Fondazione Busi, CNC:
"Per noi non è finita qui"
Se l'esordio è non comunicare dati, neanche leggerli a porte chiuse, come abbiamo richiesto al presidente Bozzetti, ricevendo un secco no, aumentare le rette a residenti e famiglie (non a maggioranza assoluta si badi bene), deve essere chiaro che per noi la discussione è da considerarsi solo all'inizio
CNC interviene sulla vicenda di Fondazione Busi. A chiamare il CdA in Consiglio Comunale era stato proprio il gruppo di minoranza consiliare che si dichiara insoddisfatto delle risposte date. O meglio, di quelle non date. Questo il comunicato.
“Non sono state sufficienti le due ore di Consiglio comunale di venerdì 16 Luglio per ottenere le risposte che dal 2019 cerchiamo; forse nemmeno cinque ore sarebbero state sufficienti, vista l’intenzione e l’esplicita volontà della Presidenza e del Sindaco a non chiarire i due punti focali che avevano portato alla convocazione del Consiglio stesso, ovvero la presentazione degli esiti della perizia sui lavori del palazzo ex-Turati e la legittimità di accesso agli atti della Fondazione da parte dei Consiglieri Comunali.
Tutto quello che è stato detto e dichiarato al di fuori di questi due argomenti era, per così dire, una variazione sul tema. Senza aver ricevuto documenti necessari per poter controbattere anche in merito alla gestione della fondazione, siamo stati costretti ad assistere al monologo della dottoressa Bozzetti che ha sciorinato numeri senza che potesse ovviamente esserci un contradditorio. Per questo motivo il focus dei nostri interventi non si è concentrato sulla gestione dell’emergenza sanitaria, visto che di questo era già stata fatta relazione l’estate precedente, e nemmeno sul bilancio dell’Ente nel suo complesso, vista l’annualità atipica appena passata.
Noi siamo i primi ad essere dispiaciuti di questo atteggiamento, sappiamo quanto occorra a gestire una e realtà così complessa e, soprattutto, quanto possa essere stato complesso gestire, a pochi mesi dal mandato, l’emergenza sanitaria e tutto quello che ne è conseguito.
Nessuno punta il dito contro nessuno, non si cercano capri espiatori, solo chiediamo risposte trasparenti in merito a quelle spese di ristrutturazione effettuate durante la Presidenza Vacchelli, che paiono essere carenti di puntuale documentazione economica, e non riusciamo a comprendere come mai, dopo quasi tre anni, ancora non possiamo ottenere risposte. Ancora più incredibile è l’atteggiamento del Sindaco che in Consiglio ha riferito di aver letto la perizia solo tre giorni prima, minimizzandone i contenuti. Nessuno di noi gli ha ovviamente creduto, e ci è venuto spontaneo chiedere a voce alta: perché il sindaco e la sua maggioranza possono aver accesso a questi documenti e i consiglieri di Casalmaggiore la Nostra Casa no? Ci sono regole, regolamenti, leggi che valgono solo per qualcuno? O forse non ne esistono affatto in realtà.
Ci chiediamo che senso abbia trascinare questa questione all’infinito. Non è offuscando le scelte delle precedenti gestioni che si fa il bene dell’Ente, ma è proprio ammettendo gli errori del passato, con grande trasparenza, che cresce l’empatia e la comprensione dei cittadini verso una struttura che per Casalmaggiore è e resta un importantissimo luogo di affetto e cura.
Evidentemente abbiamo un concetto diverso di trasparenza, come pure un concetto diverso del rapporto di lealtà che deve intercorrere tra chi è nominato e chi è eletto. Alla luce di queste considerazioni possiamo ritenere esaurita l’apertura di credito che si merita ogni nuova compagine dirigenziale appena insediata.
Credito che allo stato è stato ampiamente esaurito dalle deludenti risposte fornite in consiglio. Il principio che è emerso è sostanzialmente che non si deve disturbare il manovratore. Se l’esordio è non comunicare dati, neanche leggerli a porte chiuse, come abbiamo richiesto al presidente Bozzetti, ricevendo un secco no, aumentare le rette a residenti e famiglie (non a maggioranza assoluta si badi bene), deve essere chiaro che per noi la discussione è da considerarsi solo all’inizio“.
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