Cronaca

Covid, in provincia 19 morti
sul lavoro da inizio pandemia

Quella cremonese è la 7^ provincia in Italia a far registrare il maggior numero di decessi.

Sono 19 i casi mortali da Covid sul lavoro registrati in provincia di Cremona da inizio pandemia. Il dato pone il nostro territorio al settimo posto a livello italiano per numero di casi mortali da Covid sul lavoro. E’ quanto emerge dal 18esimo report nazionale elaborato dalla Consulenza statistico attuariale Inail. In generale, le province con più decessi sono quelle di Roma (7,9%), Bergamo, Milano e Napoli (con il 7,0% ciascuna), Brescia (4,5%), Torino (3,8%), Cremona (2,8%), Genova (2,5%), Bari, Caserta e Parma (2,3% ciascuna).

Analizzando i dati regionali, emerge come la Lombardia sia la regione italiana con il più alto numero sia di infortuni (25,5%) che di casi mortali (26,8%). Analizzando proprio la situazione lombarda, emerge che in totale sono stati registrati 45.045 infortuni da Covid di cui 183 con esito mortale. Di questi 1.937 sono avvenuti in provincia di Cremona (4,3% del totale regionale), l’ottavo dato lombardo a livello di incidenza percentuale e il quarto più basso a livello assoluto.

A livello di incremento rispetto alla rilevazione precedente, il Cremonese è aumentato dello 0,4%: un dato leggermente inferiore alla media regionale (0,6%) e superiore soltanto a Bergamo, Sondrio (entrambi 0,1%) e Pavia (0,2%).

Rispetto alla data di rilevazione del 31 maggio 2021, le denunce di infortunio sul lavoro da Covid-19 sono aumentate di 249 casi (+0,6), inferiore rispetto a quello nazionale (pari al +0,9%). In Lombardia, la maggior parte ha riguardato il comparto della sanità e dell’assistenza sociale (71,3%), seguita dalle attività manifatturiere (7,4%).

Il report, in ogni caso, conferma il trend decrescente dei contagi sul lavoro da Covid-19 iniziato a febbraio. I casi in più rispetto al monitoraggio mensile precedente sono 1.602 (+0,9%), di cui però solo 157 riferiti a giugno, 227 a maggio, 236 ad aprile, 234 a marzo, 135 a febbraio e 169 a gennaio di quest’anno, con i restanti 444 riconducibili allo scorso anno.

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