Cronaca

Il soldato della Grande Guerra
può tornare a casa 106 anni dopo

Un banale errore di trascrizione, un rebus risolto dopo 106 anni, anche grazie alla coincidenza tra quella foto di famiglia sopra il camino e quella presenze nel fascicolo del Ministero. Con la speranza, ora, di poter riportare a casa un martire della Grande Guerra. GUARDA IL SERVIZIO TG DI CREMONA 1

Centosei anni dopo il soldato dato per disperso al fronte può tornare a casa. Giovanni Bongiovanni, originario della frazione casalese di Casalbellotto, è morto sulla linea dell’Isonzo il 27 luglio 1915, a pochi mesi dall’inizio della Grande Guerra dopo una grave ferita al torace.

Il padre Pietro, appresa la tragica notizia della morte, si era dato un gran daffare per trovare i resti del figlio e riportarli a casa, senza però avere notizie. E invece Giovanni riposava al Sacrario di Redipuglia, in provincia di Gorizia, alla tomba 5773, dove era stato trasferito, nell’intervallo tra le due guerre, dal cimitero di Turriaco (qui, all’ospedale militare, Bongiovanni era morto).

A scoprire l’inghippo è stato Luigi Silla, pronipote di Giovanni Bongiovanni, che ha fatto una ricerca approfondita dal sito del Ministero dell’Interno, arrivando alla risposta. Legata ad un errore di trascrizione del nome. Da “Giovanni Bongiovanni” a “Giovanni Buon”, come se Buon fosse il cognome.

Un banale errore di trascrizione, un rebus risolto dopo 106 anni, anche grazie alla coincidenza tra la foto di famiglia sopra il camino (in divisa militare) e quella presente nel fascicolo del Ministero, in identica posa. Con la speranza, ora, di poter riportare a casa un martire della Grande Guerra.

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Giovanni Gardani

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