Cronaca

Attività di sospetto riciclaggio,
calo del 18% nel Cremonese

“Oltre il 99 per cento del totale di queste “denunce” riguarda operazioni di riciclaggio di denaro che, molto probabilmente, sono di provenienza illegale e solo lo 0,5 per cento, invece, sono riconducibili a misure sospette di terrorismo e proliferazione di armi di distruzione di massa”.

Attività di sospetto riciclaggio in forte calo in provincia di Cremona, che andando in controtendenza con la situazione italiana, ha registrato un -18,4% di segnalazioni, passando dalle 376 del 2019 alle 307 del 2020. Anno in cui invece, a livello nazionale, si è verificato un record storico in questo senso. A dirlo è la Cga di Mestre, commentando il report annuale dell’Uif (Unità di informazione finanziaria per l’Italia), secondo cui “anche a causa degli effetti economici della pandemia, le segnalazioni sospette di riciclaggio sono in aumento”.

Nel 2020 sono state 113.187 (+7 per cento sul 2019): “una soglia, quella in valore assoluto, mai toccata negli anni precedenti” commenta la Cgia. “Oltre il 99 per cento del totale di queste “denunce” riguarda operazioni di riciclaggio di denaro che, molto probabilmente, sono di provenienza illegale e solo lo 0,5 per cento, invece, sono riconducibili a misure sospette di terrorismo e proliferazione di armi di distruzione di massa”.

Come ha denunciato la stessa Uif nella Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie, ricorda ancora la Cgia di Mestre, “le infiltrazioni delle organizzazioni criminali nel tessuto produttivo del Paese avvengono sempre più spesso attraverso il ricorso ad attività usurarie o estorsive nei confronti di attività che, rispetto ad altre, hanno risentito maggiormente della crisi pandemica. 

In particolar modo a quelle che appartengono all’immobiliare, all’edilizia, ai servizi di pulizia, al tessile, al turistico-alberghiero, alla ristorazione, ai trasporti, e via di seguito”. 

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