Cronaca

Gessi e fertilizzanti, Rivarolo del
Re pone limiti a tutela del territorio

Zanichelli: "E’ indispensabile che le autorità competenti, sovra comunali, procedano a riesaminare gli atti autorizzativi, alle attività interessate, al fine di adeguarli alle nuove disposizioni. Dobbiamo a livello politico istituzionale mettere in campo azioni che vadano a tutelare il nostro sistema ambientale ed agroalimentare"

E’ vero, i comuni contano poco a fronte di una normativa nazionale lassista e di una Regione che solo dopo l’inchiesta della procura di Brescia ha cominciato a porsi delle domande su quello che va a finire sottoterra. Ma, con le armi che hanno, le amministrazioni locali cercano di tutelare un territorio in cui il sotterramento di gessi e veleni è solo l’ultimo degli scempi in atto. E qualche strumento per tutelare il territorio, c’è.

Dopo Martignana di Po (comune colpito direttamente dall’inchiesta di Brescia) anche Rivarolo del Re ha approvato – all’unanimità – un regolamento stringente. Il più stringente possibile nei confronti di chi utilizza gessi e di chi ha utilizzato, in passato (non è il caso di Rivarolo, ma meglio prevenire) gessi addizionati con rifiuti chimici. Ma anche un regolamento che riguarda la concimazione.

Anche a chi – seguendo la normativa nazionale – fa le cose in regola vanno dati limiti. Di questo è convinto il primo cittadino di Rivarolo del Re.

Dal 2004 al oggi 2021 – ci spiega il sindaco Luca Zanichelli tante sono state le proteste, le raccolte firme, messe in campo dai nostri cittadini della frazione di Brugnolo i quali denunciano da sempre disagi causati da cattivi odori e proliferazione di insetti conseguenti allo spandimento di fanghi/gessi nei terreni adiacenti al paese.

Tanti gli interventi degli organi competenti al controllo, una denuncia fatta nel 2020 da Arpa per inquinamento ambientale e un vuoto normativo nazionale, la mancanza di un regolamento comunale sugli spandimenti e utilizzo dei fertilizzanti B, mai attuato fino ad ora, il continuo rinnovo delle autorizzazioni da parte degli organi sovracomunali ad aziende che trattano il recupero di fanghi industriali trasformati in gessi da defecazione, addirittura non trattati e non tracciabili, non si è mai riusciti ad avere miglioramenti concreti in merito nella nostra frazione di Brugnolo.

Un primo passo, spero, sia fatto, tramite l’adozione del Regolamento sull’impiego dei fertilizzanti sui suoli del territorio comunale, a sostegno locale dell’attuazione della legge regionale per l’utilizzo dei fanghi approvata recentemente in via definitiva dal Consiglio di Regione Lombardia, legge riguardante il controllo, il monitoraggio e la tracciabilità dei gessi di defecazione da fanghi utilizzati in agricoltura.

Con votazione favorevole unanime il Consiglio Comunale di Rivarolo del Re ed Uniti, ha approvato venerdi scorso, il Regolamento sull’impiego dei fertilizzanti sui suoli del territorio comunale”.

I fertilizzanti sono mezzi tecnici, utilizzati in agricoltura e giardinaggio, che permettono di creare, ricostruire, conservare o aumentare la fertilità del terreno. “Non è assolutamente più accettabile – prosegue Zanichelli – che tramite azioni illecite a scopo di lucro vengano sparsi sui nostri territori, fanghi industriali o gessi di defecazione non trattati a norma di legge e senza nessun monitoraggio, senza nessuna tracciabilità.

Sulla tematica “gessi” vi è un grosso vuoto normativo, a livello nazionale, che ha dato la possibilità negli anni di svariate azioni illegali, inquinando l’ambiente, i terreni agricoli, inquinando le falde acquifere, gli irrigui, creando disagi insopportabili al quieto vivere dei cittadini che vivono nelle vicinanze degli spargimenti o degli stoccaggi di questi insalubri, dovendo sopportare esalazioni nocive, un aumento di insetti di varia natura e limitazioni nel poter godere di passeggiate nei percorsi cicloturistici del territorio“.

Il Regolamento approvato venerdì dal Consiglio Comunale detta all’interno del territorio comunale le norme riguardanti le modalità di utilizzazione agronomica da parte delle aziende nel territorio comunale di prodotti fertilizzanti provenienti da attività produttive extra-agricole di recupero di residui di lavorazione o rifiuti.

Rientrano nel Regolamento anche il digestato in uscita dal processo di digestione anaerobica prodotto utilizzando residui di lavorazione industriale o rifiuti/matrici di origine organica non zootecniche extra-comunali e prodotto riciclando materiali esterni non tipici del luogo, dell’azienda agricola e dell’allevamento zootecnico.

Restano esclusi, dal regolamento, i prodotti derivanti da attività agricola e zootecnica quali effluenti da allevamento, già normati dalla normativa nazionale e regionale vigente, il digestato in uscita dagli impianti di biogas presenti sul territorio comunale che utilizzano esclusivamente effluenti da allevamento e prodotti provenienti dalle attività agricole ed infine sono esclusi i fanghi agricoli prodotti dal settore agroalimentare.

In considerazione al fatto che l’intera Superficie Agraria Utile del territorio comunale – aggiunge Zanichelli – è stata individuata come vulnerabile dai nitrati di fonte agricola ai sensi della D.G.R. Lombardia n° VIII/3297/2006, per gli effetti della Direttiva Nitrati 676/91/CE, che regolamenta la prevenzione e la riduzione dall’inquinamento delle acque superficiali e profonde derivanti dall’attività agricola e che consente di apportare al suolo un quantitativo di azoto non superiore a 170 Kg/Ha all’anno, si stabilisce che l’impiego dei fertilizzanti B compresi fanghi di depurazione e/o gessi di defecazione, è subordinato alla previa presentazione al Comune di uno studio pedo-agronomico che valuti la reale necessità di utilizzo di tali prodotti, qualora non contengano azoto“.

Lo studio pedo-agronomico da presentare preventivamente al Comune, secondo quanto dice il nuovo regolamento, deve contenere: indagine pedo-agronomica dei suoli a firma di un agronomo, perito agrario o agrotecnico, iscritto all’albo professionale, in cui sia valutata, con analisi chimico/fisiche, la reale necessità di utilizzo sul suolo dei fertilizzanti B prescelti; la valutazione dovrà prevedere analisi ante e post impiego avendo cura di valutare l’accumulo delle sostanze applicate al suolo e l’asportazione da parte delle colture.

L’utilizzo dei fertilizzanti B, compresi fanghi di depurazione e/o gessi di defecazione, o tutte le sostanze previste dal D.M. 75/2010 è vietato a una distanza inferiore a 5 metri dalle sponde dei corsi d’acqua superficiali, a una distanza inferiore a 10 metri di distanza dalle sponde dei corsi d’acqua superficiali significativi, nella stagione autunno–invernale, di norma da inizio dicembre a fine gennaio, nei giorni di pioggia e nei giorni immediatamente successivi, in tutte le situazioni in cui l’autorità competente provvede ad emettere specifici provvedimenti di divieto o di prescrizione per la prevenzione di malattie infettive, infestive e diffusive per gli animali, per l’uomo e per la difesa dei corpi idrici, a una distanza inferiore a 500 metri dal perimetro delle aree urbane, a una distanza inferiore a 300 metri dalle zone produttive, a una distanza inferiore a 300 metri dal perimetro dei nuclei abitati sparsi, a una distanza inferiore a 100 metri dalle case sparse o cascine di terzi.

Nel caso in cui non venga rispettato quanto regolamentato dal presente Regolamento, il Responsabile del Servizio incaricato ordina il divieto di impiego dei fertilizzanti B, compresi fanghi di depurazione e/o gessi di defecazione, per motivi igienico-sanitari e di tutela ambientale.

In caso di mancato rispetto di quanto previsto dal regolamento si applicheranno inoltre le seguenti sanzioni che vanno dai 250,00 euro ai 1250,00 euro cumulativi in base alla violazioni effettuate. Il Regolamento è sempre integrabile ed aggiornabile in base a disposizione normative statali, regionali o provinciali.

Il regolamento – spiega ancora il primo cittadino – è stato adottato dal consiglio comunale e verrà inviato agli organi competenti: Arpa, Ats Valapadana e Provincia ai quali spetterà il compito di eventuale richiesta di integrazioni, passati 60gg verrà approvato nuovamente dal consiglio comunale.

Fermo restando la disciplina nazionale e regionale in materia di utilizzo dei “fertilizzanti B” in ambito comunale, la finalità è quella di disciplinare l’utilizzazione di tali prodotti per la salvaguardia dell’ambiente e dei terreni agricoli valutandone la reale necessità di utilizzo visto che, essendo derivati da lavorazioni, industriali e non, possono contenere sostanze pericolose.

Non c’è dubbio che sia necessaria una revisione: del D.Lgs. 99/1992 in materia di fanghi di depurazione, del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. “norme in materia ambientale” e D.Lgs. 75/2010 “riordino e revisione della disciplina in materia di fertilizzanti – fanghi defecazione“.

L’utilizzazione agronomica dei “fertilizzanti B”, siano essi di origine organica che chimica, non deve essere causa di impaludamento dei suoli, ruscellamento nei fossi e nei canali e il loro utilizzo non deve essere causa di noie e molestie ai residenti limitrofi alle zone agricole per odori e/o proliferazione d’insetti.

Premesso che recentemente sono state diffuse dalla stampa e dagli organi di comunicazione notizie molto preoccupanti riguardo ad episodi di spandimento di fanghi industriali tossici e pericolosi sui terreni agricoli in vari comuni della Provincia di Cremona.

Constatato che, anche a seguito dei rilievi e proteste della nostra frazione di Brugnolo, che dal 2004 costantemente denunciano disagi causati dai cattivi odori conseguenti allo spandimento di fertilizzanti e fanghi in agricoltura, nonostante la competenza rimanga in capo ad enti più strutturati ed attrezzati in materia (Arpa, ATS Valpadana, Provincia) abbiamo ritenuto necessario disciplinare anche a livello comunale dette attività, al fine di tutelare maggiormente tutte le parti in causa senza penalizzare le attività agricole.

Spero che dopo anni di molestie, nel nostro caso specifico, a carico dei residenti della frazione di Brugnolo, l’adozione del regolamento sull’impiego dei fertilizzanti, sia un primo passo in avanti come strumento amministrativo da poter attuare sia a livello preventivo, che a livello sanzionatorio in casi di illecito.

Penso personalmente che sia il momento di andare oltre e di promuovere alternative green a fertilizzanti quali fanghi industriali trasformati in gessi di defecazione, che se anche trattate a mio avviso, si possono ora mai evitare come fertilizzanti nei terreni agricoli.

Nonostante a livello normativo vengano stabiliti limiti per i fanghi trasformati in gessi escludendo quelli meno adatti e di minor qualità e introduciamo regole più stringenti relative ai controlli e alla tracciabilità dei fanghi, dei gessi e del loro destino finale, rimane sempre che i gessi da defecazione da fanghi sono stati inseriti per legge nell’elenco dei fertilizzanti e, anche se prodotti a partire dai rifiuti, escono dai controlli e dalle tutele ambientali previste dalla regolamentazione dei rifiuti stessi.

E’ indispensabile che le autorità competenti, sovra comunali, procedano a riesaminare gli atti autorizzativi, alle attività interessate, al fine di adeguarli alle nuove disposizioni.

Dobbiamo a livello politico istituzionale mettere in campo azioni che vadano a tutelare il nostro sistema ambientale ed agroalimentare”.

Nazzareno Condina

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