libri e scrittori – Teresa Ciabatti ed Elisa Ruotolo sul racconto del corpo, Claudio Piersanti e Andrea Vitali sul romanzo d’amore scritto al maschile, Simonetta Agnello Hornby e Maria Attanasio sull’anima della Sicilia, solo per fare qualche esempio.

Se la conversazione letteraria può assumere toni surreali con autori come Valerio Lundini, diventa addirittura incredibile se si pensa alla pesca poetica, divertimento tecnologico-letterario concepito da Matteo Loglio, che grazie a un’intelligenza artificiale proverà a generare poesia traducendo in versi i variabili umori del lago di Mantova. Del resto, anche grazie al Furgone Poetico e alla trasmissione radiofonica Due punti alla radio, la poesia è diventata la voce del Festival che meglio riesce ad arrivare in ogni dove. Tra i protagonisti di quest’anno vanno senz’altro segnalati l’islandese Jón Kalman Stefánsson, l’inglese Ruth Padel e Milo De Angelis, oltre all’incontro dedicato alla monumentale traduzione di Nicola Crocetti dell’Odissea di Nikos Kazantzakis.

Festivaletteratura non rinuncia alla presenza musicale inserendo in programma due concerti di tema ambientale – le Tre Sonate Nordiche del pianista Fabiano Casanova e Vox balenae del Gruppo Musica Insieme, organizzati in collaborazione con Mantova Musica –, una lezione alla storia del melodramma con Marcello Fois e i Solisti della Fenice, e le storie sonore, che faranno conoscere ai bambini la magica e misteriosa figura del rumorista. Prosegue anche la trascinante esperienza di Piazza Balcone: tra le finestre imbandierate dei condomini di periferia, ecco arrivare la “grammatica mostruosa” con Giuseppe Antonelli, le tenebrose atmosfere del noir con Tullio Avoledo e Luca Crovi, e altri lampi e sorprese letterarie.

Il suono e la parola ascoltata, divenute sempre più importante dopo l’esperienza del lockdown, restano con Radio Festivaletteratura una parte fondamentale del programma del Festival. Con quattordici programmi radiofonici condotti da giornalisti, critici, scrittori e con tre edizioni quotidiane del giornale radio, Festivaletteratura esplora e approfondisce tanti degli argomenti tracciati dagli incontri e dalle attività in presenza: da Frontiere di Christian Elia, che ci porta in alcuni degli snodi di transito delle migrazioni contemporanee, a Panorama Internazionale di Simonetta Bitasi ed Elsa Riccadonna, con le interviste a quattro autrici di lingue diverse e ugualmente talentuose; da Il primo romanzo di Cecilia Passarella, che tenta di rispondere all’annosa domanda “qual è stato il primo romanzo della storia dell’umanità?”, a Le Decadi con Valerio Millefoglie che racconta attraverso i “favolosi“ 1971, 1981, 1991 e 2001 quattro decenni della nostra storia recente, e molti altri ancora.

Da ultimo, un gradito ritorno, anzi: una metamorfosi! Il programma cartaceo di Festivaletteratura, strumento indispensabile per navigare e vivere la manifestazione – oltre che, per molti, imperdibile oggetto da collezione – torna dopo la sospensione dello scorso anno trasformato in un piccolo catalogo, completo come sempre delle schede dei tutti gli appuntamenti e che comprende in più alcuni originali contributi d’autore.

QUI IL PROGRAMMA: LINK

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