Cultura

Imprese culturali, una ricchezza
In provincia valgono 421 milioni

Il peso maggiore in regione l’ha ovviamente Milano con 15,2 milioni di valore aggiunto, seguito molto a distanza da Bergamo e Brescia con oltre 1,6 milioni.

Vale 421 milioni l’anno (il riferimento è il 2019) l’insieme delle attività economiche legate alla cultura e alla creatività in provincia di Cremona: di questi, 208 milioni sono attribuibili ai settori “core”, cioè quelli strettamente afferenti l’ambito culturale quali architettura e design; comunicazione; audiovisivo e musica; videogames e software; editoria e stampa; performing arts e arti visive; patrimonio storico e artistico; mentre 212 si riferiscono ai settori che impiegano in maniera strutturale professioni culturali e creative (i cosiddetti settori “creative driven”).

La provincia di Cremona si colloca nella parte media della classifica delle province lombarde, per valore aggiunto delle imprese culturali, secondo lo studio realizzato da Fondazione Symbola e Unioncamere “Io sono cultura”, uno strumento ormai affermato per fare il punto sul ruolo della cultura e della creatività quali ambiti economici strategici per le prospettive di sviluppo del nostro Paese.

Il peso maggiore in regione l’ha ovviamente Milano con 15,2 milioni di valore aggiunto, seguito molto a distanza da Bergamo e Brescia con oltre 1,6 milioni.

Tornando a Cremona, nel 2019 la quota di valore aggiunto del settore culturale rappresentava il 4% sul totale provinciale (nel 2011 era il 4,3%), mentre la media nazionale è del 5,7%.

Il 2019 è stato l’ultimo anno normale: nel 2020 gli impatti della pandemia sono stati significativi per tutti i comparti più strettamente legati al turismo e ad eventi in presenza, a causa dei lockdown e dello stop dei viaggi transnazionali; mentre altri comparti, ad esempio quello dei software e dei videogame, ma anche la fruizione di musica e di contenuti audiovisivi online, hanno registrato andamenti ben diversi.

Secondo un’elaborazione della Camera di Commercio di Como – Lecco sui dati del report, in provincia di Cremona i comparti “core” vedono la prevalenza del sotto-settore “editoria e stampa”, con un valore aggiunto di 61,3 milioni di euro sui 208,3 complessivi. Segue il sotto-settore dell’architettura con 41 milioni, della produzione audiovisiva e musicale con 32,5 milioni e delle performing arts e arti visive, con 30 milioni. Residuali appaiono i sotto-settori della comunicazione, con 10 milioni e del patrimonio storico e artistico, con 10,2.

Gli occupati nel settore culturale cremonese erano nel 2019 6.602 persone, di cui 3630 nei settori core e principalmente nell’editoria e stampa e 2972 nei settori creative driven.

Le imprese del settore culturale rappresentano in provincia di Cremona il 4,9% del totale delle imprese registrate: un dato confortante, se si pensa che la provincia è 14esima su scala nazionale per questo parametro, con un numero di imprese che però, dal 2011 al 2019, ultima annata rilevata, è progressivamente diminuito dai 1.503 a 1.433. Cremona si colloca comunque, per numero di imprese, prima di centri ben più importanti dal punto di vista economico, quali Bergamo e Brescia.

Giuliana Biagi

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