Santa Federici: il lavoro, i
sorrisi, le cicale e l'anima
Sono lì, al loro posto di lavoro, anche questa mattina. Andateli a trovare, se vi capita di passare di lì. E qualcosa porterete a casa. Non ancora i libri (quelli più avanti) ma la sensazione che ci sia comunque e sempre qualcosa di cui sorridere, ed essere fieri
Sono lì, al loro posto di lavoro. Con una pazienza maniacale. Quei libri, impolverati da troppo tempo, li stanno tirando a lucido facendoli scorrere pagina per pagina. Sono lì, seduti, a testa bassa ad eseguire con pazienza il loro lavoro. Nessuno glielo ha chiesto, nessuno li obbliga, possono fermarsi quando vogliono oppure stare lì ad ascoltare le cicale e aprendersi il flebile vento in faccia senza far nulla. O – in presenza di un libro – fermarsi a far scorrere le immagini come in un piccolo viaggio di qualche minuto.
Ce ne sono davvero tanti di libri nella casetta del bookcrossing del parco di via Italia. Sono stati fermi per tanto tempo, causa Covid. Hanno raccolto polvere e fatto da casa per insetti. “Sarà un lavoro lungo – ci spiega l’educatrice che li accompagna – perché i libri sono tanti. Poi quando ci vedono qui ne portano altri. Poi, dopo che saranno stati puliti, saranno tutti da catalogare in modo che quando poi verrà qualcuno a prenderli sappia dove guardare”. I ragazzi hanno tempo, e pazienza, ed energia. Ed hanno sorrisi per chi arriva. “Quando ci vedono qui la gente si ferma – prosegue – e ci chiede quando sarà possibile prendere i libri”.
A tutti i ragazzi di Santa Federici regalano un sorriso. Indistintamente, senza chiedersi chi sia la persona che hanno di fronte. E’ un attimo, poi tornano al loro lavoro. Ci vorrà del tempo, e ancora giorni di lavoro ma lo porteranno a termine. E poi, come promesso (e loro le promesse le mantengono), troveranno il modo e il tempo di aprirla la casetta del bookcrossing e renderla viva. Accanto alle nonne che si son prese l’incarico di fare animazione, accanto a chi porterà libri e qualcuno lo porterà a casa secondo la logica del far circolare gratuitamente la lettura. Accanto a chi, di quel parco, ne ha fatto un luogo del cuore.
Se si trova la porta della casetta aperta, alla mattina, ci si può fermare. Magari e solo a portare un saluto ed un sorriso. E qualche sorriso poi riportarselo a casa, nel cuore. Insieme alla sensazione che quei ragazzi, i ragazzi di Santa Federici, stiano facendo una piccola cosa straordinaria. Stiano partecipando alla vita di quel parco e, di conseguenza, della città. Stiano donando il loro tempo per tutti. Anche per i più scettici, anche per chi non lo fa mai, senza chiedere nulla in cambio.
Hanno animatori ed educatori in gamba, hanno persone che credono in loro, nelle loro possibilità che poi sono le possibilità di tutti, ognuno per quel che può e per quel che ha. Hanno intorno persone che credono che quei ragazzi sono – in maniera sacrosanta ed inequivocabile – cittadini di una città che qualche volta dorme e non si accorge di nessuno al di là del palmo del proprio naso. Cittadini di una città che spesso chiede senza dare. Loro danno, senza chiedere. Ed è anche questa una rivoluzione culturale. Uno splendido esempio di partecipazione e di empatia.
Sono lì, al loro posto di lavoro, anche questa mattina. Andateli a trovare, se vi capita di passare di lì. E qualcosa porterete a casa. Non ancora i libri (quelli più avanti) ma la sensazione che ci sia comunque e sempre qualcosa di cui sorridere, ed essere fieri.
Nazzareno Condina