Cronaca

Fondazione Busi, Annamaria
Piccinelli: "Abbassare i toni"

Poi, sia chiaro, i problemi ci sono anche nelle fondazioni vicine, soprattutto lombarde, specie in fatto di differenti contratti a parità di mansioni e necessità di personale, tuttavia, la predisposizione all’ascolto di tutti e al confronto non può fare che bene

Annamaria Piccinelli

Chiede di ritornare al confronto, o quantomeno di farlo senza alzare la voce. E’ l’appello accorato che la Consigliera Comunale Annamaria Piccinelli (Vivace & Sostenibile) fa a tutti i soggetti in campo. La questione è quella relativa alla Casa di Riposo e alla Fondazione Carlo Busi.

Mi pare, e ne provo sincero disagio, che i toni rispetto alla questione Fondazioni Busi siano non proprio sotto controllo. Credo ci si debba sforzare tutti di riportare la barra al centro e soprattutto tenere al centro i 157 residenti e le loro famiglie. In realtà credo che in fondo sia l’obiettivo di ciascuno, ma a volte nella comunicazione, tale obiettivo viene filtrato attraverso le diverse ottiche delle parti sociali o le diverse posizioni delle parti politiche e il tutto nel linguaggio giornalistico che ha caratteristiche sue proprie.

A mio avviso, anche a fronte di uscite sopra i toni, la risposta migliore è sempre nella direzione di un incremento di pluralità, trasparenza e ascolto perché è quella che porta, magari dopo scontri, alla possibilità di miglioramenti. Altre strade sono destinate invece a far lievitare i fermenti, quelli sì, poco salutari.

Parto dalla lettera del sindacato Usb pubblicata e inviatami come Consigliere comunale. Rispedisco fermamente al mittente espressioni come “situazione terrificante” e “ospiti trascurati”, specie in una fase come questa in cui i famigliari non hanno libero accesso alla struttura e quindi la possibilità di verificare in ogni momento gli andamenti.

Tali parole non solo non rappresentano i dipendenti, che invece si fanno in quattro per accudire gli anziani, ma sicuramente non facilitano affatto il confronto tra le parti. Sarebbe opportuno invece limitarsi ai dati oggettivi: addetti per turno, per piano, per numero di anziani ecc. che vengono riportati. E a questi dati sarebbe opportuno rispondere nel merito, indipendentemente che questo sindacato non sia firmatario del contratto collettivo.

Usb rappresenta un quinto dei dipendenti interni (se non sbaglio, 29 dipendenti su 150) e questa mi sembra una buona ragione per ascoltarne le istanze. Ma più in generale credo che il confronto a 360 gradi sia sempre molto salutare. Non solo confronto tra le parti, tutte, che deve sempre essere possibile, ma anche con le altre strutture presenti nel raggio di pochi chilometri che offrono servizi analoghi e che hanno subìto analoghe drammatiche difficoltà dovute alla pandemia.

E’ la linea che ho tenuto durante il Consiglio e che intendo ribadire rispetto al bilancio, alle progettualità e ai ruoli dirigenziali. Quanto al bilancio, a fronte di patrimoni nettamente inferiori, le altre fondazioni presentano situazioni vistosamente diverse, specie rispetto alla liquidità da cui dipendono tutte le spese correnti. Rispetto alle progettualità trovo francamente che ci sia più fermento, specie in un continuo ampliamento della vocazione territoriale: citavo in Consiglio le iniziative in cantiere in occasione della giornata dell’Alzheimer il 21 settembre, ma anche la notizia di giovedì sullo screening cardiologico “Giornata del cuore” alla Germani e altro ancora reperibile nei bilanci sociali pubblicati.

Tra l’altro è noto, e vengo al terzo punto, anch’esso citato in Consiglio, che i quadri dirigenziali di riferimento sono tutti laureati e pure specializzati a livello accademico, cosa che non sarà determinante, ma che male non fa e sicuramente devono portare a una organizzazione chiara e univoca del personale.

E’ evidente che tutti questi aspetti messi insieme sono frutto di un contesto (quello lombardo delle privatizzazioni spinte, diverso, ad esempio, da quello emiliano) e di una storia, quella del Busi, fatta talvolta di investimenti discutibili per costi elevati e ricavi inadeguati. Nelle Fondazioni da me visionate, e torno così all’inizio del ragionamento, sarà un caso, ma ho trovato anche un alto grado di trasparenza che si concretizza in una ricca pubblicazione di documenti tra l’altro redatti anche in modo facilitante la consultazione.

Poi, sia chiaro, i problemi ci sono anche nelle fondazioni vicine, soprattutto lombarde, specie in fatto di differenti contratti a parità di mansioni e necessità di personale, tuttavia, la predisposizione all’ascolto di tutti e al confronto non può fare che bene. A questo proposito mi congratulo con il Cda del Busi che con tempestività ha incominciato a lavorare alla trasparenza della documentazione sul sito internet della fondazione e sta cercando di apportare le migliorie possibili a un bilancio che, specie gli investimenti di piazza Garibaldi, hanno aggravato. Lancio un appello accorato affinché questo evidente desiderio di miglioramento sia rivolto, appena le condizioni lo consentiranno, anche all’organizzazione e all’ascolto del personale che è a diretto contatto con i residenti e le loro famiglie“.

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