Sanità, Piccinelli: "Sindaci
uniti? Ma uniti su cosa?"
"Leggo i Sindaci si sono dimostrati uniti senza posizione di campanile o politico-partitiche. Uniti su cosa? Sul chiedere generale e generica attenzione per la sanità locale e va bene, per rappresentarne le problematiche esistenti e va bene, e sui progetti futuri?"
Tra le più perplesse voci sull’esito dell’incontro di Rivarolo del Re tra i 14 sindaci in rappresentanza dell’area Oglio Po e il DG Welfare di Regione Lombardia Giovanni Pavesi c’è sicuramente Annamaria Piccinelli. La Consigliera Comunale di Vivace e Sostenibile può parlare a ragion veduta. Da anni si occupa di questioni inerenti all’Oglio Po – membro del Comitato a difesa dell’ospedale – e la materia la conosce bene.
Non le è piaciuto il politichese del comunicato finale. “Scusate, ma degli articoli come quelli che abbiamo letto ieri a proposito di sanità locale, io sono un po’ stufa. Non è una questione giornalistica si intende, ma delle solite modalità con cui la politica presenta le problematiche ai cittadini senza entrare in modo chiaro nel merito delle cose. Ringrazio e apprezzo molto il lavoro del Sindaco Luca Zanichelli e, ricordando i chilometri macinati a partire dal 2016, su e giù per il territorio in macchina con il dottor Luigi Borghesi, per incontrare ciascun Sindaco e parlagli del nostro ospedale, non posso che apprezzare sinceramente una riunione come quella di ieri. Ma alla fine di queste riunioni non somministrateci solo giri di parole inconsistenti”.
Parole inconsistenti. La gente, secondo Annamaria Piccinelli, merita più chiarezza. E maggior concretezza. La Consigliera Comunale esprime un parere sull’unione dei sindaci di Oglio Po. Un parere molto simile a quello del sindaco Alessandro Gozzi: “Spiegate chiaramente ai cittadini i vari passaggi di questo nodo delicatissimo della sanità locale. Leggo i Sindaci si sono dimostrati uniti senza posizione di campanile o politico-partitiche. Uniti su cosa? Sul chiedere generale e generica attenzione per la sanità locale e va bene, per rappresentarne le problematiche esistenti e va bene, e sui progetti futuri? Hanno una posizione unita i sindaci casalaschi e viadanesi su come organizzare la sanità locale alla luce delle nuove linee di sviluppo regionali? Se sì, quale? Perché non si fa il benché minimo cenno alla ASST autonoma da cui tutto è partito? A un certo punto degli articoli si legge: Pavesi (Regione Lombardia) ha chiesto ai Sindaci di incominciare a ragionare su come dare esecuzione alle stesse (le linee di sviluppo) in particolare sugli Ospedali di comunità, sulle Case di Comunità e sulle Centrali operative territoriali. Questo significa che ci si è presentati alla Regione senza aver nemmeno incominciato a ragionare su un progetto unitario? O meglio, forse si è ragionato, ma i sindaci casalaschi e i sindaci viadanesi hanno posizioni diverse”.
Un diverso approccio quello di ASST Mantova rispetto a quello di ASST Cremona: “Inutile nascondere che la ASST di Mantova ha più attenzioni per le periferie di quanto non abbia quella di Cremona, inutile nascondere che l’ospedale è su territorio casalasco e non viadanese. Queste diversità non vanno dissimulate con slogan goffamente ottimistici, ma al contrario, vanno palesate, analizzate, discusse senza paura, anche di fronte ai cittadini, sui giornali e magari in una serata pubblica. Le differenze tra il viadanese e il casalasco sono da sempre l’anello debole di tutto questo nostro discutere e vanno affrontate di petto, perché una volta appianate, inizierebbe finalmente la ripartenza dell’intero territorio. Sarebbe utile procedere con simulazioni dei vari possibili scenari per capire in che misura anche il viadanese avrebbe vantaggi: un conto è avere un’Azienda ospedaliera, debitamente finanziata, a 10 minuti e tutto un sistema sanitario completo attorno, un conto è essere la periferia di un capoluogo lontano, per quanto capace. Questi nodi, a mio avviso, vanno affrontati analiticamente, senza preconcetti, anche alla presenza di esperti sanitari e amministrativi, relazionati apertamente ai cittadini nella loro sostanza e prima di qualunque altro futuro incontro con la Regione”.
N.C.