Cronaca

Ponte Po, infrazioni. Fausto Salvini
(TPT): "Segnalate a chi di dovere"

Infrastruttura che, ricordiamo a chi non ha memoria, è stata garantita dai tecnici per una decina d'anni, forse qualcuno in più, più probabile, col sovraccarico, qualcuno in meno. Infrastruttura vecchia, rimessa in sesto, ma pur sempre con i suoi anni sulla groppa

I marziani? Sono quelli che percorrono il ponte Po a meno di 50 all’ora. Perché si trova sempre l’Hamilton di turno che ha fretta. Quello che strombazza pesantemente o, altrettanto pesantemente, ti maledice. I limiti non sono che numeri segnati sulla carta sul Ponte che ha dei limiti, di peso e velocità, per ragioni specifiche. Li hanno fissati i tecnici – e non la signora Maria su facebook – per preservarne la durata visto che l’esperienza della chiusura di un’arteria vitale qui è stata già – pesantemente – vissuta.

Ieri sono venuta da San Polo a Casalmaggiore due volte, e durante le quattro attraversate del ponte sul Po ho purtroppo notato che i miei 50km/ora hanno infastidito molti. In una decina mi hanno sorpassata, di cui uno con la mano pesantemente sul clacson, per non parlare di quelli che, in direzione opposta alla mia, il 50 li facevano per due. Spero che sensori o telecamere vi fottano tutti, brutti imbecilli, e se così non fosse gli imbecilli sono quelli che non si decidono ad attivare sensori e telecamere…” scrive una donna. Perché poi – diciamocelo francamente – un poco turbinano anche le sfere in un paese che martella per i divieti di sosta e spesso soprassiede su tanto altro.

Il territorio non può permettersi un’altra eventuale chiusura. Anche parecchi ingegneri e tecnici con laurea acquisita alla scuola della vita spiegano che la velocità non conta, e non conta il peso. Che il ponte resiste, che son tutte balle, che tanto non succede niente. Neppure quando fu chiuso per la prima volta non doveva succedere niente e poi è andata come è andata.

Le segnalazioni sono quotidiane, o quasi. Tra i furbi che cercano di evitare le placche che pesano i mezzi pesanti in transito e quelli che hanno sempre e costantemente fretta. I controlli – in verità – sono piuttosto scarsi. Ci sono le registrazioni delle telecamere. Vengono tenute per 48 ore prima di essere cancellate ma potrebbero servire alla bisogna. Questo, quantomeno, quanto detto dal presidente della Provincia Diego Rossi al vice presidente del Comitato Treno Ponte Tangenziale Fausto Salvini in una telefonata intercorsa ieri in cui il rappresentante del Comitato ha voluto sottolineare, proprio agli organi provinciali, i problemi.

“Il suggerimento datoci dal presidente della provincia di Parma – ha spiegato Salvini – è quello di segnalare alle autorità competenti giorno e ora dell’infrazione, affinché possano procedere alle verifiche del caso”. Al momento non ci è dato sapere – e non sappiamo – quali siano le possibilità di accesso delle autorità competenti alle riprese video e se già ne facciano questo uso. Non sappiamo – detto terra terra – se le parole di Diego Rossi corrispondano ad un auspicio o abbiano già una loro specifica valenza. Sicuramente accesso a quelle riprese ce l’hanno i referenti dell’Università di Parma che nel mese di settembre dovrebbero relazionare sui primi tre mesi dell’utilizzo dei sensori ma potrebbe servire per un maggior controllo dell’infrastruttura.

Infrastruttura che, ricordiamo a chi non ha memoria, è stata garantita dai tecnici per una decina d’anni, forse qualcuno in più, più probabile, col sovraccarico, qualcuno in meno. Infrastruttura vecchia, rimessa in sesto, ma pur sempre con i suoi anni sulla groppa.

I marziani? Sono quelli che continuano a chiedere un maggior controllo, magari una qualche sacrosanta sanzione a chi infrange regole e codice della strada. Sono quelli che probabilmente hanno vissuto i 637 giorni di chiusura con maggior disagio. Ne abbiamo raccontate tante di storie in quei due anni. Storie di sacrifici e di fatica. Storie di disagi infiniti.

Quella stessa gente chiede maggiori controlli. E li chiede il Comitato TPT, che negli anni ha dato voce a tanti disagiati: “Dobbiamo fare in modo che il ponte venga maggiormente tutelato – chiude Salvini – in attesa di quello nuovo, altrimenti a quello nuovo non arriviamo”.

N.C.

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