Degli Angeli (M5S): "Freccia Versilia,
un milione per un non servizio"
“In tutto questo Regione ha semplicemente preso atto in modo passivo della scelta effettuata da Trenord e Trenitalia e si è limitata a pagare oltre 1milione di euro, in ottemperanza del decreto Cura Italia, quindi per la non erogazione del servizio”.
Come ogni anno torna il problema della Freccia della Versilia, servizio che proprio in estate, quando più servirebbe, viene interrotto. Quest’anno va anche peggio, in quanto è fermo da ormai quasi un anno. A denunciare la situazione è il consigliere Marco Degli Angeli (M5s Lombardia), sopattutto a fronte del gatto che Regione Lombardia sborsa “oltre un milione di euro” a Trenord, per “la non erogazione di un servizio, la cui sospensione, secondo le scelte aziendali, trova giustificazioni nelle tempistiche di completamento dei lavori sulla tratta Fidenza – Sarzana”.
Lo scorso 21 giugno il consigliere pentastellato aveva depositato un’interrogazione per chiedere informazioni sulla linea, con l’obiettivo “di comprendere quali siano i motivi di una così lunga sospensione e quali iniziative siano state prese per garantire la riattivazione del servizio”. Un servizio ferroviario che per molti lombardi costituisce la sola modalità diretta per raggiungere senza cambi le località balneari del Tirreno.
“La linea – spiega Degli Angeli – è sospesa ormai dallo scorso 10 novembre 2020 e tale rimarrà almeno fino a settembre 2021. Praticamente a stagione turistica estiva terminata; oltre il danno la beffa”. In tal senso il consigliere ha rimarcato infatti come interrompere la linea durante il periodo estivo, “non solo causa un danno per il mancato indotto di turisti, ma al contempo impedisce a numerosi turisti lombardi di raggiungere in comodità e senza utilizzare mezzi privati le località di vacanza”.
Conclude Degli Angeli: “In tutto questo Regione ha semplicemente preso atto in modo passivo della scelta effettuata da Trenord e Trenitalia e si è limitata a pagare oltre 1milione di euro, in ottemperanza del decreto Cura Italia, quindi per la non erogazione del servizio”.